Negli anni settanta e ottanta, ha tenuto compagnia ai ragazzi
Roma, 18 settembre – Erano gli anni ’30 quando la fantasia dell’americano Charles Addams fece prendere corpo, sotto forma di fumetti a strisce pubblicato – come si usava all’epoca – sul giornale New Yorker, alla “Famiglia Addams”.
Una famiglia tutta particolare composta dai coniugi Gomez e Morticia con i figli Mercoledì e Pugsley, che vive in una villa con cimitero annesso. Il loro modo di vestire ed operare, è completamente e solo lugubre:
Gomez è follemente innamorato della moglie Morticia, la quale ama le rose che coltiva con passione, per poi deporre nel vaso i soli gambi avendone gettato il fiore; i figli che vivono di dispetti e con la passione di ghigliottinare le bambole. Particolare è l’impegno da essi posti per terrorizzare, involontariamente, i loro occasionali sventurati ospiti.
In “casa”, vivono la nonna, una simpatica strega pasticciona, sempre impegnata a preparare pozioni magiche a base di zampe di ragno e ali di pipistrello; lo zio Fester, completamente calvo dai poteri elettromagnetici a differenza del pelosissimo cugino Itt, che a sua volta parla una lingua completamente incomprensibile agli spettatori ma compresa perfettamente dal resto dei parenti (personaggio che compare nelle serie successive).
Come in ogni famiglia benestante che si rispetti, anche lì c’è il maggiordomo, Lurch, un personaggio automa agghiacciante di origine frankensteiniano, che alle richieste, risponde sempre con un cupo “Chiamatoo?!?”.
“Personaggio “clou della famiglia, è “la mano”, maschile, animata, che vive in una scatola e si muove sulla punta delle dita.
Il fumetto incontra il successo del pubblico e, il 18 settembre 1964 debutta, in bianco e nero, sul piccolo schermo con una serie televisiva trasmessa però, in America, solo per un anno e mezzo. Particolarmente gradita, è la sua colonna sonora, accompagnata dallo schiocco delle dita.
Approda poi in Italia, dove riscuote una grandissima affermazione nel pubblico televisivo tanto che, nonostante sia arrivata al traguardo dei 50 anni, la “Famiglia Addams” è amata anche dalle nuove generazioni nelle nuove versioni .
Allora la redazione di “www.attualita.it” fa gli auguri alla “Famiglia Addamas”, un telefilm distensivo e pulito che, nonostante le sue stranezze, di fatto propone modelli positivi e di salda moralità.