Accademia di Santa Cecilia – “Fantasia” di Walt Disney con la grande orchestra ceciliana condotta da Keith Lockhart
3/4 di secolo per sognare
Roma, 8 gennaio – Operazione chirurgica condotta felicemente in porto da una équipe speciale capeggiata da Michele dall’Ongaro, presidente dell’Accademia di Santa Cecilia, un intervento tendente a costruire una nuova generazione di utenti della musica classica, quella che a torto viene considerata troppo seria per i bambini, e che invece può diventare occasione e stimolo per un interesse fortissimo, se opportunamente proposta.
Così si può ospitare un capolavoro come “Fantasia”, il movie storico del 1940, nato dalla intuizione felice di Walt Disney e del direttore d’orchestra Leopold Stokowski, e l’omonimo remake del 2000, eseguendo con una orchestra splendida al gran completo come quella dell’Accademia, una scelta di brani di vertiginosa bellezza e assistere allo spettacolo inusitato di centinaia di piccoli e piccolissimi ospiti rapiti dalla malia delle immagini e dei suoni.
Nella Sala Grande del Parco della Musica, si tocca con mano il miracolo del silenzio in sala.
Per la prima volta in Italia il celeberrimo lungometraggio di Walt Disney viene proposto con l’esecuzione della musica dal vivo da parte di un’orchestra di tale consistenza e valore: un’emozione in più offerta a chi veniva a cercare un puntello per la memoria perché questo celebrato capolavoro visivo la cui genesi è un’avventura coinvolgente, è nella memoria di tutti, essendo presente fin dal 1940 sul mercato dell’immaginario. Qui, in più, c’è anche un raffinato lavoro di ricostruzione che mette insieme all’originale brani scelti del secondo “fantasia”, nato a 60 anni di distanza dal primo.
Generazioni sempre nuove di bambini sono calamitati della birichinata di Topolino, che indossa il cappello magico dello stregone e, durante la sua assenza, impone alla scopa di trasportare i pesanti secchi d’acqua al suo posto. Poi non riuscendo più a bloccare il sortilegio, cerca di romperla a martellate con il solo effetto di vedere moltiplicate all’infinito le scope acquaiole in un crescendo di suoni, quelli dell’”Apprendista stregone” di Dukas, che si spingono quasi al parossismo camminando in parallelo con le immagini. Dove Topolino si presenta con l’aspetto classico e quello rivisitato e modernizzato anche sotto l’impulso dei disegni animati giapponesi.
O quelle che danno spazio a Paperino in “Fantasia 2000”, dove il papero più bizzarro dell’intero zoo disneyano, collabora con Noè per fare entrare nell’arca coppie di tutti gli animali, riuscendo, pasticcione com’è, a perdere i contatti con la fidanzata Paperina e rischiando di sterminare l’intera razza dei paperi. Il tutto farcito da una serie di gag esilaranti. E arricchito dal supporto delle “Pomp and Circustance Military Marches” di Edward Elgar.
Muovendosi fra il 1940 e il 2000, ritroviamo il Beethoven del primo movimento della V° Sinfonia, con il suo celebre inizio, “ta ta ta taaa”, che tradotto in Morse era il grido lanciato dagli Alleati alla fine della II° guerra mondiale, corredato da animazioni al computer e pastelli, immagini astratte bellissime che sembrano riprodurre farfalle e pipistrelli, e si configurano come un omaggio ai film di animazione di Len Lye e di Oskar Fischinger. Beethoven e la sua Pastorale, la Sinfonia n.6, diventano occasione per raccontare in stile Art déco una giornata fra gli dei dell’Olimpo con i centauri splendenti di maschia possanza, le dolci centaure di bellezza maiolicata e quei magnifici cavalli alati che volteggiano con morbidezza e inusitata eleganza. Mentre non manca la gag più comica con un Bacco in processione verso un grande tino di vino rosso, assistito da piccoli fauni.
Altro momento di grandissimo successo è certamente “La danza delle ore” da “La Gioconda” di Amilcare Ponchielli, una deliziosa parodia della danza classica, dove un corpo di ballo composto da struzzi in scarpette rosa regolamentari viene svegliato al Mattino dalla prima ballerina M.lle Upanova (una struzza, naturalmente). Il balletto prosegue poi con il Pomeriggio in cui l’ippopotamo Giacinto (modellato dall’attrice Hattie Noel) fa la sua apparizione assieme a colleghi in tutù per poi incontrare un malioso coccodrillo, anzi l’alligatore Ben Alì, con il quale si lancia in un pas de deux strepitoso con una profusione di gag, seguito a ruota dalla danza degli elefanti, un ballo elaborato dal titolo “la danza delle bolle”.
Altro momento celebre è la deliziosa danza da “Lo schiaccianoci” di Ciaikovskij, dove fiori e fate e funghi volteggiano con leggerezza ed eleganza, animati da Art Babbitt. Come ignorare il tenerissimo piccolo fungo cinese, che gioca con entrate e uscite dal cerchio degli adulti nella “danza cinese”, che si ispira al famoso “Three Stooges”, un trio comico americano? O il poderoso “Uccello di Fuoco” di Stravinskij, trasformato dagli artisti Disney in un demone spaventoso. O ancora quei “Pini di Roma” di Ottorino Respighi”, inserito in Fantasia del 2000 per volere di Roy Disney, che sfrutta la nuova tecnologia di computer animation per raccontare di un gruppo di megattere che volano nel freddo azzurrato dei mari del Nord, un’immagine di bellezza e poesia assolute.
Un omaggio in più: Michele dall’Ongaro ha regalato al pubblico uno sconto speciale praticabile per il tutto il mese di gennaio alla presentazione del biglietto.