Spettacolo
Accademia di Santa Cecilia – Sir Antonio Pappano dirige Diego Flórez
Foto: Musacchio, Ianniello & Pasqualini
Dalla solennità alle bollicine
Due performance consecutive con due tenori diversissimi, Diego Flórez e Jonas Kaufmann, che riscuotono eguale successo mondiale in questi giorni di festa all’Accademia di Santa Cecilia.
Diego Flórez, il re del Belcanto, che coniuga colore, melismi, tessitura, vibrato, colorature, tecnica vocale, interpretazione e sentimento, da oltre venti anni sulla scena, da quando per un caso, di quelli da manuale, è chiamato per una sostituzione al ROF, Rossini Opera Festival, di Pesaro per il ruolo di protagonista nella ‘Matilde di Chabran’. Era il lontano 1996 e il giovane peruviano imboccava la via luminosa verso il successo nel mondo intero. Nato in Perù, Flórez continua a mietere successi mettendo in atto un’ intelligente politica di gestione delle corde vocali che con gli anni si sono ispessite non facendogli perdere tuttavia lo squillo tenorile, né il colore argenteo, o la felicità di emissione delle spettacolari colorature, doti che gli permettono ora di accostarsi progressivamente ai vari repertori e spaziare ben oltre l’amato Rossini, fino a Gounod, Massenet, o a Verdi del Rigoletto. Nei concerti dell’Accademia, Diego Flórez ha presentato brani da ‘Il re Pastore’ di Mozart, dall’’Elisir d’amore’ e da ‘Roberto Devereux’ di Donizetti, come anche la romanza brillante “Va pour Kleinzach” da ‘Les Contes d’Hoffmann’ di Offenbach, o “Firenze è come un albero fiorito” da ‘Gianni Schicchi’ di Giacomo Puccini. I brani vocali, una sorta di antologia lirica, sono intersecati sia da pezzi sinfonici diretti sempre dal Maestro Pappano, come l’Ouverture da ’Le nozze di Figaro’ di Mozart e la Sinfonia da ‘La Cenerentola’ di Rossini, sia da momenti musicali dove si esibisce anche lo splendido coro di Ciro Visco, impegnato fra l’altro nel “Va’ Pensiero” dal ‘Nabucco’ di Giuseppe Verdi. Finito il programma ‘ufficiale’, generosamente Flórez ha regalato al pubblico che gli tributava applausi scoscianti, quattro bis con canzoni celebri: ‘Marechiaro’, ‘Malagueňa’di Leucona c he gli ha permesso un applauditissimo virtuosismo vocale, ‘La Paloma’, di Sebastián Iradier, e la ‘Granada’ di Lara, cavallo di battaglia di ogni tenore, ma anche di chi può contare su un patrimonio vocale di tutto rispetto.
Si attendeva il confronto di Flórez, con Kaufmann, due vocalità così diverse, ma un modo per testare l’interesse straordinario che sveglia la lirica nel pubblico.
Una indisposizione di Kaufmann ha impedito di seguire il suo concerto. Provvidamente, l’Accademia, dopo avere diramato disposizioni per il rimborso del biglietto, ha voluto ugualmente regalare al suo pubblico una esibizione di sir Antonio Pappano. Meritatissimo successo per il programma messo a punto che coniugava brani perfettamente calibrati per questi giorni tutti all’insegna del sentimento della pace e della riflessione, dal ‘Messiah’ di Händel, fra cui la celebre “Allelujah” per Coro e orchestra, all’”Ave Verum Corpus” di Mozart, seguito dalla Sinfonia n.35 “Haffner”, un brillante pezzo di bravura che fa da preludio alle note del ‘Capriccio’ di Richard Strauss seguite dal Poema Sinfonico “Till Eulenspiegel” e subito dopo da una selezione dalla ‘Carmen’ di Bizet che ha permesso di apprezzare lo schieramento dell’Orchestra al completo, dei cori maschili e femminili e di quello dei bambini sempre educati dall’arte ineguagliabile di Ciro Visco.