Gett (divorzio) – VIDEO

The Trial Of Viviane Amsalem

dalla nostra corrispondente da Los Angeles Maristella Santambrogio

Gett

I

Il film israeliano “Gett, The trial of Viviane Amsalam” ufficialmente scelto per la selezione degli Oscars e Golden Globes per la categoria film in lingua straniera, è co-diretto e scritto da Shlomi Elkabetz e la sorella Ronit.

Ronit e Shlomi Elkabetz hanno collaborato con successo nei films “Testimony”, “7Days”, “To Take a Wife” e ” Gett:The trial of Viviane Amsalam”.

Ronit Elkabetz, è un’attrice Francese-Israeliana che ha ricevuto numerosi riconoscimenti nella sua carriera d’attrice e regista sia in Israele come all’estero, incluso il recente riconoscimento: la Legione d’Onore Francese. Ronit ha spiegato che nel Giudaismo, la voce di una donna e i suoi capelli, sono considerati un mezzo di seduzione dunque la donna non ha diritto di  cantare e, se sposata, deve portare il velo o una parrucca (in alcune forme ortodosse, si devono rasare i capelli). Nel film, interpreta il personaggio di Viviane Amsalam.

Shlomi  Elkabetz ha un talento particolare nel dirigere i suoi attori. Si intuisce che vive di cinema, collabora con la sorella attrice,  ama il cinema e lo insegna.  Per più di 10 anni ha  insegnato al Sapir College in Siderot e al Minshar di Tel Aviv.  È un regista molto attento al coinvolgimento del pubblico.

Gli Elkabetz, unendo le due diverse sensibilità e punti di vista, riescono a raggiungere nei loro film, un risultato equilibrato sia nel dialogo come nell’immagine. In questa loro produzione cinematografica il cast è perfetto. Ogni personaggio esprime nei  dettagli recitativi lo sviluppo di una storia assurda, quanto vera, nella quale il pubblico si sente di reagire per le incomprensioni e battaglie emotive nelle quali i protagonisti sono coinvolti  in un puzzle perfetto. La macchina da presa è sempre a favore del personaggio senza imporre un angolo ma in molteplici punti di vista degli attori verso gli attori.

La storia è semplice. Una moglie scontenta, Vivianne Amsalam (Ronit Elkabetz), di un marito egoista, distante e incapace di creare un rapporto di  coppia imponendo unicamente le proprie esigenze, dopo averlo lasciato, decide di chiedere il divorzio. Questo passo le è necessario perchè, avendo violato la legge, desidera riprendere una vita normale e non essere emarginata dalla società, impossibilitata a rifarsi una vita ed  eventualmente legalizzare figli avuti fuori dal matrimonio, altrimenti considerati “bastardi” per la società. In Israele  non esiste un matrimonio civile nè un divorzio civile. Solamente un Rabbino Ortodosso ha il potere decisionale di legalizzare un’unione o slegarla. La dissoluzione del matrimonio può avvenire esclusivamente con il consenso del marito. Viviane Amsalem, è assistita da un avvocato  per ottenete  il divorzio dal  marito Elisha (Simon Abkarian), devoto e praticante ortodosso, che non  acconsente  alla moglie di riavere i propri diritti considerandola come un oggetto di sua proprietà. La determinazione di Viviane di lottare per riprendersi la libertà, non la ferma nonostante gli insuccessi degli appelli  e l’intransigenza  dai giudici Rabbini  che trascinano il caso  per mesi e da mesi in anni, in un’assurdità di  situazioni raccapriccianti atte, “secondo il loro punto di vista”, a salvare un matrimonio. In un’altalena che coinvolge i familiari a testimoniare, l’esasperata Viviane si consuma il sistema nervoso esprimendo con lo sguardo e i gesti contenuti il martirio psicologico per l’impossibilità di ottenere giustizia nel divorzio richiesto. Per cui, una sola volta si presenta vestita di rosso, inoltre esausta dall’egoismo del marito non le importa più nulla di provocare i Rabbini  mostrandosi con i capelli sciolti. Un atto imprudente, poichè i capelli della donna rappresentano nel judaismo i suoi organi sessuali. Il gran finale avviene tra gli applausi del pubblico, estenuato pure per la partecipazione emotiva.

Il film è distribuito da Les Film du Losange.

 

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