Giovannona Coscialunga disonorata con onore.
Pellicola cult della commedia erotica italiana.
Roma, 12 aprile 2023.
La ricorrenza.
Giovannona Coscialunga disonorata con onore, film diretto da Sergio Martino, compie oggi 50 anni dalla prima uscita in Italia.
La storia.
Il commendator La Noce ha una fabbrica di prodotti caseari con lo stabilimento situato in Sicilia, che però è sotto indagine per inquinamento ambientale.
Negli uffici di Roma, coadiuvato dal suo segretario il ragionier Mario Albertini, La Noce cerca un aggancio politico per poter parare lo scandalo e la conseguente chiusura dell’attività.
Vengono valutate diverse situazioni che però non forniscono garanzie sufficienti a La Noce, finchè non salta fuori l’ipotesi di contattare l’onorevole Pedicò.
Pedicò è siciliano, conosce quindi il territorio, ed è molto influente a livello politico e fa la conoscenza con La Noce attraverso un espediente.
Albertini viene a sapere che Pedicò, uomo integerrimo e incorruttibile, ha un punto debole e cioè che è particolarmente attratto dalle mogli dei suoi interlocutori.
C’è però un problema che la moglie di La Noce è una bigotta al di fuori di ogni tentazione, per cui Albertini escogita un piano B.
Si rivolge ad una procace prostituta, Cocò, che accetta ma è impresentabile per come parla ossia si esprime con un lessico dialettale e sgrammaticato.
<Nun pé fa la superbia ma a lu paese mio me chiamano Giovannona Coscialunga, però Robertuzzo me l’ha cambiato con Cocò, dice che me fa più fine…>.
Albertini in fretta e furia gli insegna alcune frasi di circostanza, perché l’abboccamento con l’onorevole deve avvenire sul treno notturno che raggiunge la Sicilia.
Pedicò tutte le settimane raggiunge la moglie in Sicilia prendendo il vagone-letto e sullo stesso treno transitano La Noce, Albertini e la finta moglie Cocò.
Nel vano ristorante avviene il “fortuito” incontro con Pedicò che inevitabilmente viene attratto dalle vistose forme di Cocò ed inizia così un gioco delle parti teso all’ingraziamento dell’onorevole.
La vicenda prosegue nella villa siciliana di Pedicò con situazioni paradossali, equivoci, malintesi e doppi sensi vari.
Spunta nella storia Robertuzzo, il protettore di Cocò, anche lui dal lessico approssimativo e sconclusionato che stranito dall’assenza di Cocò si rivolge alla signora La Noce rivelandole la tresca architettata dal marito.
Robertuzzo parte da Roma, con la sua potente spider, con la signora La Noce che nel frattempo si presenta con un abbigliamento audace, conturbante, nulla a che vedere col bigottismo fino allora praticato.
I due sono seguiti da Albertini, nel frattempo rispedito a Roma da La Noce per tutti i problemi sorti sul vagone letto.
Rintracciato dal focoso Robertuzzo e scoperte le sue intenzioni, Albertini lo segue con la sua piccola 500 che inevitabilmente porta alla fusione del motore sull’autostrada.
Il ricongiungimento dei protagonisti nella villa di Pedicò genera ulteriori equivoci e malintesi che portano ad un finale a sorpresa…
Curiosità.
Il film è a buon diritto un caposaldo del genere erotico della commedia italiana in pieno, fulgore all’inizio degli anni settanta.
Il soggetto di Tito Carpi è un continuo fiorire di battute e situazioni sviluppate poi dalla bravura dei caratteristi.
Intendiamoci non stiamo parlando di una pellicola da premio Oscar però alcuni spunti satirici, alcune trovate, sono spassose.
Le lezioni d’italiano di Albertini a Cocò e la ricerca tramite un’agenzia per trovare “una donna di facili costumi”, con l’ausilio di un cervello elettronico, sono esilaranti.
Il divertimento è assicurato e non volgare per i centellinati nudi femminili e per gli attori, scelti ognuno al meglio delle loro possibilità.
Un’altra battuta fenomenale è di Albertini, all’inizio preoccupato della situazione, che dice a La Noce:< Commendatore, qui la situazione è drasticamente irreversibile>.
Risponde La Noce: < Ma non dire cose arcane> e Albertini, guardando in basso, risponde: < Ar cane? Ma chi ja detto niente ar cane…>.
Protagonisti.
Pippo Franco è Mario Albertini, in grande spolvero, per una comicità volta al senso di vittimismo acuita dal curioso aspetto fisico dell’attore.
Cocò è una meravigliosa Edwige Fenech, dalle risapute meraviglie fisiche, che non sfigura come partner nei confronti di autorevoli caratteristi.
Gigi Ballista è il Commendator La Noce, Danika La Loggia è la moglie, Francesca Romana Coluzzi, molto brava, è la moglie di Pedicò.
Su tutti però due grandi attori come Vittorio Caprioli, l’onorevole Pedicò, e Riccardo Garrone, il pappone Robertuzzo, azzeccatissimi nei loro ruoli.
Per ragioni di spazio non citiamo altri ottimi interpreti che nelle loro piccole parti hanno dato lustro al film, che oggi, visti i tempi, andrebbe rivisto con accentuata simpatia.