Finalmente, il grande teatro anche in periferia.
(Marcello Amici)
In questa nota vogliamo parlare di una splendida impresa del bravissimo Marcello Amici, e della sua eccellente Compagnia La bottega delle maschere, che per la prima volta ha portato, con grande successo, il grande teatro pirandelliano oltre il Grande Raccordo Anulare di Roma, al Teatro 10!
Marcello Amici, Marco Vincenzetti, Antonella Alfieri, Anna Varlese, Umberto Quadraroli, Luca Ferrini, Elisa Ciocca, Simone Serini, Valeria Ascione, Isabella Polimanti, Carlo Bari, con le scene di Marcello de Lu Vrau, i costumi di Natalia Adriani e il disegno luci di Giuseppe Tancorre, sono i protagonisti di questa iniziativa che ha riscosso un grande successo e che merita di essere segnalata sul nostro giornale on line!
La Compagnia Teatrale La bottega delle maschere ha portato al Teatro 10, a Roma, in Via Gaspare DUrso 94 a Massimina, il Gran Teatro Pirandelliano oltre il Grande Raccordo Anulare di Roma affinché la borgata fuori porta non sia esclusa dai progetti che animano la Città.
Il teatro, la cosa più fragile, più solida, la più grande, traghetta un progetto di parola, perché si vivifichi quel mondo immobile oltre il grande raccordo anulare. Pensare a Roma partendo dalla periferia riconsiderata nel dibattito culturale della Città.
Si ride e si sorride con il teatro di Luigi Pirandello, sperimentando lidea di presenza collettiva e, in particolare, della città come realtà condivisa, con due commedie tra le più grandi di Pirandello, apprezzate da 8.472 spettatori nel corso della rassegna Pirandelliana dellEstate Romana 2009, nel Giardino della Basilica di SantAlessio allAventino.
E un progetto non abusato, non comune, non scontato, nuovo, originale e raro. E un contenitore deccezione capace di superare gli echi di certe inattuali sperimentazioni teatrali, perché la periferia romana diventi, nella prima settimana del 2010, un importante hinterland europeo preso per mano da un grande teatro.
IL GIUOCO DELLE PARTI : Silia vive separata da Leone Gala che le ha lasciato tutte le libertà, anche quella di avere un amante, ma le ha imposto ogni giorno mezzora della sua metodica presenza. La donna profitta della prima occasione che capita per chiedere al marito di sfidare un noto spadaccino, uno dei quattro nottambuli ubriachi che una sera, entrati in casa per sbaglio, lhanno offesa. Leone Gala accetta, permette, addirittura, che Guido Venanzi, lamante di Silia, fissi le condizioni peggiori per il duello, però, nel momento di scendere in campo, rifiuta. A ognuno la sua parte. Egli ha fatto la sua, ha sfidato. Faccia la propria ora, battendosi, lamante della moglie. Il giuoco è fatto!
PENSACI, GIACOMINO! Agostino Toti, anziano professore di ginnasio, prende moglie per far dispetto al Governo che lo ha tenuto per trentaquattro anni a stecchetto con un misero stipendio. Sposa la giovane Lillina, cui assicura di fare da padre e nientaltro, messa incinta dal suo ex alunno Giacomino Delisi, per obbligare il Governo a continuarle a pagare la pensione, per almeno altri cinquantanni dopo la sua morte. La moglie giovane potrà continuare a vedere il suo Giacomino. È un tradimento? Il professor Toti lha messo nel conto. Le corna gli assicureranno la pace in famiglia. Del resto, il tradito non sarà lui che alla giovane moglie può fare solo da padre, ma il marito che, in realtà, lui non è, non vuole e non può essere. La gente ride e si scandalizza. Giacomino non sopporta più quella situazione paradossale di menage a trois, per cui abbandona Lillina e il piccino e si fidanza per tornare nell’ordine e mettere su casa propria. Il professor Toti, prima con le più tenere preghiere, poi con serie minacce – Pensaci, Giacomino! – l’obbliga a tornare da Lillina e dal suo bambino.
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