Roma, 18 novembre 2024
Sono passati 70 anni dall’uscita in Italia, oggi, di Dial M for Murder, Il Delitto perfetto, del maestro del brivido: Alfred Hitchcock.
Un vero gioiello di classe e suspense ripreso da una pièce teatrale di Frederick Knott, sceneggiato dallo stesso Hitchcock, dove un marito, ex campione di tennis, decide di sbarazzarsi della moglie.
Wendice, il marito, è al corrente che la moglie, Margot, ha una relazione con Mark, americano e scrittore di racconti gialli, e mette su un piano diabolico per farla fuori.
Al di là della tresca amorosa Wendice vuole entrare in possesso del ricco patrimonio di Margot, per mantenere il suo alto tenore di vita, a maggior ragione che non ha più di che sostenersi con i guadagni sportivi.
Wendice è una figura carismatica, imperturbabile, machiavellica e affida l’incarico a Swan, vecchio compagno d’università, dai dubbi comportamenti e quindi facilmente ricattabile.
In un crescendo di emozioni, di particolari e colpi di scena le cose non andranno come previsto.
Hitchcock rimane fedele all’impostazione teatrale, accentuando il senso del ritmo e la tensione.
Girato in 3D, un sistema tridimensionale che la Warner introduce da metà anni cinquanta per contrastare la crescente popolarità della televisione, in meno di quaranta giorni e tutto in un interno.
Hitchcock ribalta la figura dell’innocente invischiato nella colpa, spesso evidenziata in quasi tutti i suoi film, per tratteggiare il mefistofelico personaggio di Wendice.
Un congegno ad orologeria che scorre ad alta intensità attraverso dialoghi memorabili come quello tra Wendice, insinuante e avvolgente, e Swan.
Inoltre un altro elemento che introduce Hitchcock, a buon diritto quasi un’altra protagonista, è la chiave della porta di casa di Wendice; nodo centrale nel film quasi a ribadire lo stesso ruolo che ebbe qualche anno prima la chiave della cantina in Notorius.
Eccellenti gli interpreti con Ray Milland nel ruolo di Wendice che accetta con classe, nel finale, la “non” riuscita del suo delitto perfetto.
Margot è la splendida Grace Kelly, alla sua prima rappresentazione con il maestro Hitchcock che la etichetta come “ghiaccio bollente”.
Robert Cummings nella parte dell’amante Mark, pieno d’ingegno dilettantesco nel cercare di risolvere a suo modo il caso ed aiutare la “sua” Margot.
Anthony Dawson è Swan, senza scrupoli, che si fa circuire nell’esecuzione del delitto dal perfido Wendice.
John Williams è l’ispettore di polizia che risolve brillantemente il caso, dove recita una parte con una classe tipicamente britannica con la ciliegina finale dove si pettina i baffetti quando chiama al telefono la centrale di polizia per far arrestare Wendice.
Il delitto perfetto rappresenta la storia di un triangolo dove l’iniziale amore del marito si trasforma in avido e criminale interesse.
FOTO: Il delitto perfetto Lumiere e i suoi fratelli.