Il generale Della Rovere.

Ricordi di un grande film e di un grande attore.

Roma, 22 ottobre 2019 – Nei primi giorni dello scorso settembre abbiamo festeggiato i 60 anni del film La grande guerra che vinse il Leone d’oro alla 20° edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ex-aequo con un altra pellicola italiana Il generale Della Rovere.

Proprio il recente passaggio sul digitale terrestre del film diretto da Roberto Rossellini, ci ha spinto a rendergli omaggio in virtù di una rivisitazione sia del testo che della superba interpretazione di Vittorio De Sica.

Monicelli, regista de La grande guerra, attacca e dissacra la retorica dell’eroismo del primo conflitto mondiale aiutato anche dall’istrionismo di Gassman e Sordi, mentre Rossellini si sofferma sulle miserie morali e materiali delle città italiane abbrutite dalla follia della seconda guerra mondiale. Il personaggio principale di quest’ultimo film, vissuto veramente, è un truffatore che millanta conoscenze altolocate in cambio di somme di denaro che famiglie disperate gli erogano nella speranza che lui possa intercedere per la salvezza dei congiunti delle stesse famiglie. Le S.S. germaniche lo scoprono e lo arrestano e in cambio della propria sopravvivenza gli propongono di fingersi il generale Della Rovere, un graduato badogliano, che, infiltrato nel carcere di San Vittore a Milano, deve scoprire i capi della resistenza anti-tedesca dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943.

E qui interviene la sontuosa interpretazione di Vittorio De Sica, il generale, che si affranca da una serie di macchiette precedenti con una recitazione asciutta, sofferta, lucida con un finale sorprendente che, nella finzione cinematografica, lo riscatta da una bieca esistenza.

Pellicola rigorosamente in bianco e nero, da un racconto di Indro Montanelli, con una fotografia tenue proprio a rimarcare l’orrore e la tristezza del contesto storico.

Oltre a De Sica non è da meno l’attore tedesco Hannes Messemer nella parte del colonnello Muller che nel finale arriva a comprendere, nel suo intimo, il comportamento del truffatore; qualcuno lo ricorderà ne La grande fuga, anche lì nei panni di un ufficiale tedesco durante l’ultima guerra mondiale, al cospetto di una batteria di grandi attori americani tra i quali Steve Mc Queen, Charles Bronson e James Coburn.

Un grande film da far vedere alle ultime generazioni, nel ricordo e nell’esempio di chi ha vissuto quei giorni terribili anche di chi ce lo ha mirabilmente raccontato.

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