Il giovedì.

Un film dimenticato, toccante, con un grande Walter Chiari.

Roma, 22 ottobre 2022.

 

Colgo l’occasione, con qualche giorno di ritardo, per ricordare un film molto sottovalutato all’epoca ma estremamente significativo e toccante.

Al multisala Adriano di Piazza Cavour in Roma la sorsa settimana è stata riproiettata, opportunamente restaurata, la pellicola “Il giovedì”, diretta da Dino Risi con protagonista Walter Chiari.

Sessant’anni fa, nel 1964, il film non ebbe molto successo nonostante la regia di Risi e la provenienza dello stesso dai strepitosi successi ottenuti con “Il sorpasso” del 1962 e “I mostri” del 1963.

Risi collaborò anche alla sceneggiatura, affiancando Castellano e Pipolo, e mise su un buon cast con Michèle Mercier, Umberto D’Orsi, le gemelle Kessler, Milena Vukotic oltre allo stesso Chiari.

L’idea di Risi è quella di rappresentare un cialtrone, con un matrimonio fallito alle spalle, che passa una giornata con il figlio di appena otto anni che non vedeva da tempo.

Negli accordi di separazione viene stabilito che il giorno per stare con il ragazzino sarà sempre un giovedì, anche se mai in maniera continuativa.

L’atteggiamento di Chiari, nella parte, è quello di colui che vive una realtà virtuale per impressionare il figlio.

Agli effetti il genitore è uno spiantato, fragile, sbruffone, che si mantiene alle spalle della nuova compagna nel vano tentativo di vivere alla grande.

E’ un continuo voler stupire il bambino inventando situazioni improbabili, millantando possibilità e conoscenze inverosimili.

Il rapporto, dalle prime battute improntato ad un‘estrema freddezza da parte del figlioletto, man mano si consolida e Risi pone l’accento di come il figlio sia più maturo dell’impenitente padre, fanciullone, quarantenne e patetico.

Nel finale il piccolo è ormai completamente affezionato al genitore ed è commovente, nel momento del ritorno a casa della madre, l’abbraccio con lo stesso nella speranza di rivivere un altro giovedì.

Anche se i fasti del boom economico stavano terminando la trama va proprio sull’evidenza di un periodo dove in tanti hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità.

Atteggiamenti cialtroneschi, consumismo esasperato, come del resto già marcati da Risi in precedenti e più fortunate pellicole.

Strano l’atteggiamento del pubblico, ma ancor di più della critica, che non ha accolto di buon grado la pellicola e l’interpretazione di Walter Chiari.

Strano anche che pur avendo partecipato ad un centinaio di pellicole di fatto l’attore di origini pugliesi, il suo vero cognome era Annicchiarico, non ha mai sfondato nella settima arte.

E’ invece stato un interprete straordinario in teatro e soprattutto in televisione, con partecipazioni epocali in Canzonissima, Studio Uno, Festival di Sanremo.

Grande affabulatore era capace di portare all’infinito storielle all’apparenza insignificanti, creatore insieme al grande Carlo Campanini del celebre episodio del “Sarchiapone” e la macchietta sui fratelli De Rege.

Tornando al cinema mi piace ricordare alcune sue interpretazioni: Bellissima del 1951 accanto ad Anna Magnani, Un giorno in pretura del 1953 diretto da Steno, Gli onorevoli del 1963 con il famoso “vota Antonio, vota Antonio” di Totò, Joe Valachi del 1972 al fianco di Charles Bronson.

Il 2024, oltre ai sessant’anni del film “Il giovedì”, è anche la ricorrenza dei cento anni dalla sua nascita.

Si farebbe ancora in tempo per ricordare uno dei più grandi animali da spettacolo dello scorso secolo.

 

 

FOTO: Cento anni di Walter Chiari – archivio storico – Istituto Luce.

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