Roma, 13 agosto 2019.
Compleanno storico quello che celebriamo oggi, di un personaggio non più in vita ma sempre presente per gli amanti del cinema perchè compie 120 anni Sir Alfred Hitchcock. Dico compie e non avrebbe compiuto perchè a distanza di quasi 40 anni dalla morte, avvenuta nel 1980, e dall’ultimo film girato nel ’76 Complotto di famiglia, Hitchcock non è mai mancato nei palinsesti televisivi in maggior misura per la produzione dei 30 film “americani”, girati dopo il suo trasferimento negli States, non trascurando le 23 programmazioni britanniche con nove film muti e capolavori come il primo “L’uomo che sapeva troppo” del ’34, bissato nel remake del ’56 con un superbo James Stewart, “Sabotaggio” e “La taverna della Giamaica”.
Hitchcock da sempre è sinonimo di brivido, di suspense, con proiezioni geniali minuziosamente curate, prima sulla carta, che gli addetti ai lavori, tutti, erano tenuti a rispettare nel modo più assoluto.
Come tutti i cineasti ha avuto degli interpreti con cui ha stabilito delle fattive collaborazioni come James Stewart, Cary Grant e Grace Kelly questi ultimi due, a mio avviso, protagonisti del giallo più divertente della storia come “Caccia al ladro”.
Hitchcock, pur realizzando spesso storie drammatiche, ha rappresentato il concetto del brivido senza eccedere nella gratuità della scena scontata con eccesso di effetti speciali o sangue, se pensiamo che solo in “Psyco”, nella famosa sequenza della doccia, viene fatto intravedere del sangue per giunta in bianco e nero.
Protagonista, specialmente agli inizi dei suoi film, di un’infinità di cameo Hitchcock è stato un regista che ha voluto emozionare lo spettatore indipendentemente dalla trama del film ed ha inventato degli effetti visivi celebri come il senso di vertigine di Stewart in “Vertigo”, la corsa in macchina ne “Il sospetto” con una spaventatissima Joan Fontaine che crede che il marito,Cary Grant, la voglia buttar giù in una scarpata, la discesa dal monte Rushmore nel “Intrigo internazionale” sempre di Grant inseguito da trafficanti di opere d’arte o gli scatenati uccelli nell’omonimo film del ’63.
Incursioni del maestro londinese ci sono state anche nella psicoanalisi con pellicole quali “Psyco” o “Marnie”, con elemento fondamentale l’ossessiva presenza delle madri, mentre in “Io ti salverò” Gregory Peck, in preda a turbativa da sogni, viene aiutato dall’amore dell’affascinante dottoressa Ingrid Bergman.
Nel ricordo del doppiatore italiano Carlo Romano che dal ’55 lo rappresentava in televisione ne “L’ora di Hitchcock”, vi auguriamo la più cordiale Buonasera….