Roma, 9 agosto 2019 – Mi è capitato di rivedere qualche tempo fa, su un canale deI digitale terrestre, un film italiano, “Una su 13” del 1969, con Vittorio Gassman, Vittorio De Sica, Orson Welles ed una splendida Sharon Tate emergente attrice americana sposa, all’epoca, da poco più di un anno del famoso regista franco-polacco Roman Polansky.
La pellicola non era certo da Oscar e la mia visione fu condizionata esclusivamente dalla presenza di due “mostri” quali i due Vittorio, tuttavia la presenza della Tate non passò inosservata perchè al di la del film fu poi il ricordo del suo assassinio il 9 agosto del ’69, esattamente 50 anni fa, a rammentarmi di lei.
La bellezza mozzafiato di Sharon Tate sin da fanciulla fu oggetto di attenzioni e nei vari approcci, provini, cinematografici conobbe Polansky in Inghilterra sposandolo poi nel gennaio del ’68. La coppia si divideva tra l’Europa e gli Stati Uniti con Sharon in rampa di lancio nominata come attrice rivelazione dell’anno; insieme al regista andò a vivere a Los Angeles, residenza di Cielo Drive, contea di Bel-Air, e rimase incinta sul finire dello stesso anno.
Dopo il film italiano Sharon si recò a Londra per ritrovarsi col marito per poi volare a Los Angeles a luglio del ’69, col parto annunciato verso fine agosto.
La sera dell’otto agosto cenò insieme a quattro amici in un ristorante e rientrò verso le ore 23 nella sua villa dove in quella stessa notte fu barbaramente assassinata con i suoi ospiti, tutti massacrati, tranne uno, con varie pugnalate; il coroner riportò sul corpo della Tate sedici colpi di coltello.
La cosa aberrante fu che il giorno seguente, in una villa vicina, fu compiuto un altro efferato delitto quello dell’imprenditore LaBianca e di sua moglie Rosemary e solo dopo circa tre mesi la polizia arrivò a collegare i due massacri incriminando la banda di Charles Manson, un’accozzaglia di fanatici assassini, arrestati e condannati a morte, pena poi commutata in ergastolo, nel ’71.
Sharon Tate fu sepolta in California insieme al suo bambino tra le braccia, una vita, una carriera, interrotta a soli 26 anni con Polansky, precipitosamente rientrato negli Stati Uniti, interrogato a lungo dalla polizia.
Qualche giorno fa la villa di LaBianca è stata venduta per 2 milioni di dollari, con alcuni arredi originali, ad un certo Bagans, volto televisivo Usa che tratta di tematiche paranormali ed anche il regista Quentin Tarantino nel suo ultimo film “C’era una volta Hollywood”, in uscita a settembre in Italia, ricorda il massacro della banda Manson e di una bellezza abbagliante che non sorriderà più.