Il mio nome è Connery, Sean Connery.
Gli auguri ad un altro grande novantenne della classe di ferro 1930.
Roma, 25 agosto 2020. Il mio nome è Bond, James Bond. E’ stato per almeno un decennio il tratto distintivo di Sir Thomas Sean Connery che oggi compie 90 anni.
Anno Domini il 1930 per le novanta candeline di grandi attori come Gene Hackman e Clint Eastwood, che abbiamo già celebrato sulle colonne di Attualita.it, ed oggi appunto Sean Connery a buon diritto in compagnia dei primi due. La notorietà e la fama internazionale negli anni ’60 è chiaramente dovuta all’interpretazione dell’agente segreto più famoso del mondo, nel tempo dai più giudicato come l’attore migliore, ma Connery ha saputo scegliere nel proseguio della sua carriera ruoli che lo hanno sdoganato dal personaggio Bond.
Scozzese purosangue, grande appassionato di sport per la pratica del golf e per il tifo sfegatato nel calcio dei Rangers Glasgow, Connery ha sempre orgogliosamente professato l’amore per il suo paese sostenendo negli anni tutte le iniziative possibili per l’indipendenza della Scozia. Sotto questo aspetto due cose curiose sono rappresentate dai due tatuaggi sul braccio destro dedicati ai suoi genitori e alla sua patria e dal riconoscimento attribuitogli nel 1999 come Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico, paradossale per un NON inglese...
Tornando all’attività cinematografica già nel 1964 spezzò la saga di Bond con un’ottima interpretazione in Marnie, diretto dal maestro Hitchcock, con una divagazione in un insolito western, Shalako del 1968, a fianco di una seducente Brigitte Bardot ed un più robusto I cospiratori del 1970, dramma politico al fianco di un altro grande, Richard Harris, anche lui della classe di ferro 1930.
Sex-symbol, sia dal punto di vista fisico che caratteriale, lo è sempre stato sin dai primi Bond ma la certificazione gli fu data alle soglie dei sessant’anni come <<l’uomo più sexy del mondo>>; del resto quando reciti con partner come Ursula Andress, uno spettacolo la faccia di Connery quando la vede uscire dall’acqua in un bikini bianco mozzafiato in 007 licenza di uccidere, la Bardot, Gina Lollobigida, Candice Bergen ne Il vento e il leone del 1975, Kim Basinger, Michelle Pfeiffer, di cui s’innamora teneramente nella spy-story de La casa Russia del 1990, il gioco è presto fatto.
Connery fa parte di quegli attori che come il buon vino più invecchiano e più migliorano, testimonianza sono le prestazioni e i relativi riconoscimenti in pellicole recitate, già oltre la cinquantina, come Il nome della rosa, dall’omonimo capolavoro letterario di Umberto Eco, Gli Intoccabili di Brian De Palma, Oscar come miglior attore non protagonista, Highlander-L’ultimo immortale, nel ruolo del nobile Ramirez, e secondo il mio modesto parere nel miglior film della sua carriera Caccia a Ottobre Rosso, nella parte di Marko Ramius comandante disertore del sottomarino sovietico Ottobre Rosso.
Al di la del suo carisma e del suo charme inimitabili Connery ancora oggi continua ad essere una vera e propria icona della cinematografia mondiale. Per le platee italiane complice anche un doppiaggio del grande e compianto Pino Locchi che con la sua voce calda e pastosa ce lo ha opportunamente presentato.
Auguroni mister Bond. Mi correggo comandante Sean Connery.