Roma, 17 settembre – Ricchezza, varietà, scientificità coordinate dalla ferma volontà di fare della musica un ponte intergenerazionale: queste le direttrici sulle quali si snoda il ricco calendario del 71° anno di attività della Istituzione Universitaria dei Concerti, una delle realtà musicali più valide del nostro Paese. Che con trentatré eventi, alcuni di grande richiamo, altri di nicchia, ma tutti raffinati e mai scontati, è anche una delle più affollate istituzioni musicali, con artisti di notevole livello, nei due incontri settimanali presso l’Aula Magna della Sapienza.
L’apertura è all’insegna della musica barocca con due gruppi rinomati come l’Akademie für Alte Musik Berlin che proporrà ‘Cantate e Concerti’ di Bach e il celebre violista da gamba e direttore Jordi Savall con il suo ensemble Hespérion XXI che invita ad un viaggio fra le antiche danze spagnole. Folias & Canarios saranno rivelati così al pubblico.
Sara Mingardo porta avanti il discorso sulla musica barocca con il bel concerto ‘Sacro e Profano’, che la vedrà accompagnata dall’Accademia degli Astrusi diretta da Federico Ferri, con mottetti, cantate, concerti, muovendosi tra Vivaldi, Galuppi e Pergolesi.
”Le cortesie e le audaci imprese io canto” è la musica del tempo dell’”Orlando Furioso” , nel cinquecentenario della editio princeps del poema dell’Ariosto scelta dall’Ensemble Micrologus.
In questa edizione è assicurata una massiccia presenza di pianisti di vaglio, ben otto appuntamenti, alcuni giovanissimi come Orazio Sciortino, impegnato ad esplorare il cammino della musica dopo Wagner con “Après Tristan”. E ancora, lo storico interprete di Chopin, Pietro De Maria, l’anti Lang Lang, Yundi Li, bravissimo ma non istrionico, per la prima volta a Roma e Alexander Romanovsky che si muove agilmente fra Beethoven, Liszt e Brahms.
Ci sarà poi un concerto a sorpresa con il vincitore (se sarà assegnato il Primo Premio) del XVII Concorso Pianistico Internazionale Fryderyk Chopin (in collaborazione con l’Istituto Polacco di Cultura e gli Amici della Musica di Foligno), Emanuele Arciuli con le sue “Five versions of darkness” fra Schumann e Bartók e Angela Hewitt, presente con due serate con musiche di Bach, Scarlatti e Beethoven completano la proposta pianistica
Nel cartellone anche lo spettacolo della chitarra solista di Manuel Barrueco con un repertorio di musiche spagnole.
Molti i duo, come quello con Francesca Dego e Francesca Leonardi per esplorare due sonate di Beethoven, Respighi e il celebre rondò da “La Campanella” di Nicolò Paganini.
E ancora il duo Ilya Gringlts violino e Peter Laul pianoforte con quattro autori. Nicola Benedetti e Alexei Grynyuk per Szymanowski, Beethoven, Elgar, Emmanuele Pahud al flauto e Eric Le Sage al pianoforte si rivolgono al repertorio francese, mentre Andrei Ionita, violoncello e Naoko Sonoda, pianoforte impaginano Locatelli, Ciaikovskij, Debussy, Brahms e Paganini.
Vuole creare una dinamica reciproca tra artisti di diverse generazioni il progetto di Maria João Pires che si esibisce assieme alla pianista Kaito Kobayashi in musiche di Beethoven e Mozart per il Progetto Partitura insieme ad altri giovani pianisti di talento. Gian Marco Ciampa e lo steam Quartet si avventurano tra le corde alla ricerca degli archi e della chitarra da Vivaldi al tango.
Molte le donne presenti in cartellone, e Ensemble specialistici come l’Ars Ludi che introducono nel mondo della musica contemporanea: un omaggio a Varèse, articolato in vari brani, fra cui “Désert” corroborato dalla proiezione di un video omonimo di Bill Viola. Debutterà con l’occasione anche un inedito di Giorgio Battistelli per percussioni dal titolo “Marx Lenin Mao Tse Tung”, una specie di mantra ritmico che ricorda decenni lontani.
Fra le serate più curiose, quella di Gilles Apap per la prima volta a Roma che con “The colors of Invention” giocherà con noti e amati brani orchestrali rivestiti a nuovo in “Sans Orchestre”. Gli autori sono Ravel , Vivaldi, Mozart ma anche molti brani del repertorio tradizionale bluegrass, klezmer, irlandese e bretone.
Ben rappresentato il jazz in “Alma” con Paolo Fresu alla tromba e il pianoforte di Omar Sosa per proporre un fil rouge fra Cuba e il Mediterraneo. Con Ials Jazz Big Band la voce narrante di David Riondino ci accompagna a “Broadway”, mentre il London Brass presenta “classical jazz” un viaggio lungo le rotte di questo tipo di musica.
Fra i concerti di sicuro richiamo c’è l’appuntamento con Peppe Servillo voce recitante che con l’Ensemble Berlin, composto dai solisti dei Berliner Pholharmoniker, presenta “Il Borghese Gentiluomo”, un’elaborazione dello stesso Servillo del capolavoro di Molière, in prima esecuzione assoluta.
L’Estonian Philharmonic Chamber Choir diretto da Kaspar Putniņš farà conoscere un raro brano di Rachmaninov, Vespri op. 37. Anche in questo cartellone è prevista la presenza del Quartetto di Cremona impegnato in due performance del progetto “esplorando Beethoven”. Il Quartetto Modigliani invece giunge con la pianista Beatrice Rana per un programma su Schumann in collaborazione con l’Accademia Filarmonica Romana.
Si celebra il Centenario di Erik Satie, che cade il 16 febbraio 2016, con una serata con Lorna Windsor, soprano e Antonio Ballista, pianoforte e direttore de I Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino per l’anticonformista artista francese, inventore della musica aleatoria, concettuale, grande estimatore della cacofonia, anticipatore del futurismo e del dadaismo. Satie era una summa dell’intellettuale e artista dell’epoca, adorava il movimento delle eliche degli aeroplani, il ticchettio delle macchine per scrivere, le canzoni del café chantant e si batteva con veemenza contro lo scolasticismo, il conformismo e tutti gli ismi.