La Balera Romana gioca l’asso di Nduccio – INTERVISTA ESCLUSIVA
Strepitoso successo dell’artista abruzzese
Roma, 13 giugno 2021 – Per favorirne la ripresa, la sala da ballo “Balera Romana”, di Roma, via Nomentana n.1111, con i titolari Claudio Gregori, Franco Amici e Emilia Grasso con i figli Luciana e Marco Imperatori, ieri 12 giugno, ha giocato l’asso nella manica con la presenza del noto artista Nduccio, cantante, cabarettista, con l’aggiunta del Karaoke.
Nduccio, al secolo Germano D’Aurelio, con grande disponibilità, ha accolto la nostra richiesta di un’intervista esclusiva per il nostro quotidiano.
Così, prima dello spettacolo, abbiamo iniziato a parlare con il grande Nduccio.
Germano D’Aurelio, nasce a San Silvestro, Pescara. L’artista Nduccio, invece, come nasce? La risposta, arriva con una prima battuta…!
Vorrei saperlo pure io.. Sempre appassionato di portare allegria per il bisogno del soriso che c’è in ognuno di noi. Il nome ‘Nduccio’ nasce copiando quello di un caro vecchietto di Roseto degli Abruzzi, di nome Almerindo, personaggio simpatico, pieno di armonia e spassoso. In quelle zone è d’uso il vezzeggiativo e Lui era soprannominato “Nduccio”. Per l’affinità caratteriale ed in suo omaggio, ho voluto usare il nome d’arte di “Nduccio”. La capacità di trasmettere allegria, è stata affinata nel tempo “che niscuno nasce imparato!”. Mi hanno detto che tu sei stato Maresciallo dei Carabinieri. Mio padre e i suoi due fratelli, hanno fatto tutti servizio nei Carabinieri. Mio padre per soli 9 anni, ma io sono iscritto come parente, all’Associazione Carabinieri in Congedo.
Sappiamo che Nduccio ha lavorato – e lavora – anche in televisione. In particolare, appare evidente l’affinità umoristica con Renzo Arbore (Meno siamo, meglio stiamo, in onda nel 2005). Come è stato l’incontro e lavorare con lui, nel suo programma?
Arbore l’ho cercato io e niente. In realtà devo dire grazie a Roberto D’Agostino che mi aveva invitato per 6 puntate nel suo show radiofonico e in Rai Uno. Nella sesta puntata, all’ultima, appunto, c’era Renzo Arbore. Io avevo portato un mio Cd e avevo detto a D’Agostino “mi piacerebbe che lui lo ascoltasse, però mi vergogno”. Arrivato Arbore, il Cd non glie lo davo perché mi vergognavo. Lui mi faceva segno di darglielo ed io non lo davo. Allora, sotto il tavolo, mi ha dato una zampata e mi ha detto “glie lo dai il Cd a Arbore?” A sto punto, dicevo “Maestro, qui c’è una canzone che mi piacerebbe se la cantasse lei”. Lui mi ha guardato come per dire “eccone un altro” e glie l’ho dato, pensando che al primo angolo lo gettava. Finita la trasmissione, l’ho seguito per vedere lo le buttava (e qui ci scappa la mia battuta ‘da figlio di Carabiniere’ seguita da una doppia risata..) Dopo 15 giorni, mi ha cercato lui perché aveva scoperto quale era la canzone.
A parte “Lavoro più che altro in Centro Italia perché altrove o non mi capiscono o fanno finta di non capirmi”, Nduccio si è però esibito anche all’estero, quindi … lì ti capiscono?
Effettivamente ho fatto tantissimo all’estero, partendo dagli abruzzesi, dai molisani, poi ci siamo allargati, Laziali, pugliesi, calabresi, siciliani.
Lo interrompo, dicendo che la comicità è unica, come Totò.
E beh, si, si, però siccome io uso prevalentemente il dialetto, pensavo che fosse un limite ed invece a volte è un pregio, una caratteristica e quindi mi sono ritrovato, per esempio, l’ultima serata che ho fatto a Boston, non era organizzata dagli abruzzesi bensì dai siciliani, questo a dimostrare che la lingua non è un limite. La capacità, chi lo sa, non è ho tante, ma il Padreterno, quando fabrica un cristiano, di solito gli da la possibilità di guadagnarsi da vivere. (Ridendo ndr) O lo fabbrica Maresciallo dei Carabinieri o lo fabbrica ladro, in qualche modo gli da questa vocazione. A me non m’ha fatto né Carabiniere né ladro, m’ha fatto stupido però tutto sommato m’ha dato un mezzo per campare pure a me (inutile dire che c’è stata una ricca risata ndr)
Quali sono i programmi futuri di Nduccio?
I programmi futuri è che vulisse campà! (risata!) soprattutto con sto covid. Molte volte mi chiedono quale sarà il tuo spettacolo più bello..(sghignazzando) io m’immagino i funerali, lo spettacolo migliore della vita mia perché mi toglierò dalle scatole per parecchia gente e voglio vedere pure quello che fanno! Però, a parte tutto, vorrei chiudere e salutare i nostri amici lettori, è che mi piacerebbe che tutto il mondo ripartisse come riparto io stasera dalla Balera Romana, qui a Roma, sulla Nomentana, in allegria e con la speranza di poter riavere le soddisfazioni che abbiamo lasciato un anno e mezzo fa, prima dell’arivo di questo maledetto disgraziatissimo virus.
Nel frattempo, personalmente, ricevo un messaggio dall’amico famoso prestigiatore-mentalista Rocco Borsalino il quale, saputo che stavo con Nduccio che egli conosce bene, gli porge affettuosi saluti, ricambiati, scusandosi di non poterci raggiungere in quanto in viaggio di ritorno da un brillante spettacolo che lo ha visto protagonista a Napoli.
Ha avuto poi inizio lo spettacolo, veramente divertentissimo, con l’esibizione canora accompagnato dalla sua chitarra, di Nduccio, che ha saputo cattura l’attenzione dei presenti in sala, affiancato dal suo cantante e dal chitarrista.
Caro Nduccio, grazie per averci concesso quest’intervista esclusiva, fornendoci tanti particolari veramente inediti, intervista che, sostanzialmente è stato un pre-spettacolo per la tua brillante capacità di coniugare l’artista musicale con la comicità che ha allietato tutto il pubblico della Balera Romana che ti ha accolto con l’entusiasmo che meriti.
Ringraziamo anche i tuoi musicisti, il bravissimo cantante Luca Ragnone, che duetta con te ed ottimo interprete delle canzoni portate al successo da Massimo Ranieri, e al virtuoso chitarrista Marco Petta.
Ancora tanti auguri, per sempre maggiori brillanti successi.
Ah, augurandoci che ‘lo spettacolo più bello’ di cui hai parlato, sia il più lontano possibile nel tempo (una grattatina fa sempre bene!)