Spettacolo

La cambiale.

Carrellata di grandi attori al seguito di un titolo di credito...

Roma, 26 novembre 2019. Forse non è da annoverare tra i capolavori della commedia italiana, di sicuro è un concentrato di grandi interpreti uniti tra loro da un filo conduttore: La Cambiale.

E’ il titolo di un film di sessant’anni fa che tratta del velocissimo passaggio di mano di una cambiale da centomila lire, da quello di due truffatori da strapazzo, Totò e Peppino De Filippo, i cugini Posalaquaglia, a una serie di personaggi di vario genere.

Coadiuvati dal regista Camillo Mastrocinque, autentico mestierante della farsa italica, attori del calibro di Tieri, Gassman, Tognazzi, Vianello, Macario, Sylva Koscina, Lia Zoppelli, oltre ai collaudati Mario Castellani e Luigi Pavese immancabili con Totò in scena, ruotano sul titolo di credito mettendo alla berlina uno dei simboli del boom economico italiano.

La sceneggiatura lascia spazio agli istrionismi di un cast libero di muoversi e di improvvisare come meglio crede. Magistrale Gassman nella finta parte di un principe slavo alla conquista di una conturbante Sylva Koscina, che ai tempi ebbe qualche problema con la censura, come la coppia Tognazzi-Vianello, alle prese con una arcigna Lia Zoppelli moglie di uno svagato Tognazzi, come Aroldo Tieri nei panni del losco finanziere Bruscatelli, che viene arrestato per inadempienze varie, che fa partire il giro della cambiale e che gli ritorna alla fine del film quando viene scarcerato di prigione. Irresistibile Totò nella scena del processo dove, insieme a Peppino, deve deporre come testimone (falso). Durante la lavorazione del film ci fu un problema col Principe della risata, legato alle sue condizioni di salute, risolto poco prima dell’uscita della pellicola; stava progressivamente diventando cieco.

A pensarci oggi credo sia impensabile poter metter su una batteria di attori di quella statura, tutti nello stesso film, protagonisti nelle storie dei nostri giorni. Anche questo è stato il successo della commedia all’italiana, che ha segnato il costume della nostra società, i nostri vizi, le nostre virtù. I grandi interpreti di queste pellicole, nel particolare momento storico del dopoguerra e del successivo benessere economico, essi stessi hanno vissuto sulla loro pelle situazioni e vicende di varia natura non risultando particolarmente difficile poterle rappresentare nella finzione cinematografica.

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