Roma, 30 gennaio 2022.
La ricorrenza.
Trentacinque anni fa esce nei nostri cinema La famiglia, ennesimo affresco di una storia italiana diretta da Ettore Scola.
La storia.
E’ il racconto di ottanta anni di vita di una famiglia borghese romana, tutta incentrata in un appartamento sito nel rione Prati a Roma.
Si parte dal 1906 fino al 1986 nel ricordo di Carlo, professore d’italiano in pensione, che al compimento del suo ottantesimo compleanno vede riunita la sua famiglia e tutte le sue discendenze.
Nei vari segmenti decennali Carlo è il faro del racconto, dalla nascita, alla sua formazione, al difficile rapporto col fratello minore Giulio.
Si sposa con la tenera Beatrice, padre di due figli, ma più o meno segretamente innamorato, per tutta la vita, della cognata Adriana.
Lo scorrere del tempo, due guerre mondiali, la dittatura fascista, la ripresa economica, la crescita dei figli con i loro amori e relativi problemi, tutti visualizzati nell’austero appartamento del rione Prati.
La vita della famiglia di Carlo è una continua evoluzione, tra chi rimane, chi parte, chi muore, chi arriva come ricambio generazionale.
La foto che immortala il festeggiamento dell’ottantesimo compleanno di Carlo è lo struggente atto finale dedicato al patriarca.
Curiosità.
Ettore Scola dirige una saga tutta girata all’interno di un appartamento, scandendo l’incedere del tempo senza addentrarsi in scivolosi riferimenti sociopolitici.
L’ambiente unico è un qualcosa che abbiamo già visto nel capolavoro di Sidney Lumet, <La parola ai giurati>, tutto filmato in una stanza di tribunale.
Coadiuvato, nel soggetto e nella sceneggiatura, da Scarpelli e Maccari Scola rimane confinato alle mura domestiche lasciando all’interpretazione degli attori ulteriori immaginazioni.
Scola, attraverso le recite dei protagonisti, cerca un rapporto intimo con lo spettatore.
Come in <C’eravamo tanto amati> e <Una giornata particolare>, Scola confeziona il suo poetico affresco e racconta la storia del nostro Paese attraverso le vicende dei singoli personaggi.
Il film vince 6 David di Donatello e 6 Nastri d’argento, oltre ad altri premi, e viene interpretato da molti attori nelle varie parti da giovani e da anziani.
I Protagonisti.
Citiamo i più significativi perché nominarli tutti rischiamo di passare per un’opera enciclopedica, visto che una quarantina di attori sono passati sotto il ciac di Scola.
Carlo è un monumentale Vittorio Gassman, perfettamente a suo agio nei panni del patriarca della famiglia.
Eccellenti i duetti con la cognata Adriana, interpretata da una seducente Fanny Ardant, col fratello Giulio, un ottimo Carlo Dapporto, e con la moglie Beatrice, una Stefania Sandrelli molto matura.
Da rilevare una piccola parte di Philippe Noiret, che discute con Gassman per via di Adriana/Fanny Ardant, come pure di Renzo Palmer, nel ruolo di un simpatico zio Nicola.
Nelle scene finali c’è Carletto adulto, nipote di Carlo/Gassman, con Sergio Castellitto che recita la parte con estrema dolcezza non sfigurando nei tète-à-tète col nonno.
Le musiche del maestro Trovajoli sono degne di un’ottima opera, di un affresco.