Laboratorio teatrale “La Sortita”, intervista esclusiva con la docente-regista Barbata Perotti
In scena, ““Quella pazza di mia sorella”
Roma, 20 marzo 2022 – Ci troviamo nell’interno del Teatro Petrolini di Roma, dove fra poco, andrà il scena “Quella pazza di mia sorella”, una commedia preparata da Barbara Perotti nella duplice veste di Regista-sceneggiatrice ed interpretata da Massimo Santolini, Daniela Ippoliti, Laura Loreti e Diego Maria Pagnoni, aiuto regista Stefano Magagna mentre i dettagli tecnici di luci e suoni sono di Davide De Luca e Marco Piattelli.
In attesa, ne approfittiamo per una breve intervista con Lei.
Barbara, innanzitutto grazie per la Sua disponibilità ad essere intervistata, nonostante sia un momento pieno di fermento in quanto deve controllare e calmare i suoi attori. Sappiamo che Lei insegna anche recitazione per il Laboratorio teatrale “La Sortita” sito in Via Livorno, 50.
Come e quando nasce, in Barbara, la passione della recitazione?
Grazie a Lei, è un piacere. L’amore per il mondo del Teatro e la recitazione in generale, nasce da bambina: i miei genitori, assidui spettatori da tutta la vita, mi hanno sempre portato a teatro, luogo che mi incantava e lasciava senza fiato. Osservavo gli attori muoversi in scena, le luci, la scenografia e sognavo di poter un giorno assaporare anche io quella gioia. Altri “complici” di questa passione l’attrice Rina Kent, mia zia, una donna bellissima e speciale, che mi ha fatto innamorare con i suoi racconti sull’avanspettacolo e sul cinema, sulle sue collaborazioni con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Tony Renis e molti altri, ed al suo fianco l’attore, sceneggiatore, regista e produttore Gino Turini, mio zio, che ha lavorato, fra i tanti, con Sidney Chaplin, il figlio di Charlie Chaplin, che ha aperto le porte del suo ufficio, con i muri pieni di locandine che trasudavano storia e passione, ad un piccolissima me che osservava tutto con oggi sgranati e sognanti.
Ho iniziato a studiare recitazione, come molti, fra i banchi di scuola elementare, e non ho più smesso. Durante l’adolescenza due palcoscenici hanno segnato e rafforzato in me la convinzione di voler fare questo nella vita: la Sala Umberto, dove ho avuto la possibilità di esibirmi in lingua francese con uno spettacolo di Molière, ed il Teatro Bonci di Cesena, un piccolo Sistina emiliano con 800 posti, dove ho interpretato Ida in “Porcile” di Pasolini.
Una volta diplomata al Liceo Classico “Giulio Cesare”, ho iniziato l’Accademia di recitazione, che mi ha dato la possibilità di studiare approfonditamente ogni sfaccettature della recitazione teatrale e cinematografica, godendo di lezioni di eccellenza con alcuni nomi del mondo dello spettacolo che ricordo con gratitudine per i loro insegnamenti, Carlo Verdone, Leonardo Pieraccioni, Luca Ward.
E dopo tanto studio, diversi spettacoli come attrice e regista, alcune collaborazioni cinematografiche, eccomi qua, con la voglia di trasmettere agli altri la mia passione per la recitazione tramite i Laboratori di recitazione.
In quanti collaborano nell’attività didattica?
Sono fortunata, posso avvalermi di validi collaboratori, accomunati dalla passione per questo magico mondo: Stefano Magagna, il mio aiuto-regista che esordirà a giugno con uno spettacolo scritto da lui “Villa Augustea” e co-diretto con me; Massimo Santolini, valido ed eclettico attore, che avrà modo di apprezzare fra pochissimo sul palco. Da quest’anno possiamo vantare nello staff anche la presenza di due giovani e talentuosi attori, Davide De Luca e Max Casagrande, che hanno esordito da me diretti a dicembre presso lo storico Teatro delle Muse con lo spettacolo “Il Teatro in una stanza” e collaborano a tutto tondo, “facendosi anche le ossa” con luci, suoni e scenografie.
Quale dei tanti metodi utilizza durante le sue lezioni?
Il mio metodo di insegnamento, si rifà principalmente a due giganti studiosi della formazione dell’attore: Konstantin Stanislavskij e Lee Strasberg. Dal primo, che ha operato totalmente in ambito teatrale, cerco di trasmettere una grande lezione: “non mostrare un’azione che sembri vera ma cercare la verità in ogni scena”. Dal secondo, che ha visto e riadattato il sistema Stanislavskij all’avvento del cinema, apprezzo ed utilizzo gli esercizi di immaginazione ed improvvisazione.
Che età hanno, di media, i Suoi allievi?
Di tutte le età: fra il corso Giovani ed i corsi Adulti, abbiamo il piacere di portare sul palco allievi dai 18 ai 72 anni!
Quale emozione prova nel vedere i suoi allievi affrontare con la padronanza che ho avuto il piacere di ammirare nello spettacolo dello scorso 19 dicembre?
Un’emozione incredibile. Alcuni degli esercizi che proponiamo a lezione, si rifanno alla psicotecnica teatrale (l’arte di rendere creativamente attiva, cioè concreta, la nostra mente), “toccando” corde sensibili dei tuoi allievi (ed inevitabilmente tue), sviluppando così un rapporto empatico, simbiotico, fra te e l’altro. Durante l’anno si piange assieme, si ride assieme, ci si confronta: vederli coronare sul palco il loro percorso, mi riempie di orgoglio… e scappa anche qualche lacrimuccia!
A completezza d’informazione, dopo aver assistito alla brillante commedia “Quella pazza di mia sorella”, posso assicurare aver trascorso circa 90 minuti di puro sano divertimento, grazie alla brillante esecuzione del copione dei 4 soggetti, i quali fedeli all’insegnamento del metodo, non erano attori che interpretavano ma personaggi reali che vivevano la storia che stavano rappresentando.
Grazie Barbara, anche a nome dei nostri lettori, per il tempo dedicatoci, augurandole sempre maggiori successi che avremo il piacere di condividere con i nostri Amici.