Spettacolo

L’Amerikano.

Film denuncia del regista impegnato Costa-Gavras.

Roma, 22 marzo 2023.

 

La ricorrenza.

Sono oggi 50 anni dall’uscita in Italia di un thriller politico, sceneggiato e diretto da Constantin Costa-Gavras: L’Amerikano.

La storia.

Siamo nel 1970 in Uruguay e i Tupamaros, organizzazione politica clandestina di sinistra che combatte il governo in carica del presidente Areco, rapiscono un cittadino americano.

Philip Santore è un apparente funzionario di una società che si occupa di aiuti e sviluppo di attività in Sud America.

In realtà Santore è un agente Cia, specializzato nell’addestramento delle polizie dei governi di destra dei paesi latino-americani.

L’addestramento consiste anche nell’apprendimento delle più sofisticate tecniche di tortura e nella repressione dei dissidenti.

I Tupamaros lo processano per il suo impegno prestato a favore dei governi del Brasile, della Repubblica Dominicana e dello stesso Uruguay.

Durante lo stato di detenzione i guerriglieri allacciano una trattativa, con il governo, per uno scambio tra Santore ed alcuni prigionieri politici.

Il governo vacilla, la stampa preme sull’opinione pubblica, ma la polizia, guidata dal capitano Lopez, compie un’inattesa operazione catturando alcuni ribelli.

L’episodio rafforza di colpo la posizione governativa che decide di rinunciare all’ipotesi di scambio tra Santore ed alcuni prigionieri politici.

Il destino di Santore è segnato anche e soprattutto per l’arrivo, a Montevideo, di un nuovo consigliere dagli Stati Uniti.

Curiosità.

Costa-Gavras dirige un film politico evidenziando le ingerenze della Cia in America Latina, nell’epoca della guerra fredda.

Già nel passato, con opere come Z-L’orgia del potere, La confessione, Missing, il regista greco prende spunto da fatti realmente accaduti descritti con asciutta lucidità.

E’ una delle rappresentazioni più importanti del cinema progressista degli anni settanta, sceneggiata anche da Franco Solinas con musiche di Mikis Theodorakis.

Protagonisti.

Due attori su tutti Yves Montand nel ruolo di Santore e Renato Salvatori, nella parte del capitano Lopez.

Montand, al secolo Ivo Livi, toscano della provincia di Pistoia, naturalizzato francese, recita con egregia maestria un personaggio complesso.

A metà tra l’aspetto sereno nella detenzione e la determinazione-deformazione della sua formazione ideologica.

Da (ri)vedere.

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