Spettacolo

In ricordo del “Mattatore”

gassmanLa festa di S.Pietro e Paolo nel mondo dello spettacolo ha un ricordo triste perché il 29 giugno del 2000 ci lasciò il “Mattatore”, al secolo Vittorio Gassman.

Roma, 29 giugno – Inutile ricordare come insieme a Sordi, Tognazzi, Manfredi e Mastroianni, Vittorio Gassman abbia rappresentato il meglio della commedia all’italiana. Così, solo per semplificare, abbiamo citato i “mostri” per eccellenza di quel genere cinematografico, che Gassman ha valorizzato, ovviamente ben coadiuvato da decine di interpreti e caratteristi fantastici.

Vittorio Gassman, vero cognome Gassmann, era nato a Genova il  1º settembre 1922. Nel 2000 se ne andò in preda ad un forte stato depressivo che lo aveva colpito già da diversi anni. È singolare pensare che, in generale, un artista di quello spessore, di quella personalità potesse soffrire di quella sindrome.

Vittorio Gassman non era tra i dimenticati perché ancora lavorava con la grinta e la passione maniacale dei bei tempi, ma probabilmente un qualcosa di oscuro pervade questi grandi personaggi ad un certo punto della loro vita; chissà forse l’inconsapevole possibilità di non farcela più come un tempo, o di passare nel dimenticatoio.

Il personaggio Gassman è stato fantastico con tutte le sue debolezze personali, come è umano che sia un po’ per tutti. Sin dall’inizio si vedeva che il talento andava di pari passo con la sua debordante personalità e  questo talento ad un certo punto, a quasi 40 anni, gli consentì perfino di cambiare indirizzo perché da attore filo-drammatico si trasformò anche in attore brillante con l’esordio impareggiabile ne “I soliti ignoti” dove l’intuizione del regista Monicelli lo trasformò nella macchietta di “Peppe er pantera”, squinternato pugile della periferia romana di fine anni ’50.

Da quel momento è decollata la carriera di Vittorio che non ha mai rinunciato al suo primo amore, anzi creò a Firenze la famosa “bottega” dove preparava e forgiava i nuovi attori del domani.

Originario di Genova, Gassman si trasferì ben presto a Roma  e fra le tante cose fu anche un ottimo giocatore di basket con lusinghieri risultati nella Nazionale universitaria. Tale circostanza lo avrebbe aiutato non poco nella “fisicità” dei suoi ruoli di attore.

Il “Mattatore”, il soprannome derivava dal programma televisivo del 1959 che lo vedeva come attore teatrale conduttore, dicevamo, sfruttava il suo talento consapevole di ciò, per far capire non come Mastroianni che lo esercitava più per induzione, quasi con pigrizia. A questo proposito rimase celebre sul finire degli anni ’50 la famosa rappresentazione dell’Otello in cui ogni sera si scambiava il ruolo di Otello o di Iago con quell’altro “mostro” di Salvo Randone.

Personalmente credo che la sua più grande rappresentazione cinematografica sia stata “Profumo di donna”, interpretando un cieco con egregia maestria oltre come già accennato a innumerevoli ruoli della commedia all’italiana.

Se poi pensiamo che hanno dato l’Oscar a certi attori…..

Curiosa dal punto di vista sportivo l’esperienza di Gassman come tifoso della Roma in ossequio ai figli  Alessandro e Jacopo ed al nipotino figlio di Alessandro. Lo si vedeva spesso all’Olimpico, in tribuna Monte Mario, che accanto a quest’ultimo trepidava con lui per le sorti dei giallorossi. Anche se lui era da sempre tifoso del Genoa.

E a proposito della Roma ci piace ricordare il celebre monologo in questura con cui, nel film “L’audace colpo dei soliti ignoti”, Gassman/Peppe Er Pantera, cerca di convincere il maresciallo della questura di Milano di aver realmente assistito a Milan-Roma per crearsi l’alibi. La scena inizia con Peppe che mostra al sottufficiale il biglietto della gara, per poi recitare a memoria la cronaca di questa, tabellino compreso. “Io se stavo a Milano è per via dell’omonima partita e sempre Forza Roma” inizia Gassman. Interviene un poliziotto che dice che con lui i pregiudicati che erano allo stadio salivano a dodici. “Solo dodici su mille tifosi romanisti – interviene er pantera – È una percentuale di pregiudicati irrisoria. Ahò, tra i laziali è molto maggiore”. Poi, alla domanda su che cosa era accaduto al 41’ del secondo tempo, risponde: “Al 41’ Altafini, detto Mazzola, ricevuta la sfera di cuoio dallo scattante Danova, aggirava l’accorrente Bernardin e lasciava partire di sinistro una secca staffilata che s’insaccava alla convergenza dei pali. Niente da fare per il pur vigile Panetti”. Il maresciallo chiede: “Arbitro?”. E lui: “Arbitro, imparziale ma irascibile, il signor Baralla di Livorno. 75.000 spettatori circa nonostante un leggero annuvolamento nel primo tempo, senza però che Giove Pluvio ponesse in atto la sua passeggera minaccia”. 

Siamo convinti che in questo momento starà certamente preparando qualcosa per la prossima stagione. Si ha notizia che “lassù” abbia reclutato un cast di tutto rispetto, senza nessun esborso economico, ma con tanto, tanto divertimento.

Che Spettacolo!    

    

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