Teatro Quirino – Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta in “ Mi piaci perché sei così”
Una casa a fumetti
Roma, 13 febbraio – Quel che colpisce in questa deliziosa commedia firmata da Gabriele Pignotta, di scena al Teatro Quirino, è la leggerezza con la quale viene affrontato un tema molto diffuso nella vita a due: quello della crisi che sempre più rapidamente si impadronisce di una coppia, che si era recata all’altare armata dell’illusione di aver trovato l’amore eterno, e che si ritrova a smaniare come colpita da claustrofobia all’interno di un rapporto dove si condividono una ridda di emozioni che vanno dalla noia alla intolleranza.
La soluzione non è facile, e, a volte, anzi, sembra impossibile, per cui ci si ritrova a buttare la spugna e mandare all’aria un progetto di vita codificato. Altre, si cercano degli accomodamenti, che non devono per forza scadere nella farsa crudele e acida, o nel drammone. Anzi, Pignotta vira tutto su una leggerezza da sophisticated comedy all’americana. Perché davvero non può finire così una storia romantica e sentimentale, di quelle che fanno sognare ad occhi aperti.
Perché Marco l’ha incontrata quella ragazza speciale nel posto più particolare del mondo, a Parigi. Lei, Monica, bancaria in vacanza, lui disegnatore di fumetti. E subito la corrente continua di un linguaggio di sorrisi e piccole intese, come alla ricerca di un terreno comune dove fare germogliare quel seme di una amicizia che non si lascia circoscrivere e cerca gli spazi aperti e i tempi lunghi di un rapporto di coppia.
Ora finalmente sono a casa, una casa che li racconta, una casa a fumetti, accesa nei colori, dove lui pensa di potersi gestire nell’immobilità indifferente di chi attribuisce all’altra l’onere di costruire e di mandare avanti il ménage.
L’altra, che torna dal lavoro sfibrante, deve prepararsi alla lotta con i calzini dispaiati, con la biancheria disseminata ovunque, con la mancanza di collaborazione e cooperazione da parte del marito, con la sua incapacità di essere non prevedibile.
E con il fatidico sabato sera. Monica carica quella serata di un vibrante sistema d’attese. Marco, no, semplicemente. Né è più in grado di condurre eccitanti giochi d’amore che sbriciolino le pareti della casa e facciano vibrare corde segrete.
La routine, oddio!, la ROUTINE si è impiantata a capotavola e li ricopre di una spolverata avviluppante di noia.
Bisogna confrontarsi con gli altri, i vicini, Francesca e Stefano, che conducono assieme una merceria e vivono spalmati come il burro su una fetta di pane. Perché loro devono per forza essere felici. Diventare amici, allora, imparare la tecnica della convivenza. Per poi scoprire, magari, che anche l’odio o il rancore possono essere motivazioni per la vita a due, che si è con il tempo costruita una doppia identità, quella di coppia armoniosa e felice, e quella più sincera di due estranei che si detestano, che fanno all’amore un giovedì al mese, una data che pende sulle loro vite come una condanna a morte. Che mette insieme tutti i piccoli trucchi che l’ipocrisia ha disseminato qua e là.
C’è un ‘ultima possibilità all’orizzonte, un metodo sperimentale messo a punto da un terapeuta che sembra fatto apposta per loro. Monica convince il marito a fare il tentativo. In fondo non c’è poi tutto questo pericolo. Il metodo consiste nel sottoporsi ad una ipnosi che scambierà le due personalità e così Marco potrà vivere sulla propria pelle le difficoltà di Monica e viceversa. Il tutto solo per tre mesi.
E il miracolo avviene, perché in fondo spesso il clic è tutto nella incapacità di comunicare noi stessi, i nostri desideri, i nostri bisogni a chi ci sta accanto, creando grandi delusioni che si piazzano sulle ferite e cominciano a farsi spazio, come i rostri delle antiche galee romane.
È così che, con l’aiuto fondamentale della bravissima Vanessa Incontrada, squisita interprete molto duttile, in grado di passare dal repertorio leggero e più sofisticato a quello drammatico, lo spettacolo fa riflettere divertendo con i suoi ben costruiti giochi verbali, con i dialoghi vivacissimi, con la regia dello stesso Pignotta, brillante, piena di trovate gustose e cucita addosso ai quattro personaggi, se stesso nei panni di Marco, Vanessa Incontrada in quelli di Monica, la moglie, di Siddhartha Prestinari e di Fabio Avaro, Francesca e Stefano, i vicini di casa.
Deliziosa la scena d’interno di Tiziana Liberotti.
Molto piacevoli e ben adatti ai ruoli i costumi firmati da Agata Cannizzaro.
Un plauso per la scelta delle musiche di Stefano Switala, con brani evergreen di Frank Sinatra, di Dean Martin e di altri.