Che ‘Napule è’ diventi l’inno della città e del Napoli, chiedono in molti dopo la scomparsa del celebre cantautore.
Roma, 5 gennaio – Pino è morto, viva Pino. Anche se stavolta, purtroppo, il nero non è a metà. È proprio nero nero.
Troppo brutta la notizia dell’improvvisa scomparsa del cantore moderno di Napoli per eccellenza per colpa di un infarto. L’uomo che ha rilanciato la canzone partenopea con melodia indimenticabili, tra il jazz e il blues, la tradizione e l’innovazione. Con lui ‘Napule è’ e resterà per sempre la casa della musica italiana dei favolosi (musicalmente parlando) anni settanta e ottanta insieme a Roma e Bologna. Pino, James Senese, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, Enzo Gragnaniello. Un gruppo di artisti capace di rilanciare la canzone napoletana dei quali, ovviamente, proprio Pino era il capo carismatico. L’uomo dai mille successi e degli stadi pieni, quello con cui avresti aspettato insieme che venisse a chiove pensando che, come dice quel vecchio proverbio, ogni scarrafone è sempre bello a mamma sua. Ciao Pino. E ora che stai insieme agli altri, lassù, gustati na tazzurella ‘e cafè anche per noi.
Al cordoglio generale, ovviamente, si è unito anche il Napoli Calcio per bocca del suo presidente Aurelio De Laurentis: “A nome di tutto il Napoli esprimo il dolore per la scomparsa di Pino Daniele. Lo ricorderemo insieme domenica al San Paolo. Ho conosciuto Pino Daniele nel 1978 quando gli affidai la scrittura della musica del film “La mazzetta”. Era agli inizi ma si capiva che era un vero genio musicale. Con lui scompare un’icona della musica napoletana, italiana, internazionale”. E proprio a lui in molti già chiedono che la sua magica ‘Napule è’ diventi per sempre l’inno della squadra e della città da suonare al San Paolo prima delle partite degli azzurri. Proprio come avvenne la notte di San Valentino del 2011 in occasione di Napoli-Inter.
A pensarci bene, sarebbe il modo migliore per ricordarlo per sempre.