Roma, 21 marzo 2021.
La ricorrenza.
Celebriamo il 22 marzo, il potenziale compleanno, 100 anni, di uno dei grandi interpreti della commedia all’italiana: Nino Manfredi.
La storia.
Manfredi nasce a Castro dei Volsci, provincia di Frosinone, orgogliosamente ciociaro ma romano d’adozione per aver vissuto nella Capitale sin dalla tenera età.
Vive nel quartiere di San Giovanni e trascorre un’adolescenza vivace fin quando a 16 anni si ammala di tubercolosi e rimane per parecchio tempo in sanatorio.
Un’esperienza dura durante la quale comincia a maturare quello che vuol fare da grande.
Cresce in lui una passione verso la musica e il teatro, tuttavia rispetta i desiderata familiari e consegue la laurea in giurisprudenza appena terminata la guerra.
Non è certo la carriera d’avvocato il sogno di Nino, tant’è che s’iscrive all’Accademia d’Arte Drammatica e comincia ad interpretare piccoli ruoli in varie compagnie.
C’è anche la radio, la neonata televisione e ci sono anche apparizioni cinematografiche che sempre più lo fanno conoscere ed apprezzare al grande pubblico.
Il 1959 è un anno d’oro per Manfredi per il grande successo ottenuto in TV con la partecipazione a Canzonissima, dove inventa <Bastiano, il barista di Ceccano> ed il famoso tormentone Fusse che fusse la vorta bbona.
A seguire nel cinema col personaggio di <Piede amaro>, in Audace colpo dei soliti ignoti, è grande protagonista diretto da Nanni Loy con cui stabilisce un solido rapporto.
Ormai lanciata la carriera Manfredi si cimenta anche con la regia, in pochi film tutti azzeccati, con il fiore all’occhiello di Per grazia ricevuta del 1971, vincitore a Cannes della Palma d’oro per la migliore opera prima.
Insomma teatro, cinema, televisione, spot pubblicitari con il fortunato sodalizio con la Lavazza nel celebre:<Più lo mandi giù e più ti tira su> e <Il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?>.
Lavora fino al 2003, quando appena finito di girare il suo ultimo film viene colpito da un ictus che tra alti e bassi, di lì ad un anno, lo porta alla morte nel giugno del 2004.
Curiosità.
Devo dire con sincerità che Nino Manfredi nella mia personalissima classifica dei <grandi> della commedia all’italiana lotta con Ugo Tognazzi per la medaglia di bronzo.
A mio parere Gassman e Sordi primi per distacco, escludendo Marcello Mastroianni che spesso ha privilegiato testi e scelte diverse rispetto agli altri.
Anche un fattore umano, un modo di farsi vedere, rispetto agli altri che me l’ha fatto conoscere in una certa luce.
Ha dato più volte la sensazione di voler privilegiare più la sua persona, la sua presenza scenica, nelle varie manifestazioni in cui è apparso.
Detto questo non ho difficoltà a riconoscere e ad apprezzare il talento di Manfredi in opere come Gli anni ruggenti, 1962, Operazione San Gennaro, 1966, Il padre di famiglia,1967.
E ancora Riusciranno i nostri eroi…,1968, Nell’anno del Signore, 1969, Girolimoni, il mostro di Roma, 1972.
Manfredi raggiunge l’apice, la maturità, dal 1974 al 1976 con Pane e cioccolata, C’eravamo tanto amati e Brutti, sporchi e cattivi.
Opere che in maggior misura ne esaltano sia la capacità comica che l’arte drammatica, a certificazione di tutta la sua carriera.
Proprio nel giorno della sua ricorrenza, su Sky Arte canali 120 e 400, andrà in onda alle 21,15 <Uno, nessuno, cento Nino> un ricordo estremamente particolareggiato a cura del figlio Luca Manfredi.
E poi non potevo NON ricordare Nino Manfredi nel giorno del SUO e del MIO compleanno…