Washington, 21 agosto – Prince, il cantante conosciuto in tutto il mondo, artefice di successi come Purple Rain e Kiss e deceduto all’età di 58 anni il 21 aprile a Chanhassen, nel Minnesota, è morto per overdose da oppiacei.
La rockstar che secondo alcuni tabloid americani era sieropositivo dal 1990, da alcuni mesi sapeva di avere l’Aids, malattia per la quale non si curava.
Prince, il 15 aprile, si sentì male a bordo del suo aereo, costringendo il pilota ad un atterraggio d’emergenza in Illinois. Soccorso, fu curato per una potenziale overdose di oppiacei antidolorifici, gli stessi che potrebbero averne poi provocato la morte.
Sempre secondo le indiscrezioni dell’Enquirer, i medici hanno detto che il cantante pesava solo 36 chili quando è morto, la sua temperatura era scesa a 34 gradi, il viso era giallastro, l’emocromo basso, le punta delle dita bluastre ed era così debole per carenze di ferro che era molto debole e disorientato.
Sia addosso a Prince che nella sua residenza a Paisley Park, sono state trovate delle pillole che, secondo quanto scrive l’Ap citando un investigatore sotto anonimato, erano falsamente etichettate come ”Watson 385”, una dicitura usata per identificare pastiglie contenenti un mix di paracetamolo e idrocodone ma di fatto contenevano l’antidolorifico fentanyl, oppioide sintetico 50 volte più potente dell’eroina, una cui “overdose accidentale” – secondo l’autopsia – ha causato la morte del musicista.