Teatro Olimpico : Momix Remix: Gli acclamati ballerini/illusionisti più famosi al mondo per le loro opere di eccezionale bellezza e fantasia, tornano ad incantare la platea del Teatro Olimpico fino al 2 dicembre per la stagione dell’Accademia Filarmonica Filarmonica Romana in collaborazione con il Teatro Olimpico, con Momix Remix spettacolo per la prima volta a Roma: le performance più belle in un’unica serata, dove mistero, fascino e talento si fondono in un mix che sorprenderà un pubblico di tutte le età. Creato dal sempre geniale Pendleton in occasione del 30° anniversario dei Momix, lo spettacolo propone una caleidoscopica “compilation” dei pezzi più significativi, originali e suggestivi, scelti tra tutte le produzioni susseguitesi nel corso degli anni, una full immersion nel mondo Momix. Remix inteso come smontare, rimontare, immaginare, inventare un nuovo senso attraversando trent’anni di spettacoli, aprendoli come scatole magiche e giocandoci per regalare agli spettatori una nuova meraviglia. È proprio nel montaggio che la fantasia di Pendleton coinvolge il pubblico, nel suo mix competente e impertinente, nei suoi accostamenti imprevedibili e sorpendenti. Si va dalla prima magica, sorprendente Momix Classics, alla strepitosa ultima Bothanica, e in esclusiva per Remix due nuove creazioni ad hoc, fra cui la nuova coreografia Baths of Caracalla, omaggio perfetto alla città di Roma, che da trent’anni ricambia l’amore per questa straordinaria compagnia, grazie al prezioso e duraturo sodalizio che la lega all’Accademia Filarmonica Romana. Anche per questo, l’istituzione capitolina ha nominato Moses Pendleton Accademico della Filarmonica Romana, primo coreografo ad essere insignito di tale riconoscimento. Conosciuta nel mondo intero per i suoi spettacoli di eccezionale inventiva e bellezza, Momix è una compagnia di ballerini-illusionisti diretta da Moses Pendleton. La sua fama è legata alla capacità di evocare un mondo di immagini surreali e seduzioni visuali facendo interagire corpi umani, costumi, attrezzi, giochi di luce. Oltre alle annuali apparizioni al Joyce Theatre di New York, la compagnia si esibisce regolarmente in tournée internazionali di grande successo; anche quest’anno torna al Teatro Olimpico su quello che ormai, dopo tre decenni, può considerare il proprio palcoscenico a Roma.
Teatro Eliseo: Il Pirandello di Trovarsi con Mascia Musy: In scena al Teatro Eliseo Trovarsi di Luigi Pirandello, interpretato da Mascia Musy per la regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi. Trovarsi prosegue il consolidato rapporto tra Vetrano e Randisi e la drammaturgia di Luigi Pirandello. In questa occasione l’interesse dei due registi-attori si orienta verso un testo tra i meno rappresentati, ma di grande suggestione per il modo del tutto particolare con cui viene affrontata una tematica fortemente pirandelliana, quale è appunto quella dell’identità in relazione all’essere e all’apparire. Il personaggio centrale è un’attrice, Donata Genzi, interpretata da Mascia Musy, un personaggio puro e autentico come le attrici che Pirandello ammirava in quanto incarnazione dell’Arte. La verità che Donata sa esprimere sul palcoscenico è così credibile e intensa che nessuno reputa possibile che l’amore interpretato con trasporto e naturalezza sulla scena, non abbia avuto riscontro uguale anche nella sua vita privata. E quando ciò accade, ovvero quando Donata si abbandona a un amore assoluto e si scopre a compiere quegli stessi gesti che aveva istintivamente interpretato sul palcoscenico si chiede con paura se il suo amante Elj potrà capire la differenza tra la donna e l’attrice. Ancora una volta, attraverso una storia che usa come paradigma una vicenda teatrale, in Trovarsi Pirandello affronta tematiche che riguardano il modo di relazionarsi, e ancora mette in evidenza la verità di cui il palcoscenico può essere il più autentico testimone, verità contrapposta alle ipocrisie e ai pregiudizi. Nella riscrittura di Vetrano e Randisi questo spettacolo, che insieme vede in scena otto attori di grande talento, diventa un viaggio indietro nel tempo. Un sogno in bilico tra maschera e vita e tipico delle tematiche Pirandelliane in cui l’autore mette a confronto saggezza e impazienza, rimpianti e incomprensioni, vecchiaia e giovinezza. Una nuova sfida per i due registi, che hanno trovato in Mascia Musy l’artista ideale per dare corpo a questo racconto teatrale, affiancandole gli attori storici della compagnia pirandelliana che negli ultimi anni hanno portato in scena “L’uomo, la bestia e la virtù”, “Pensaci,Giacomino!” e “I giganti della montagna”.
Teatro Brancaccio: I 15 anni di Grease: il musical dei record che ha conquistato quasi 1.500.000 spettatori in tutta Italia in 1.200 repliche affermandosi come un fenomeno senza precedenti, dopo un assaggio nelle principali rassegne teatrali estive è pronto a calcare nuovamente i palcoscenici italiani. ll ritorno festeggia anche 15 anni esatti dal suo debutto: il 4 marzo 1997 il Teatro Nuovo di Milano ospitava infatti la prima fortunata edizione con Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia come protagonisti. In questa nuova edizione il ruolo di Danny è affidato a Riccardo Simone Berdini, già protagonista di “Happy Days” e “Pinocchio”, mentre nei ruoli delle protagoniste femminili ritroviamo Serena Carradori (Sandy nelle edizioni 2007/08 e 2009/10) e Floriana Monici (Rizzo dal 2003 al 2006). Il tour invernale partirà da Roma l’8 novembre, toccherà le principali città italiane (Napoli, Torino, Firenze, Genova, Bologna) e si concluderà a Milano al Teatro della Luna dal 14 febbraio 2013. In poco tempo Grease si afferma come il primo long running show della storia dello spettacolo in Italia e ottiene dal pubblico un consenso mai visto prima: sold out nei teatri di tutta Italia, ha alternato sul palco, dal suo debutto a oggi, più di 120 artisti, rappresentando per molti di essi un trampolino di lancio. Grease è un’iconografia classica dell’America degli anni ’50, un collage di immagini colorate ed esplosive: il rock ‘n’ roll e le atmosfere da fast food, i pigiama party e i motori truccati delle vecchie auto, i giubbotti di pelle e le gonne a ruota, il ciuffo alla Elvis e la brillantina. Simboli intramontabili di una generazione che, portati in scena con ritmo e colore, hanno trasformato lo spettacolo in un fenomeno ineguagliabile. La colonna sonora di Grease, rimasta per settimane al primo posto delle classifiche in molti paesi, gode di canzoni diventate dei classici da repertorio; in Gran Bretagna “You’re The One That I Want” e “Summer Nights” sono arrivate entrambe in vetta alle classifiche e vi sono restate per anni e la canzone “Hopelessly Devoted to You”, cantata nella versione cinematografica da Olivia Newton-John, ha ricevuto anche una nomination al premio Oscar per la migliore canzone originale nel 1979. La storia d’amore tra Danny e Sandy, i sogni dei T-Birds e delle Pink Ladies e, soprattutto, tanto rock ’n’ roll fanno sì che Grease sia diventato sinonimo di energia pura e divertimento da non perdere.
Teatro Parioli De Filippo: Cani e Gatti: La stagione teatrale del Teatro Parioli Peppino De Filippo è stata inaugurata dalla Compagnia di Teatro Luigi De Filippo comn la commedia Cani e gatti (marito e moglie) di Eduardo Scarpetta riduzione e regia di Luigi De Filippo,che ne è anche protagonista. Una delle più divertenti commedie del grande Eduardo Scarpetta, ancora di sorprendente attualità e che conferma ancora una volta la validità del teatro di grande tradizione napoletana.“In un momento come quello che viviamo, nel quale il matrimonio fra i giovani è in crisi, questa commedia racconta con umorismo ed ironia di un’ anziana coppia di coniugi costretti, loro malgrado, a fingersi in chiassosa lite per mostrare alla figlia, da poco sposata e sempre in conflitto col marito, quanto sia dannoso e pericoloso litigare a causa dell’eccessiva gelosia.” Luigi De Filippo.Luigi De Filippo, regista ed interprete oramai affermato come una delle personalità più rappresentative ed autorevoli del teatro napoletano, è un protagonista di eccezionale misura comica; una compagnia di undici giovani attori lo affianca validamente. Accanto a Luigi De Filippo in scena nel ruolo di Don Salvatore, Fabiana Russo, Vincenzo De Luca, Roberta Misticone ,Riccardo Feola,Gennaro Di Biase,Michele Sibilio, Feliciana Tufano, Luca Negroni, Stefania Aluzzi, Stefania Ventura,Marianna Mercurio, Paolo Pietrantonio. Repliche fino al 18 novembre.
Teatro San Paolo: L’ Ernesto di Oscar Wilde: Terzo anno di repliche per il capolavoro di Oscar Wilde, L’importanza di chiamarsi Ernesto, adattamento e regia di Ester Cantoni, che torna al Teatro San Paolo dal 27 novembre al 16 dicembre. Lo spettacolo è interpretato da Lucia Ricalzone, Giuseppe Renzo, Patrizia Grossi, Daniele Biagini, Ester Cantoni, Giorgio Barlotti, Cristina Golotta. La pièce è un capolavoro dell’arte del teatro, messa in scena con gusto e ironia, con un occhio alla tradizione ed uno alla contemporaneità del testo. La scelta registica di ambientare la commedia nell’Inghilterra degli anni ’60, ha lo scopo principale di conciliare due diverse epoche di una stessa cultura, in modo da tracciarne le somiglianze e da sottolinearne le diversità. E’ uno spettacolo giovane e frizzante, sapientemente condito dalle musiche dei Beatles, che rievocano al pubblico immagini di un periodo carico di novità, di cambiamenti, di innovazioni. La commedia narra della vicenda di John Worthing, innamorato di Gwendolein Fairfax, che finge di chiamarsi Ernest per poter meglio entrare nelle grazie della fanciulla. Nel frattempo, il cugino di Gwendolein, Algemon Moncrieff, amico fraterno di John e innamorato della pupilla di quest’ultimo, Cecily Cardew, per tentare di sedurre la ragazza, a sua volta finge di chiamarsi Ernest e di essere il fratello dissoluto di John. L’inganno ai danni delle due donne, non può durare a lungo, ma quando i due confessano la verità e tutto sembra volgere per il peggio, si viene a scoprire che John, abbandonato alla nascita, era stato realmente battezzato col nome di Ernest e che Algemon riusulta essere veramente suo fratello. John e Algemon si ritrovano, dunque ad essere stati per la prima volta sinceri, sebbene pensassero entrambi di aver mentito spudoratamente. Alle promesse di matrimonio di entrambe le coppie, che concludono l’opera con un lieto fine s’aggiunge anche quello tra il reverendo Chasuble e la signorina Prism, istitutrice di Cecily. L’importanza di chiamarsi Ernesto colpisce ancora oggi per la freschezza e per sagacia, conquista le simpatie e trova consensi in ogni tipo di pubblico, strappa applausi e risate a chiunque, di qualunque età esso sia.