Raccontare la Magnani al Teatro dellOrologio
di Mario Moretti, con Annalisa Biancofiore, Priscilla Micol Marino, Elisa Pavolini e Sara Platania. Al pianoforte e fisarmonica Alfredo Messina . Regia di Annalisa Biancofiore. In occasione del centenario della nascita di Anna Magnani ritorna a Roma, con il sostegno del Primo Municipio, Raccontare la Magnani, lo spettacolo che Mario Moretti ha dedicato alla grande attrice. Dopo tre lunghi viaggi attorno al suo mondo -Raccontare Nannarella 1987, Anna verrà 1997, Raccontare la Magnani 2007 – la mitica Nannarella riprende vita per la quarta volta in una edizione che può essere considerata una variazione sul tema della creatività delle donne. Come è noto, le amicizie al femminile non sono mai state il forte della Magnani: eppure sono state proprio le donne alcune rare, come Suso Cecchi DAmico le prime ad intuire la pienezza di una personalità unica. La vita, larte, il temperamento, in una parola, la leggenda della Magnani, viene qui affidata al racconto teatrale di quattro attrici che, intrepidamente, se ne appropriano secondo unangolazione del tutto particolare. Non si tratta di una biografia, almeno non nel senso proprio del termine, ma piuttosto di un libero assemblaggio di frammenti non ordinati cronologicamente e al di fuori di ogni logica narrativa. Il teatro diventa, naturalmente, il terreno dincontro: non va dimenticato che la predilezione dellattrice verso la scena le faceva dire, a conclusione della sua strepitosa carriera: Beh, penso di essere soprattutto unattrice di teatro. Lo stacco musicale, i brani del repertorio della Magnani, la sua esplosiva esperienza cinematografica e la sua corrispondenza, costituiscono il tessuto connettivo dello spettacolo. A completare una sorta di rigenerazione dellepoca legata alla Magnani non mancano le canzoni e le parodie attinte al mondo glorioso, rigorosamente maschilista, dellavanspettacolo. La discesa di quattro giovani interpreti in questo universo può anche assumere un altro significato: può essere vista come la conferma di quel segno nuovo che vede la riaffermazione della donna in tutti i campi dellarte scenica, oggi.