“Nell’Accademia di Santa Cecilia, per la prima volta nella sua storia, ho voluto creare la figura, presente da tempo in molti complessi sinfonici di rango internazionale, del Direttore ospite principale”. Così il Maestro Michele dall’Ongaro, sovrintendente e direttore artistico della nostra massima orchestra sinfonica, ha presentato nel programma di sala il direttore Mikko Franck, appena giunto a Roma per onorare l’impegno assunto.
Finlandese, nato nel 1979, MIkko Franck ha iniziato la carriera ad appena diciassette anni e da allora un cammino stellare con le orchestre più prestigiose, Berliner e Wiener in testa, ma anche le più famose compagini europee e americane e una fama da rispettare, la grande empatia con i professori d’Orchestra dell’Accademia e il pubblico, testimoniata dall’entusiasmo suscitato ultimamente durante la tournée italiana per il Festival MiTo.
Un certo clima di curiosità e di attesa dunque era inevitabile tra gli spettatori che venerdì affollavano l’Auditorium ‘Parco della Musica’. Attesa delusa per un improvviso malore, sembra un attacco febbrile, che ha colto Franck. Poteva essere perciò una di quelle serate che vedono sfumare ogni aspettativa, fatte apposta per costruire un muro di rimpianti, ma ancora una volta l’Accademia ha saputo mostrare rispetto e affetto per il pubblico, che d’altra parte ricambia con una stima conclamata e, mentre avvertiva che erano già predisposti i rimborsi dei biglietti, offriva un breve spettacolo, affidando l’emergenza al Maestro Carlo Rizzari, e chiedendogli di dirigere la seconda opera in programma “I Quadri di un’esposizione” di Modest Musorgskij. Armato di buona volontà, così com’era vestito, in jeans e giubbottino, scusandosi con il pubblico, Rizzari, Direttore Assistente, assai stimato da Sir Antonio Pappano, si è issato sul podio, accolto dai ringraziamenti del pubblico per la grande disponibilità, ha aperto la partitura e, come nella migliore tradizione del mondo dello spettacolo, ha dato prova di tale bravura, competenza e qualità musicale, da scatenare un’ovazione in sala. La sensazione era che non fosse venuto a salvare una serata ma che una crisalide avesse d’improvviso messo le ali. Merito certo anche dell’impegno dei professori d’orchestra se “I quadri” che vogliono raccontare musicalmente la visita ad una mostra di opere del pittore Viktor A.Hartmann, abbiano suscitato tanto entusiasmo. Composti nel 1874 per pianoforte, i Quadri” sono stati orchestrati meravigliosamente da Ravel e così continuano a girare il mondo. Dieci i dipinti ispiratori che raccontano con un linguaggio di chiara impronta popolare un mondo dai caratteri profondamente russi, rozzo per certi aspetti, grezzo come i personaggi e i luoghi presi a modello dal pittore: “Gnomus”, lo gnomo gobbo e contorto, “Il Vecchio castello” medievale, il parco delle “Tuileries”, un “Bydlo” , pesante carro trainato da buoi, il Balletto dei pulcini nei loro gusci, e i due ebrei polacchi, “Samuel Goldenberg e Schmuyle”, un ossimoro che cuce insieme il ricco tronfio e borioso e il povero lamentoso e petulante. C’è ancora ”La piazza del mercato di Limoges”, con le comari che altercano, la “Visita alle catacombe di Parigi”, la storia della strega Baba-Iaga nella grottesca “Capanna con zampe di gallina”, per finire con la maestosa “La Grande porta di Kiev”. Tutti i brani sono coordinati dal fil rouge del brano iniziale, “Promenade”. Al Maestro Mikko Franck un augurio e un arrivederci al prossimo impegno con “L’olandese Volante” di Wagner alla fine di marzo 2018.