Roma, 26 gennaio – Era abitudine consolidata fino a pochi decenni fa per ogni giovanotto affrontare il ruolo che la società gli destinava dopo un periodo di apprentissage, durante il quale prepararsi al cimento matrimoniale con una buona conoscenza dell’altra metà del cielo. Una volta fatta la scelta per la vita (allora, per la vita), il suddetto strappava le copie di lettere scritte e ricevute dai cuori infranti, si fermava a rievocare i momenti più belli delle sue esperienze, poi con piglio maschio e volitivo, bruciava le ultime foto e ripulito di ogni passato bello o brutto si apprestava a diventare un ottimo marito.
Neil LaBute, drammaturgo statunitense nella sua commedia brillante e di successo “Some Girl(s)” scritta nel 2005. diventata nel 2013 poi un lungometraggio cinematografico, si appropria di quella procedura e scrive sulle memorie di amori passati il suo lavoro che arriva sul palcoscenico del Piccolo Eliseo diretto da Marcello Cotugno con Gabriele Russo protagonista.
Qui si parla di Guy, scrittore quarantenne alla vigilia delle nozze, il quale sente la necessità di fare ordine nel proprio passato, di spiegarsi con tutte le ragazze con cui ha avuto delle storie d’amore e che ha puntualmente lasciato e deluso. Una ripulitura generale anche delle emozioni che si erano condensate sulla sua vita. Decide così di mettersi in cerca delle sue ex fidanzate per provare a sistemare “il casino che ha combinato nella sua vita sentimentale lungo la strada verso la maturità”.
Nel suo percorso all’indietro che somiglia tanto ad un viaggio psicoanalitico, le quattro donne del suo passato ritrovano la ribalta nella sua vita: Sam è una ragazza abbandonata, Tyler che nel frattempo ha fatto dell’indipendenza un motivo d’orgoglio, Lindsay è rimasta ancorata alla sua fame di vendetta, Bobbi è una che ha saputo guardarsi con freddezza intorno e non intende più cascare nella trappola delle relazioni.
Nel novero andrebbe inserita di diritto anche Reggie, una ragazzina curiosa che Guy però non incontra sulla scena. Nell’edizione americana del testo, infatti, LaBute inserisce un quinto episodio dal titolo appunto “Reggie”, mai rappresentato sulle scene statunitensi, ma che Marcello Cotugno in questa edizione ha voluto realizzare come contenuto speciale. Ogni spettatore può vederne la registrazione sul proprio computer, digitando un link: www.bit.ly/Part4reggie
Ahimè queste indagini hanno conseguenze a volte inattese e, nel caso di Guy, dai confronti con le ragazze esce fuori tutta la sua inadempienza umana, le sue sconfitte, il suo sconforto. E se Guy fosse così frastornato perché in realtà Guy non ha davvero imparato a conoscere le donne? E se, invece di ragazze gioiose e allegre…si fossero rilevate delle nemesi. A quel punto dovrebbe forse continuare l’apprentissage in cerca di una maturità ritardata o dovrebbe continuare il cammino alla ricerca di una via d’uscita verso la fine impegnativa del matrimonio. Autore, sceneggiatore, regista cinematografico fra i più acclamati della sua generazione, LaBute predilige l’analisi dei caratteri umani, il rapporto fra i sessi, temi che anche in questo testo lo portano inevitabilmente a tratteggiare un quadro talvolta ironico, talvolta amaro della società.
L’allestimento ha una colonna sonora curata dallo stesso Marcello Cotugno( autore anche delle luci e della traduzione e dell’adattamento con Gianluca Ficca), comprendente brani come Some girls /The Rolling Stones, Little bit of rain / Karen Dalton, Be my baby / Dm Stith, Human fly / The Cramps, Too much heaven /Bee Gees, Utopia Soundtrack /Cristobal Tapia de Veer, Because this must be/ Nils Fraham. Il cast è composto da Gabriele Russo Guy, Laura Graziosi Sam, Bianca Napi Tyler ,Roberta Spagnuolo,Lindsay, Martina Galletta,Bobbi. Le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi sono di Anna Paola Brancia D’Apricena.
Produzione Fondazione Teatro di Napoli