Teatro Italia – Gabriele Bonolis dirige l’Orchestra Roma Sinfonietta

Voci coreane per il belcanto

Bisogno di musica, fame di suoni, e, su tutto, brama di voci dispiegate nel canto lirico. Forte di simili consapevolezze, Luigi Lanzillotta, direttore artistico di Roma Sinfonietta, una formazione che nel corso degli anni si è ritagliata uno spazio di tutto rispetto, firmando le stagioni di Tor Vergata all’Auditorium Ennio Morricone della Microarea di Lettere e filosofia, invita il pubblico del Teatro Italia ad una interessante serie di incontri, la domenica pomeriggio alle 18, accomunati dal titolo “Nuove voci coreane per il Belcanto”. La Rassegna nasce in collaborazione con l’Ambasciata di Corea per festeggiare l’Istituto Culturale Coreano, che ha appena aperto un proprio spazio al pubblico della capitale in una palazzina Liberty completamente restaurata in via Nomentana, a ridosso di Porta Pia. Qui sarà proposta una serie di iniziative volte ad incrementare i rapporti di amicizia fra i nostri Paesi. “Nuove voci coreane per il Belcanto” rappresenta un’occasione preziosa per tanti giovani asiatici di confrontarsi con i repertori europei e di esibirsi accompagnati da un’orchestra. I cantanti, scelti fra un numero considerevole di artisti giunti a Roma per perfezionarsi nelle tecniche belcantistiche, sono stati selezionati da una giuria presieduta dal soprano Mariella Devia, oggi la più grande interprete del repertorio del Belcanto italiano, e sono stati seguiti nella preparazione di questi concerti da Anna Vandi, ben nota insegnante di canto. La Rassegna è offerta in un doppio appuntamento al Teatro Italia la domenica e il mercoledì successivo all’Auditorium “Ennio Morricone” a Tor Vergata.

Apertura con Marcello Panni sul podio di “Roma Sinfonietta”, intento a coordinare le esibizioni del soprano Jiyoung Yeo e del mezzosoprano Hyeonjin Ryu, artiste che dopo aver studiato al Conservatorio di Seoul si sono perfezionate a Roma. A differenza dei concerti vocali abituali, dove vengono eseguite celebri arie operistiche, le due cantanti hanno scelto di presentare lo Stabat Mater di Giovan Battista Pergolesi, capolavoro del Settecento musicale italiano, la cui esecuzione offre una sorta di campionario delle difficoltà tecniche ma dà anche modo di apprezzare la qualità dell’impegno vocale. Il concerto si concludeva poi con una pagina di bellezza suprema, capolavoro del poco più che ventenne Wolfgang Amadeus Mozart, la “Sinfonia concertante in mi bemolle maggiore K 364 per violino, viola e orchestra”, con i solisti Marco Fiorentini, violinista dell’Ars Trio, e Simone Briatore, prima viola dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. E qui è stato possibile apprezzare il bel suon d’insieme raggiunto dalla formazione orchestrale del M° Lanzillotta, già primo violoncello dell’Orchestra Rai di Roma.

Nel secondo appuntamento, protagoniste sono stati due soprani Ji Woo Jang e Eun Hye Cho, le quali, accompagnate dall’ Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Gabriele Bonolis, direttore d’orchestra con ottima esperienza internazionale che ha all’attivo un bel palmarès di premi e riconoscimenti, hanno proposte celebri arie del repertorio operistico come “Al dolce guidami castel natio” da Anna Bolena” di Gaetano Donizetti impaginata assieme al “Canto alla Luna” dalla “Rusalka” di Antonin Dvořák, a  due pezzi di Mozart, “D’Oreste d’Aiace” dall’”Idomeneo” e il duetto dei pini, “Che soave zeffiretto” da “Le Nozze di Figaro”, alla romanza “Tu che di gel sei cinta “dalla Turandot di Puccini e a “Io son l’umile ancella” da “Adriana Lecouvrer” di Francesco Cilea. Le arie vocali son incorniciate da due momenti orchestrali: l’ouverture da “Norma” di Vincenzo Bellini e, a chiusura del programma, una suite per orchestra delle più belle colonne sonore di Nino Rota dai brani scritti per “ La Strada”, “Casanova” e Otto e mezzo” di Fellini, al celebratissimo “Parla più piano “ dal “Padrino di Francis Ford Coppola. Le due cantanti presentano caratteristiche vocali e grado di preparazione e di formazione diversi: Eun Hye Cho, voce morbida e ottima gestione del fiato, ha già esperienze di palcoscenico e di competizioni internazionali, dalle quali ha ricavato maggiore disinvoltura nell’affrontare i trabocchetti sparsi qua e là sia nelle altezze vocali dell’aria di Dvořák come nelle note zuccherine e ondulate della romanza più nota dell’”Adriana” di Cilea. Ji Woo Jang ha voce più leggera e sembra frequentare senza sforzo le vertigini del pentagramma di Mozart, riuscendo a costruire con la collega un ottimo amalgama nel “ Che soave zeffiretto”, più noto come “il duetto dei pini”: Certamente le due artiste hanno già compiuto un buon cammino di formazione e quando avranno messo a punto con più attenzione e cura l’espressione vocale, superando certe difficoltà di pronunzia dell’italiano, si può augurare loro una buona carriera internazionale.

Exit mobile version