James Stewart, una vita meravigliosa!
Roma, 2 luglio 2017 – Venti anni fa a Beverly Hills si chiudeva, all’età di 89 anni, l’avventura terrena di James Stewart, una “vita meravigliosa”, come nel film di Frank Capra che gli fece decollare la carriera nel ’46.
A dire il vero Stewart nel ’41 aveva vinto l’unico Oscar con la pellicola “Scandalo a Philadelfia”, ma la favola di Capra gli diede fama e spessore internazionale.
Come detto un Oscar e ben quattro nominations; non è stato l’unico attore che a dispetto di grandi interpretazioni artistiche ed un percorso più che quarantennale è stato premiato poco, con la consolazione però di un lusinghiero terzo posto nella classifica delle più grandi “star” della storia del cinema preceduto da Cary Grant, secondo, e dall’inarrivabile Bogart al primo.
Di origini irlandesi, il nostro si fece onore nella seconda guerra mondiale conseguendo il grado di Generale ed il riconoscimento della Croix de Guerre francese per le rilevanti azioni compiute in aeronautica, un’attitudine, un ruolo, che ricoprì con disinvoltura nel film “L’aquila solitaria” di Billy Wilder nel ’57 che raccontò la prima attraversata senza scalo da New York a Parigi nel ’27 compiuta dall’aviatore Charles Lindbergh.
Come alcuni grandi attori, Stewart si legò in diversi momenti della carriera a registi come Anthony Mann, con cui girò pellicole western, fra i tanti “L’uomo di Laramie”, ed Alfred Hitchcock, un vero sodalizio col maestro del brivido.
Devo confessare che ho sempre avuto un debole per “La donna che visse due volte”, titolo originale “Vertigo”, che ritengo essere un capolavoro assoluto della cinematografia mondiale; il classico film che pur rivedendolo più volte mantiene alta la sua carica emotiva e sensuale con la fattiva collaborazione di una conturbante Kim Novak.
In età matura, oltre la cinquantina, Stewart rese eccellenti interpretazioni ne “La conquista del west”, epico affresco di più generazioni di pionieri americani, in “L’uomo che uccise Liberty Valance”, nel ruolo di un tutore della legge non-violento, ma in special modo recitò alla grande in “Anatomia di un omicidio” del ’59 con la regia di Otto Preminger nel ruolo di un avvocato di provincia che difende contro tutto e contro tutti un graduato dell’esercito americano accusato di omicidio, dettato da una forma estrema di gelosia nei confronti della provocante moglie. Una grande interpretazione, asciutta, senza fronzoli, che segnò una primogenitura nel duello tra avvocato difensore e pubblico ministero che troveremo in pellicole future.
James Stewart fu onorato già in vita nella sua città, Indiana in Pennsylvania, con l’apertura di un museo dedicato alle sue opere, alla sua vita.
Una vita meravigliosa……