Teatri del Sacro a Lucca: quarta edizione dall’ 8 al 14 giugno

Roma, 6 giugno – Quarto anno della bella, interessante, stimolante e originale rassegna intitolata I Teatri del Sacro, in programma a Lucca da lunedì 8 a domenica 14 giugno: un appuntamento da non perdere, come si potrà capire leggendo il comunicato stampa qui di seguito, predisposto dalla brava e attenta addetta stampa Marina Saraceno.

Parlare liberamente del sacro e delle questioni della fede oggi è una scelta coraggiosa. Organizzare un festival di soli debutti unendo teatro di prosa, danza, spettacoli di ricerca e altri di taglio più tradizionale, compagnie di professionisti e gruppi amatoriali, è una scelta, oltre che coraggiosa, decisamente unica nel panorama dei festival italiani. Ecco i motivi del successo de I TEATRI DEL SACRO, l’appuntamento dedicato ai temi dello spirito che torna a Lucca per la quarta edizione, dall’8 al 14 giugno, dopo essersi conquistato un posto di primo piano nel panorama nazionale del teatro italiano. 20 debutti assoluti, tutti ad ingresso libero, sono un vero investimento culturale ed economico nei confronti dello spettacolo dal vivo e della nuova creatività teatrale: un’occasione unica per parlare dell’attualità del sacro nella sua accezione più ampia, lontano dai dogmatismi e dai preconcetti e vicino alle domande esistenziali più urgenti di questi nostri fragili tempi, che attraversano la vita di ognuno di noi e che proprio in un momento di inquietudine e speranza come questo si rivelano in tutta la loro bruciante contemporaneità.  Oltre cinquanta artisti animeranno la settimana lucchese, tra cui i grandi nomi del teatro di ricerca come César Brie, Fattore K, Ariella Vidach, Jacob Olesen, Giovanna Mori accanto alle nuove leve della scena contemporanea come Andrea Cosentino, Punta Corsara, Carullo-Minasi, Teatro delle Moire, Fabrizio Pugliese, Reggimento Carri, Roberto Aldorasi e tanti altri.  “Il titolo dello spettacolo che aprirà la IV edizione de I Teatri del Sacro introduce uno spiazzante interrogativo: Chi sei tu? In questa domanda – nota Fabrizio Fiaschini, Direttore Artistico del Festival – risiede la cifra più autentica del nostro progetto: far sì che il dialogo tra la scena e la spiritualità sia innanzitutto una domanda precisa che punta a un riconoscimento, a un incontro autentico con sé stessi e con chi ci sta di fronte. Un’esperienza di senso – continua Fiaschini – che non si riduca a semplice emozione ma, come accade nel vero teatro, porti con sé la forza (e la fatica) della relazione, lasciando il segno dentro di noi e sul nostro corpo, come nella lotta di Giacobbe con l’angelo. Se di questo si tratta – conclude il Direttore – la risposta del teatro non avrà mai il piglio sicuro e definitivo delle certezze, ma si aprirà piuttosto allo stupore inquieto e appassionato delle scoperte, dove i confini tra chiarezza e oscurità si confondono e si superano senza sosta, illuminati dal desiderio e dalla nostalgia amorosa della ricerca”. Tra i tanti temi proposti dalle compagnie, spicca l’attenzione ai paradossi spirituali della mistica e della santità, come in SANTE DI SCENA (8 giugno) del Teatro delle Moire, ispirato alle figure delle monache visionarie; oppure SENZA VOLONTA’ DI CATTURA, FRANCESCO (9 giugno) di Reggimento Carri, un viaggio dentro la ‘scomoda’ povertà del santo di Assisi; il raffinato CORRISPONDENZE (9 giugno), un delizioso dialogo tra due sorelle (una monaca di clausura e una fotoreporter), tra danza e parola scenica; e ancora l’intenso monologo PER OBBEDIENZA (11 giugno) di Fabrizio Pugliese su Giuseppe da Copertino, il “santo volante”. Altrettanto vivo il tema della parola e dei testi sacri: dalla tradizione cristiana del Vangelo, con CHI SEI TU? (8 giugno) di Antonio Panzuto e il suo originalissimo teatro di figura, a quella indiana del RAMAYANA, nella versione diretta da Roberto Rustioni per Fattore K, con gli allievi neodiplomati delle più importanti scuole di teatro italiane, per passare ai lavori sull’attualità di figure mitiche come i Re Magi in DELIRIUM BETLEM (12 giugno), di Alberto Salvi, il secondo di tre sacrosanti lamenti pronunciati da improbabili “Re Marci” o di figure scomode come Caino e Giuda, scandagliate rispettivamente in CAINO ROYALE (10 giugno), di PEM-Habitat teatrali, spassoso atto unico sul concetto di capro espiatorio, e in GABBATHA’ (9 giugno) di Koinè. Sul crinale della riflessione tra l’uomo, la ragione e la fede, ecco emergere la figura di Simone Weil, nella lettura proposta dal César Brie in LA VOLONTA’ (12 giugno), oppure l’intrigante rilettura delle Operette Morali di Leopardi operata dalla compagnia Carullo- Minasi in DE RIVOLUTIONIBUS (13 giugno) e ancora la RUMOROSA SOLITUDINE di Bohumil Hrabral, con Amandio Pinhero per la regia di Jacob Olesen (14 giugno). Infine il tentativo di ritrovare la ritualità primordiale del corpo, come in FREE SPIRIT (8 giugno), della coreografa Ariella Vidach o la verità di un possibile ‘miracolo’ nel cinismo della società contemporanea, come si vede bene nel grottesco LOURDES (12 giugno) di Rosa Matteucci nell’affabulatoria lettura di Andrea Cosentino, o nel sorprendente IO, MIA MOGLIE E IL MIRACOLO (13 giugno) della compagnia Punta Corsara, fino al surreale dialogo fra una donna e una gallina in PREGO (13 giugno) di e con Giovanna Mori. Novità di quest’anno è il Premio Mario Apollonio, dedicato all’eccellenza del teatro non professionistico. Ecco dunque a Lucca in scena le donne di Forcella in PE’ DEVOZIONE (13 giugno) di f. pl. femminile plurale, un viaggio nella religiosità popolare partenopea, tra passione per la vita e rigenerazione sociale; oppureBUIO (14 giugno), uno spettacolo senza luci che propone un intimo viaggio nella Passione di Cristo. E ancora la danza e la  musica come metafora dell’amore in CANZONI FRA L’ANIMA E LO SPOSO (10 giugno) e IL PRANZO DELLA DOMENICA (11 giugno), singolare messa in scena di un pasto con dei commensali molto speciali.

(fonte ufficio stampa Teatri del Sacro, Marina Saraceno).  

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