Roma, 29 gennaio – Consueta rassegna degli spettacoli teatrali a Roma a cavallo tra la fine di gennaio e la prima decade di febbraio; spettacoli di grande spessore artistico con bravissimi interpreti e di tipologia adatta a spettatori incalliti, ma anche a neofiti.
Al Teatro Olimpico – Supermagic 2015 Meraviglia : torna a Roma la grande magia dal vivo di Supermagic con il nuovo spettacolo Meraviglia, un viaggio emozionale tra continue sorprese, momenti inattesi e straordinari, per riscoprire la capacità di lasciarsi sorprendere e vivere il magico, un’occasione unica di ammirare otto grandi stelle della magia internazionale provenienti da tutto il mondo. Supermagic Meraviglia è la 12ª edizione del festival internazionale della magia, un vero e proprio evento che ha consacrato Roma capitale della magia, con più di 50 grandi artisti internazionali applauditi dal pubblico nelle precedenti edizioni. Ogni anno una lunga e accurata selezione in tutto il mondo, per portare sul palco solo campioni e talenti dell’arte magica. Anche quest’anno un nuovo eccezionale spettacolo per lasciarsi rapire dalla magia dei migliori prestigiatori, manipolatori, mentalisti e illusionisti, provenienti da tutto il mondo. Joseph Gabriel è un eccellente prestigiatore americano, si è esibito a Broadway e nei più grandi show di Las Vegas, ed è apparso nei più famosi programmi televisivi americani. Elegante ed ipnotico è un maestro nell’arte della manipolazione, vincitore del premio come miglior manipolatore e miglior mago dell’anno. Con il suo stile inconfondibile il tempo sembrerà scorrere indietro, sulle sue mani vedrete le più sorprendenti apparizioni e trasformazioni delle sue magiche assistenti. Ottavio Belli è un travolgente illusionista italiano, ma anche un abile manipolatore, si è esibito con il suo spettacolo in più di 10 paesi del mondo. Con la sua energia e le sue sorprendenti illusioni sconvolgerà le leggi della fisica e sfiderà il tempo, per trasportare tutti nel mondo dove l’impossibile diventa possibile. Tenterà anche una spettacolare evasione dalle catene, prima che due pesanti seghe rotanti possano raggiungerlo irrimediabilmente. Po Cheng Lai è un sorprendente manipolatore taiwanese, vincitore di numerosi premi nel continente asiatico, ed esperto nell’originale arte della manipolazione di ventagli. Con la sua eccezionale abilità e velocità aprirà le porte ad una magica atmosfera orientale, dove tutto diventa possibile, tra straordinari effetti, sorprendenti apparizioni e inattese trasformazioni. Carlo Truzzi e Simona sono due eccezionali artisti italiani, maestri nell’arte di creare ombre con le mani, si sono esibiti nei teatri e programmi televisivi di tutto il mondo, rinnovando e reinventando questa antica forma d’intrattenimento. Tra le loro mani la luce prende vita trasformandosi in un mondo fatto di ombre e popolato di personaggi che si animano e si trasformano magicamente, tra momenti poetici e momenti comici. Tony Chapek è un originale illusionista americano, vincitore per tre volte del primo premio come innovatore nella magia, si è esibito nei più grandi teatri e nei più importanti programmi televisivi, in America, Europa e Asia. Tenterà di coinvolgere il suo alter ego digitale, intrappolato dentro un televisore, a superare il limite della realtà. Una miscela perfetta di magia, tecnologia e comicità. Enzo Weyne è un innovativo illusionista francese, uno dei più giovani creativi del nostro tempo, lavora incessantemente allo sviluppo e al rinnovamento delle sue illusioni. Un talento straordinario nel creare spettacolari effetti e riuscire sempre a stupire, un sfida continua per trasformare i propri sogni in realtà, con la sola certezza che niente è impossibile. Presenterà le sue più sorprendenti illusioni tra cui l’eccezionale apparizione di un elicottero. Luca D’Agostini è un abile prestigiatore italiano, specializzato sulle carte da gioco e sulle tecniche dei bari, si è esibito anche al Magic Castle di Hollywood, ed è stato consulente per la televisione e per il cinema. Esperto nella magia in primo piano, la più moderna espressione dell’arte della prestigiazione, mostrerà, con una lente di ingrandimento sulla meraviglia, come tutto diventa magico tra le sue mani. Non mancherà una breve esibizione di Rema Pannain, fondatore di Supermagic che, come vuole la tradizione dello spettacolo, saluterà il pubblico romano con un breve intervento magico.
Teatro Parioli – Quattro buffe storie: fino al 15 febbraio al Teatro Parioli Peppino De Filippo,,”Quattro buffe storie (Cecè – La patente – Domanda di matrimonio – Fà male il tabacco)”, da Luigi Pirandello e Anton Cechov con Glauco Mauri e Roberto Sturno con la regia di Glauco Mauri. “Dire cose utili divertendo”, come diceva Orazio, potrebbe essere il sottotitolo di Quattro buffe storie, spettacolo tratto da opere di Cechov e Pirandello legate insieme dalla “comica follia” dei personaggi. La tenerezza di Cechov e il graffio di Pirandello si compenetrano tanto profondamente da non poterne discernere i confini, dando vita ad un sorprendente caleidoscopio dove è rappresentata la vita di quello strano e buffo essere che è l’uomo. Nei folgoranti atti unici di Pirandello, la comicità e il grottesco sono lo specchio deformante della realtà, vista con la “pietas” per i suoi personaggi. Un’ironia grottesca è sempre alla radice sia delle opere immortali di Cechov che di alcuni suoi brevi atti unici come in Una domanda di matrimonio e Fa’ male il tabacco.“Dire cose utili divertendo”, come diceva Orazio, potrebbe essere il sottotitolo di Quattro buffe storie, spettacolo tratto da opere di Cechov e Pirandello legate insieme dalla “comica follia” dei personaggi.La tenerezza di Cechov e il graffio di Pirandello si compenetrano tanto profondamente da non poterne discernere i confini, dando vita ad un sorprendente caleidoscopio dove è rappresentata la vita di quello strano e buffo essere che è l’uomo.Nei folgoranti atti unici di Pirandello, la comicità e il grottesco sono lo specchio deformante della realtà, vista con la “pietas” per i suoi personaggi. Ne La patente vive una delle tematiche più care all’autore siciliano: il contrasto tra ciò che veramente siamo e ciò che invece gli altri pensano di noi. L’uomo, a volte, per sopravvivere, è costretto a mettersi una maschera che gli è stata plasmata dagli altri. Chiàrchiaro, il protagonista della storia, per i pregiudizi, l’ignoranza e la cattiveria della società è condannato a una finzione che diventa per lui l’unica risorsa possibile di vita. Qui dramma e farsa convivono in un’amara risata.E Cecè, il personaggio dell’omonimo atto unico concepito e scritto da Pirandello direttamente per il teatro nel 1913, è il degno rappresentante di una società frivola e corrotta, dove ingannare e imbrogliare è la normalità. Ambientato in una Roma invischiata in scandali e allegra corruzione politica, esplode un’insolita, divertentissima “pochade” in cui il cinismo di una situazione diventa non solo fonte di comicità ma anche di condanna.Un’ironia grottesca è sempre alla radice sia delle opere immortali di Cechov che di alcuni suoi brevi atti unici come in Una domanda di matrimonio. Un’invenzione di una comicità al limite dell’assurdo che, rappresentata a Mosca nel 1889, fu da Lev Nikolaevič Tolstoj così definita: “La domanda di matrimonio è la personificazione della comicità”.Anche in Fa male il tabacco il grottesco dona in modo mirabile quella “leggerezza” che, anche nel dramma, Cechov chiedeva ai registi e agli interpreti delle sue opere. Una conferenza sui danni che provoca il tabacco, sfocia nella confessione di una triste vita, inutile e meschina.
Ambra Jovinelli – Il futuro di una volta: scritto da Francesca Reggiani con Valter Lupo, Gianluca Giugliarelli, Linda Brunetta e Franco Bertini. Il futuro di una volta ci avrebbe sollevato dalla fatica del lavoro grazie alle nuove tecnologie create per alleggerire le nostre esistenze. Oggi, queste tecnologie, alleggeriscono i nostri portafogli e grazie a queste tecnologie veniamo licenziati. Il futuro di una volta ci avrebbe reso liberi dalla schiavitù dei preconcetti che regnavano sul sesso. Oggi, il sesso viene vissuto attraverso gli imperativi della trasgressione e le regole della perversione che ci hanno imposto una schiavitù ancora peggiore perché ci fa illudere di essere liberi. Il futuro di una volta ci avrebbe fatto vivere senza essere costretti ad accontentarci di poco. Oggi siamo condannati a non accontentarci mai. E anche vivere, ci sembra poco. Il futuro di una volta ci diceva che dietro la sofferenza, c’era la speranza di vedere, un giorno, realizzati i nostri desideri. Oggi, la delusione, ci ha insegnato che l’unica speranza che abbiamo per non soffrire è quella di non avere desideri. Il futuro di una volta urlava a gran voce la voglia di cambiamento e di una nuova classe politica che avrebbe lavorato per i più deboli, per la pace, per la giustizia e per la stabilità. Oggi chi urla a gran voce è proprio questa nuova classe politica, arrogante e incompetente che ha prosperato nell’ingiustizia, ha detto ai più deboli di mettersi l’animo in pace e ha fatto capire a tutti che questa è l’unica stabilità. I personaggi vecchi e nuovi si susseguiranno in uno show travolgente portando alla ribalta i volti, straordinariamente riprodotti dal trucco di Adriano Carboni e dai costumi di Marina Sarubbo, di Sabrina Ferilli con i suoi Artigiani della Qualità, le nuove Star capeggiate dalla Deputata del PD Alessandra Moretti, la paladina della Giustizia Milena Gabanelli, il Ministro Mariaelena Boschi e la giovane perenne Patty Pravo…ma come di consueto non mancheranno sorprese come le travolgenti Pubblicità Regresso, Lady Like per un governo Senza Peli Superflui.
Teatro dell’Angelo – Pippo Franco: in scena al Teatro dell’Angelo, nel quartiere Prati, un divertente spettacolo scritto e diretto dal bravo Pippo Franco, questa volta accompagnato sul palcoscenico dal mitico complesso de I Pandemonium. Si tratta di un viaggio comico all’interno di noi stessi. L’uomo di oggi, che irrompe disorientato sulla scena, non si riconosce più nell’attuale civiltà che ha sostituito l’essere umano con il suo codice fiscale, con un numero, con la pedina di un profitto dei mercati internazionali. Schiacciato dai balzelli di Stato e privato della propria anima, l’uomo, ridotto ormai alla povertà di moneta, di sogni e di pensiero, non può che cercare di sottrarsi al meccanismo che lo ha incastrato. L’arte di rimanere a galla è il tema sostanziale dello spettacolo che intende fornire allo spettatore le istruzioni di come sopravvivere. L’uomo sulla scena non è solo ma ha quattro compagni di viaggio i quali costituiscono un coro che rappresenta la realtà commentando e suggerendo il da farsi, rievocando l’Italia del secolo trascorso per leggere meglio il nostro tempo, un tempo che non è più definibile. Tutto è liquido, inafferrabile, non sai dove si nasconde il nemico e cosa ti aspetta domani. C’è soltanto un modo per uscire dalla trappola: il recupero del senso dell’ironia sulla quale ancora non si pagano tasse. E sarà proprio l’ironia a guidare le tappe del percorso dell’uomo che fra canzoni, sberleffi, assurde disperazioni e incontrollate esaltazioni tenta con i suoi amici di uscire da un’angoscia che spesso sconfina nel ridicolo. Il lato comico dell’esistenza umana suggerirà una soluzione, anche se molto precaria. Meglio di niente. Meglio un nuovo oggi. Meglio oggi. Meglio. Tutto si assottiglia. Meglio riderci sopra e andare avanti per la nostra strada. Il fatto è che il traffico è tutto bloccato.
Al Teatro Belli – Le Intellettuali di Moliere: un interessante e ben costruito spettacolo da Moliere con la ottima interpretazione di Sonia Barbadoro, Monica Belardinelli, Giovanni Carta, Carlo Di Maio,Valentina Martino Ghiglia, Elisabetta Misasi, Alessandra Muccioli, Libero Sansavini, Francesco Siciliano, e Remo Stella, con la regia di Adriana Martino. Mettere in scena un testo di Moliere significa per prima cosa porsi il problema della traduzione e scegliere la traduzione di Cesare Garboli per “Le intellettuali” significa scegliere già una chiave di lettura critica del testo. Garboli ci induce a sottolineare e ad esasperare i rapporti dei personaggi usando un linguaggio diretto, a tratti violento, evitando sdolcinature. Certamente Moliere non usa il fioretto nel raccontare gli intrighi del testo de “Le intellettuali” che si snoda intorno alle tormentate nozze di Clitandro ed Enrichetta. Ma i suoi personaggi non sono mai cliches precostituiti che recitano un teatro già decifrato. Ci sono sempre le ombre che in questa piece sono più scure che mai, anche se l’autore non perde mai di vista la gioia di far ridere. “E’ una piece che si alza come un polverone in attesa di una bufera che non scoppia, o meglio esplode solo per passare via, ripristinando un nuovo ordine”, cosi commenta Garboli. Questa “bufera” viene implosa dentro le solide mura di una famiglia borghese. Si individuano personaggi legati a quella parete sottile dove si detiene il potere, legati alla Corte come Clitandro e legati alla mondanità intellettuale come Trissottani e Vadius, mentre i personaggi della famiglia propriamente detta vanno dalle frustrazioni patetiche visionarie della padrona di casa Filaminta, alle sconfitte del debole marito Crisalo e alle follie della zia Belisa. Le due sorelle Enrichetta e Armande vivono invece un complesso rapporto di odio e di amore: la femminista Armanda in realtà è una vulnerabile e patetica copia del padre e la finta sottomessa Enrichetta nasconde una ferrea volontà di dominio. Così in questo spaccato ogni cosa è un’altra, “tartufo è ovunque”, si nascondono tutti dietro secondi fini, fra rivalità, ambizioni, frustrazioni e bassezze, truccate dal gesto nobile e da parole edificanti. Ma tutto è sordidamente teatrale. Moliere usa questi materiali a suo modo con il riso irrefrenabile di un chirurgo che conosce alla perfezione l’odore tartufesco che si accumula in questi luoghi di finzione. E facendo diventare questi personaggi altri da se stessi li riduce a funzioni comiche del potere.
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