Finale di stagione teatrale a Roma, con spettacoli sempre molto interessanti.
Teatro dei Servi, Lo so che tu sai…: La commedia di Gianluca Crisafi è liberamente ispirata alla serie televisiva “Modern Family”, dalla quale ha tratto spunto per raccontare la storia di una famiglia tutta Italiana. La sit-com americana ha riscosso un grande successo di pubblico e critica, e ricevuto diversi premi tra cui Emmy Award e Golden Globe. Che succede quando nella famiglia più onesta di tutte, tutti nascondono un segreto? Lo scopriamo con la commedia brillante Io So Che Tu Sai Che La Famiglia Non Sa, al Teatro Dè Servi. Lo spettacolo, scritto da Gianluca Crisafi e diretto da Gennaro Monti, narra delle vicende di una famiglia agiata, numerosa e moderna. I componenti della famiglia Bona hanno in comune originalità e, soprattutto, un segreto inconfessabile che non sanno come rivelare agli altri. La storia, attraverso i suoi protagonisti e le sue vicende, affronta con ironia e profonda leggerezza la difficoltà di essere se stessi fino in fondo quando si è diversi da tutti coloro che ci circondano e ci amano, ma di quanto, alla fine, sia sempre il nucleo familiare il nido più caldo in cui rifugiarsi. Una famiglia normalmente folle o follemente normale, dipende dai punti di vista, il cui capostipite, Gianni Bona un ricco uomo d’affari, non sa come dire ai suoi tre figli che ha intenzione di risposarsi, con una donna molto più giovane di lui. Decide così, di organizzare una cena e con l’occasione annunciare il matrimonio. Quello che, però, non immagina è che ogni componente della famiglia custodisce un enorme segreto e che tutti hanno deciso di approfittare della stessa cena per confessarlo. In un crescendo di equivoci, di situazioni bizzarre e scioccanti, i Bona trasformeranno una riunione di famiglia nella cena più indimenticabile della loro vita. La piéce si avvale della partecipazione straordinaria del poliedrico artista Teo Bellia, attore, conduttore e giornalista, noto ai più per le sue partecipazioni televisive e collaboratore del Processo di Biscardi per due anni. Sul palco anche Marta Altinier, Roberto Draghetti, Perla Liberatori, Gianluca Crisafi, Irma Carolina Di Monte, Gianluca Cortesi,Giuliana Iannelli e Gennaro Monti. Tra humour, colpi di scena e ritmi serrati, la regia di Gennaro Monti propone un teatro vivace, fresco e dinamico. In questa famiglia eccentrica figlia del nostro tempo, potremmo forse riconoscere qualche aspetto della nostra personalità, come pure quello di qualche amico o parente, ma, soprattutto, potremmo ricordare a noi stessi che, in fondo, è più difficile tenere un segreto che svelarlo e che avere il coraggio di essere se stessi può solo migliorare la nostra vita. In scena fino al 2 giugno.
TeatroinScatola: Il regista: Il maestro del teatro di ricerca, Giuliano Vasilicò, guida il giovane attore Manuel Fiorentini nello spettacolo Il regista, in scena al Teatroinscatola, in Via Lungotevere degli Artigiani 14 fino al 26 maggio. Il regista Giuliano Vasilicò riprende un suo un monologo, che egli stesso aveva portato in scena alla fine degli anni Novanta, e lo affida all’interpretazione di Manuel Fiorentini. Il regista in scena è un viaggio nella struttura interna e nei profondi misteri dell’arte teatrale, un’esplorazione un po’ seria e un po’ autoironica del teatro. I personaggi a cui l’attore dà vita sono un regista, un aiuto-regista servizievole, un attore recalcitrante e uno spettatore che non rinuncia a dire la sua. Il regista, alle prese con la preparazione di uno spettacolo, vuole verificare la predisposizione del suo attore a confrontarsi con gli imprevisti di questo viaggio. Ma durante le prove l’interprete, non troppo convinto delle esigenze del regista, si trova a fare i conti con il teatro, quasi un corpo vivo, che si ribella investendolo con un vortice e scaraventato contro le quinte. Infine, quando tutto torna al suo posto e sembra procedere per il verso giusto, ecco che scoppia improvvisamente una furiosa lite fra il regista e l’attore. Ma sarà proprio il teatro nel teatro, giunto ai suoi limiti estremi, a salvare la situazione, mantenendo misteriosa quell’ arte grazie alla quale da sempre attori e spettatori possono fare la prova della vita. Lo spettacolo al Teatroinscatola è una conferma delle straordinarie possibilità del teatro e della positiva influenza che quest’arte può esercitare sulla vita. Lo spettacolo rispecchia il mio rapporto con i misteri dell’arte scenica, vista come organismo vivente anche nelle sue parti più materiali. Il palcoscenico è uno strumento che parla, pensa, ama, giudica, attira a sé o respinge come un essere umano, accoglie l’attore fra le sue braccia o lo scaraventa contro le quinte. Un viaggio nelle grotte sotterranee di quest’arte, potrebbe svelare orrori o meraviglie. Il teatro non attende altro che registi e attori sappiano cogliere ciò che esso vuole offrire.
Teatro Conciatori: Incantevole di Labute: Uno spettacolo molto interessante e coinvolgente con la traduzione di Luca Calvani, con la interpretazione di Urbano Barberini e Elisa Alessandro, e con la regia di Marco Calvani. Il testo di Neil LaBute ha debuttato la scorsa estate a Spoleto55 Festival dei Due Mondi nell’ambito del progetto AdA (Author directing Author); gli autori e registi, anche ideatori del progetto, hanno scelto un tema comune, la Famiglia, e hanno scritto rispettivamente due brevi atti unici per poi scambiarsi la regia delle pièces. Incantevole (Lovely Head) di Neil LaBute è stato diretto da Calvani, che a sua volta ha scritto Roba di questo mondo diretto da LaBute. Il Teatro dei Conciatori ospita per la prima volta a Roma Incantevole. In scena fino al 2 giugno la storia di un incontro ambiguo tra una Lolita appena sbocciata, giovane maliziosa e spregiudicata e un uomo più maturo, la cui identità rimane fino all’ultimo un mistero. La pièce sfida senza timori quello che definiremmo un cliché e approda in un’isola dove il linguaggio è dietro le parole, dove ciò che è, non è ciò che sembra. Un confronto tra amore e sesso, tra soldi e scelte di vita che nasconde una verità. Una commedia amara che intreccia legami familiari tra individui fragili, pieni di fisime e di insicurezze.
Teatro Nuovo Colosseo: L’uomo dal fiore in bocca: Il capolavoro in un atto di Luigi Pirandello, insignito nel 1934 del Premio Nobel per la Letteratura, viene messo in scena fino al 26 maggio al Teatro Nuovo Colosseo. Lo spettacolo, diretto da Guido Cerniglia che ne cura anche l’adattamento, vede in scena Alberto Di Stasio, Walter Nestola, Benedetta Rossi. É a storia di un uomo, che sfugge alle cure della moglie che lo vorrebbe sempre a casa per accudirlo essendo egli ammalato. L’uomo, invece approfitta di questi ultimi mesi che gli restano da vivere, per girare, scoprire, evidenziare tutto quello che già conosce e arricchire la sua stessa coscienza di quel bene che è la vita. Nell’idea di regia, l’avventore rappresenterà la parte rassegnata dell’uomo, ovverosia la parte negativa di chi rinuncia a vivere . Nell’allestimento, che vuole essere l’esaltazione della Vita intesa come bene terreno insopprimibile, sono stati inseriti dei brani cantati facendone una sorta di opera musicale. Le creazioni sceniche caratterizzeranno l’idea del Sogno. L’Uomo, stanco, si sarà assopito all’esterno di un Bar della Stazione e immaginerà di incontrare il suo destino nella persona dell’Avventore che è colui a cui confida tutti i suoi segreti comprendendo che sarà proprio Lui a decretarne la Morte. Forse un sogno premonitore. Le ideazioni sceniche di Isabelle Fordin aiutano lo Spettatore a penetrare nel sogno dell’Uomo con un sorta di respiro ritmico che configurerà, a un certo punto, la presenza danzante della Moglie che segue l’Uomo passo dopo passo per controllarlo, strapparlo alla Morte e per riportarlo a casa. Fondamentali per l’adattamento di Guido Cerniglia le musiche e i testi originali scritti da Loriana Lana, già collaboratrice di Luis Bacalov e Ennio Morricone. L’ambientazione farà rivivere, reminiscenze poetiche del Regista, palermitano, legato alla sua Terra. Una realizzazione nuova, spregiudicata ma assolutamente fedele al testo. Uno spettacolo intenso, visto in chiave moderna.
Teatro Due: Amici degli Amici: Il Carro dell’Orsa presenta al Teatro Due, via Due Macelli, Gli amici degli amici, di Franca De Angelis, una commedia di persone e di fantasmi, liberamente ispirata all’omonimo racconto di Henry James, con la precisa interpretazione di Alessandra Fallucchi, Massimo Reale e Chiara Condrò, con la regia di Christian Angeli. Si può essere gelosi di un fantasma? Si può rinunciare a un amore reale per un’illusione? Londra 1895 Olivia e Bernard si incontrano ad una festa e sembrano amarsi a prima vista. Ma arrivati alla soglia delle nozze Olivia dubita, sopraffatta dalla gelosia per April, una donna morta. Un’amica che Olivia avrebbe voluto presentare a Bernard, senza mai riuscirci, perché il caso, o magari qualche forza sconosciuta, ha sempre ostacolato il suo intento. Londra 1908 Olivia perseguitata dai fantasmi si rivolge al dottor Meyer, uno psicoanalista, per far luce su quanto accaduto tredici anni prima. E così tra un pettegolezzo e l’altro di un effervescente mondo salottiero, feste di grido e intimi pomeriggi per il tè, canzoni famose e amori nascenti, prendono vita Bernard, April, Miranda, Lisa e molti altri, ovvero i suoi ricordi. Il dottor Meyer saprà farsi largo tra i fantasmi di Olivia e toccare così il centro della sua anima oppure verrà anche lui inghiottito in un mondo soprannaturale? Questa commedia, liberamente ispirata all’omonimo racconto di Henry James, si muove tra reale e fantastico, ironia e romanticismo. Il racconto è del 1895, anno in cui nasce la psicoanalisi, e la commedia, prendendo le mosse da questa data, sottolinea il passaggio tra i due secoli, tra un mondo che fatica a mettere da parte la fede nei fantasmi e un altro che impone con prepotenza le leggi della psicologia, ma senza riuscirci fino in fondo. I fantasmi evocati da Olivia sono un’illusione, frutto della sua mente turbata oppure esistono davvero come tutti gli altri esseri viventi? La commedia Gli amici degli amici racconta il lasso di tempo di questa incertezza dove si fronteggiano due risposte differenti, una naturale e l’altra soprannaturale, e dove l’esitazione vissuta dai personaggi accompagna la scrittura e la messa in scena.
E’ tutto , con tanti auguri di buon divertimento nei teatri romani!