Spettacolo

Teatro Belli – “Trend – Nuove frontiere della scena britannica”

teatro belli romaTredici autori interpretano l’oggi

Roma, 7 ottobre – Il teatro, si sa, non è solo comunicazione, è specchio della realtà, è metafora per interpretare il presente e le sue voci, è memoria, e scuola di vita in ogni caso. Partendo da questo assioma, il teatro può diventare una esemplificazione di quelle misteriose corde che uniscono in un tutto due poli indispensabili collegati all’idea stessa di teatro. Colui o coloro che lo scrivono e propongono e il pubblico chiamato a decodificarlo. Una valente operazione voluta da Rodolfo di Giammarco a favore del teatro è quella offerta dalla rassegna “Trend – Nuove frontiere della scena britannica”, in calendario al teatro Belli di Roma dal 13 ottobre all’11 dicembre Due mesi di programmazione, con il sostegno del Comune di Roma, all’insegna della qualità per un excursus nella drammaturgiacontemporanea inglese prontamente tradotta e convertita in reading, mise en espace e spettacoli con attori e registi di casa nostra.

L’attuale cartellone ha in serbo quattordici titoli per tredici autori, (per due volte è presente Simon Stephens con “Waswater” e “Heisenberg”), mentre il cartellone si sofferma sulla scoperta di Chris Thorpe “Confirmation”, su scommesse che vanno da Stuart Slade “Cans” a Marina Carr “TheCordelia Dream”, da Nina Raine “Tribes” a Penelope Skinner “Fred’s Diner”, da Alistair McDowall “Captain Amazing” a Jen McGregor “Confort&Joy”, a Gary Duggan “Dedalus Lounge”, proponendo nomi consolidati come David Greig “The Letter ofLast Resort”, Owen McCafferty “Unfaithful”, Claire Dowie “All Over Lovely”, Philip Ridley “Tender Napalm”. Quattordici opere per monitorare i malesseri, le memorie scomode, i rapporti fuori sesto, gli schemi o le mancanze di schemi identitari, gli estremismi quotidiani, i destini in frangenti d’emergenza, le scuole di pensiero inconciliabili, l’altro da noi. Le formule drammaturgiche offrono varietà di risoluzioni dal monologo alla pluralità di personaggi, a volte espressi in letture, altre semi-allestite in cantiere o come spettacoli completi.

Molti registi hanno voluto misurarsi con il teatro di oggi che parla inglese, alcuni partendo da una base di conoscenza, altri motivati dall’interesse e dalla curiosità.

I testi saranno scandagliati e poi proposti da Jacopo Gassman, Filippo Gili, Valter Malosti, Valerio Binasco, Carlo Emilio Lerici, Elena Sbardella, Massimiliano Farau, Giacomo Bisordi, Monica Nappo, i Sacchi di Sabbia, Marcela Serli, Emiliano Russo, Roberto di Maio.  

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