Teatro Golden – Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero in “Alle 5 da me” di Pierre Chesnot

All’insegna della leggerezza

Roma, 23 ottobre 2019 – Nel sentiero della vita d’improvviso si apre un bivio che impone scelte perentorie.
Nella vita di una donna arriva un momento in cui la Natura richiama all’obbedienza della sua legge universale e il bisogno di maternità diventa impellente. Ma per poter rispondere alla richiesta si devono realizzare alcune condizioni fondamentali, prima fra tutte quella di procurarsi un compagno.
Arriva un momento nella vita di un uomo in cui si avverte inderogabile il desiderio di avere accanto qualcuna con cui condividere i momenti salienti e le tappe via via raggiunte, qualcuna che possa assicurare una vera e propria stabilità affettiva.
Davanti al bivio, Pierre Chesnot, sofisticato ed elegante scrittore francese, pone Charlotte e Jean-Marc. Siamo qui, nell’open space del teatro Golden e i due protagonisti sono indossati a pelle da Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero.
Dichiara il regista che, vedendo la loro interpretazione della sua commedia “L’inquilina del piano di sopra”, Chesnot, “mettendo nuovamente mano alla drammaturgia di “Alle 5 da me”, ha pensato a Gaia ed Ugo come interpreti ed ha voluto “omaggiarli” scrivendo una scena appositamente per loro”.
Sotto la guida del regista Stefano Artissunch, ecco la stessa coppia di attori presentarsi in scena in abito bianco da sposa e in abito da cerimonia corredato da cappello a cilindro con flute per brindare alle loro nozze.
Poi inizia un lungo flash back durante il quale apprendiamo tutte le tappe, alcune tragicomiche altre umoristiche, alcune difficili come prove iniziatiche, che i due hanno dovuto superare, perché il desiderio di raggiungere le rispettive mete spesso slaccia i cordoni della cautela e cinque personaggi tra loro disparati fanno il capolino nella vita di Charlotte, come diverse donne tentano di invadere per poco la vita di lui. Naturalmente tutti i nuovi arrivati sono affidati agli stessi protagonisti, che utilizzano una struttura coloratissima, una istallazione di Matteo Soltanto, con aperture e travi che in qualche modo ricorda il gioco del Lego per rapide entrate e uscite di scena mentre un grande specchio contornato da lucette che richiama quello presente nei camerini delle artisti, permette una prospettiva particolare al pubblico in sala.
In questa divertente e sofisticata commedia che profuma di Francia per i dialoghi serrati e brillanti, ma anche per la regia iperdinamica che per i suoi ritmi richiama tanto teatro francese (di Labiche, ad esempio) che valorizza appieno le capacità atletiche di Gaia de Laurentiis, ma che si avvale anche della sua innata eleganza e di quell’aria frizzante contraltare della mimica di Dighero, fra i tanti personaggi che i cambi a vista degli abiti (creazioni di Marco Nateri) rendono d’immediata percezione. Resta davvero impresso quello di un beccamorto che racconta con dovizia di particolari i momenti del lavoro che svolge, che Dighero rende efficacemente con un gusto un po’ istrionico e coinvolgente. Ma non manca il bersaglio del divertimento anche il montanaro che d’inverno è un maestro di sci fascinoso ma quando sbarca in casa di Charlotte ha assunto la veste più propria di pastore di capre. Anche Jean-Marc ha il suo bel problema con la sua ricerca dell’anima gemella, così gli accade di ritrovarsi in casa fra le altre una ragazza esagitata, terrorizzata dal rischio di prendere una multa per divieto di sosta, ma disposta a fare di tutto per punire il compagno con il quale ha un difficile rapporto. Il quale però è cintura nera di Karate ed è geloso e attaccabrighe.
A completare il tutto, le musiche della Banda Osiris che si sposano perfettamente con l’atmosfera e la leggerezza tutta francese della piéce.

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