Acrobazie nel linguaggio della danza
Roma, 19 ottobre – sono corpi in movimento, sono vibrazioni nell’aria, sono ricercatori di una drammaturgia cinetica; il ritmo di questi danzatori-ginnasti trasporta a referenti ben noti: ecco la perfezione creativa dei loro acrobatismi, la severità della loro preparazione atletica al servizio del piacere degli occhi, della condivisione tutta mentale dei loro racconti fisici: è il frutto di una immediata resa empatica con il pubblico di tutte le età. E non è un caso che la platea del Teatro Quirino, dove è possibile vedere questo bellissimo spettacolo, sia composta anche da giovanissimi, dai quattro anni in poi.
Lo spettacolo si chiama “Puzzle” ed è una creazione della Compagnia Kataklò Athletic Dance Theatre, Ensemble di Physical Theatre nato quindici anni fa e da allora in crescita costante. La multidisciplinarità, la varietà di linguaggi, l’attività di ricerca e poi di amalgama in un momento d’arte poliedrico sottesi allo spettacolo ne motivano il nome “Puzzle” con ciò intendendo un organismo compatto e leggibile unitariamente ma che nel suo farsi può essere liberamente scomposto. Ogni tassello diventa portatore di significato e si motiva nella totalità dell’accostamento di varie coreografie: alcune sono opere prime dei danzatori che fanno parte del gruppo, altre hanno un tracciato più complesso che le ha storicizzate. Tutte però contribuiscono al progetto di una coralità di voci ed esperienze, tutte si riferiscono alla espressione e al linguaggio di questi artisti che fin dall’inizio Giulia Staccioli, anima della Compagnia, ha voluto coinvolgere personalmente nel farsi dello spettacolo, nel momento della creazione.
La Staccioli ha saputo d’altra parte assimilare esperienze diverse, da quella della ginnastica ritmica, disciplina che l’ha vista finalista olimpionica a Los Angeles del 1984 e a Seul nel 1988, alla militanza presso la celebre Compagnia dei Momix, interprete per tre anni delle coreografie straordinarie di un artista visionario come Moses Pendleton.
Il suo “Puzzle” perciò si riempie di significati che sono il nerbo della sua esperienza lavorativa e degli ambiti differenti nei quali si è espressa. Aiutata nel progetto, di cui cura la regia e la supervisione artistica, da Jessica Gandini, Giulia Staccioli promuove l’intensificarsi delle attività laboratoriali e formative che la compagnia porta avanti in tutta Italia, considerandole ad un tempo motivazioni per creazioni e di conseguenza parte di questa nuova fase di lavoro.
Oggi Kataklò trova in “Puzzle” una nuova ed un’ulteriore conferma dell’efficacia del proprio metodo, offrendo spazio ai danzatori affinché possano, a tutti gli effetti, farsi anche autori, meglio, “danzautori”. Su questa stessa volontà nasce la necessità di annunziare al pubblico che c’è spazio nella Compagnia per nuovi talenti e si indicano le modalità per mettersi in contatto diretto, attraverso il Web. E si approntano corsi professionali, amatoriali, workshop, stages, seminari di aggiornamento nello spazio messo a disposizione da DanceHous, In via Tertulliano 70, a Milano.
Puntando alla diversità e alla varietà espressiva, Giulia Staccioli può dare ospitalità nel contempo al teatro alla danza fino all’acrobatica, e raccontarsi con modalità emozionali differenti, che vanno dal sorriso all’ironia alla passione, in linea con le competenze multiple di tutti gli artisti coinvolti. “Puzzle” allora diventa condivisione, spazio aperto liberamente a chi voglia lasciarsi contagiare dalla vivacità espressiva e dalla creatività del gruppo, e vibrare in sintonia artistica per una perfetta alchimia. Che si protrae nel suono con le musiche scelte anch’esse come un puzzle proveniente da vari contesti.