Spettacolo
Teatro Golden – “ Il tesoro di mamma” di e con Danilo de Santis
Risate di fine anno
Roma, 29 dicembre 2016 – Cosa uniscono una casa piena di misteri, l’eredità della mamma morta, due figli mascalzoncelli, infantili ed egoisti, un tesoro da scoprire e i celebri Police, sì, proprio il Trio rock/pop che continua a spopolare, quanto meno nella memoria dei numerosi fan? Non tutti i Police, e certo non Sting, ma di loro, quello più sfigato.
Cosa c’entra la mamma con il tesoro da recuperare e con la canzone Roxanne? Interrogativi palpitanti di curiosità che solo il teatro Golden può appagare.
La condizione è di andare a passare una serata divertente con loro due, i fratelli Antonio e Cesare (Danilo de Santis e Pietro Scornavacchi), che per dieci anni si sono ignorati serenamente e che ora si ritrovano a celebrare il funerale della mamma.
Giornata stramba perché nella stessa chiesa Cesare celebra contemporaneamente il suo matrimonio con Chiara, e per esso, secondo il volere di mamma, ha dovuto invitare come testimone di nozze il fratello Antonio. Un ordine al quale non poteva contravvenire ma che fa germogliare tutta una serie di rancori mai espressi, di rivendicazioni sul vero destinatario delle preferenze dell’amore materno, sulle piccole invidie e gelosie che con gli anni si sono irrobustite fino a creare quel muro impenetrabile fra i due. Peraltro così diversi.
Cesare ha seguito la carriera di medico, mettendo da parte una serie di fobie che si conciliano male con la professione (guai a veder qualcuno vomitare, non si fermerebbe e non sarebbe in grado naturalmente di assicurare assistenza). Un problema che si presenta massicciamente perché i gamberi serviti durante il pranzo di nozze hanno provocato un’ecatombe, coinvolgendo tutti, vecchi zii compresi, in una poderosa intossicazione della quale sono costretti a curare i sintomi più evidenti.
Tutto questo mentre le lancette girano indifferenti sul quadrante e si appresta l’ora di partire per l’agognata luna di miele in Messico.
Tutto questo mentre Chiara si ostina a voler consumare una dovuta prima notte di nozze concentrandosi e ponendosi interrogativi e curiosità sui luoghi da visitare: i misteriosi cenotes, le spiagge di sabbia bianca o le rovine Maya?
Ma quando sembra che tutto stia per incanalarsi nelle logiche di una tranquilla prima notte di nozze, ecco giungere davvero inaspettato Antonio, armato di chiave della porta e di valigia e pronto ad accampare il suo diritto al 50% della casa materna, così come nell’immediato rivendica una porzione del letto per aspettare l’alba riposando.
Antonio arriva con vari progetti di ristrutturazione per ricavare due appartamenti. Ma qui, nel salone di casa diventato camera da letto, ritrova i suoi ricordi chiusi in scatoloni, le collezioni di fumetti, il dépliant del film cult Malizia con la bellissima Laura Antonelli, armata di calze nere autoreggenti, ammiccante su una scala a pioli, un’immagine che aveva risvegliato i suoi sensi adolescenti, facendogli vagheggiare qualcuna che potesse riprodurre quelle movenze magnetiche e allusive.
Ma di questo si parlerà dopo, intanto Antonio si offre di accompagnare gli sposini in aeroporto. Generosità pura, cortesia di fratello?
No.
Bisogno di accertarsi di sgombrare il campo, perché arriverà una ragazza da Kiev con il suo carico misterioso di promesse, un’apertura internazionale di Antonio verso forme allegramente democratiche di accoglienza. Svetlana (Francesca Milani), ragazza dalle chiare idee e dall’appetito robusto, stuzzicato dai cliché alimentari romani diffusi nel mondo e la pizza e i supplì, nel suo italiano maccheronico è tuttavia bravissima a far intendere che senza gli stuzzicanti spuntini non le si muove la libido.
E Antonio corre a procurarsi l’occorrente. E quando già la scala ha sforbiciato e la ragazza si è pericolosamente sporta a dondolare i fianchi come richiestole, ecco irrompere gli sposini che hanno perduto il volo e i fatti si rimescolano tutti e si ricomincia a litigare sulla libertà sessuale di mammà che forse ha ispirato la canzone più celebre dei Police, Roxanne, e sul vero padre dei due fratelli, che forse è il più sfigato del Trio, in un confronto a quattro con le due ragazze, che diventa rapidamente a cinque, perché la porta d’ingresso si apre ancora e viene fuori una sorella sconosciuta (Chiara Canitano) che rimette tutto in discussione, compresa l’area leggerezza della mamma.
Le sorprese sono finite qua?
No, c’è sempre il tesoro che sarà scoperto all’ultimo momento come un piccolo coup de théâtre e che non riveliamo per non guastare la festa e le attese.
Il pubblico ride di gusto alle battute degli attori rese più coinvolgenti dagli ottimi tempi comici illustrati dalla regia di Danilo de Santis, che ha scritto la commedia e che ne interpreta il personaggio di Cesare con il supporto determinante di Pietro Scornavacchi e la presenza indispensabile della bella Roberta Mastromichele.
Tutti ospiti della scena essenziale di Andrea Simonetti che con pochi tocchi ha contribuito a trasformare l’open space del Golden in un appartamento accogliente e pieno di memorie.