Tutti gli uomini del presidente.
Film-documento, nei turbolenti anni '70, sullo scandalo Watergate.
Roma, 21 ottobre 2021.
La ricorrenza.
Esce in Italia il 21 ottobre 1976, quarantacinque anni fa, un film-cult della cinematografia mondiale: Tutti gli uomini del presidente.
La storia.
Bob Woodward e Carl Bernstein sono due giovani giornalisti del Washington Post che nel giugno 1972 cominciano a lavorare, quasi per caso, ad un’inchiesta.
L’indagine è collegata alla campagna elettorale per la rielezione di Richard Nixon, repubblicano, alla carica di Presidente degli Stati Uniti.
Il sospetto, su cui si concentrano i due redattori, è il fermo di alcuni elementi che si trovano nella sede del Partito Democratico e uno di questi lavora per la CIA.
Woodward e Bernstein non hanno paura di toccare i piani alti dello scenario politico americano, forti dell’appoggio del direttore della testata Bradlee.
L’inchiesta è complessa e i due rampanti giornalisti si muovono tra mille difficoltà, censure, omertà, che avvolgono l’argomento trattato.
Più volte l’indagine sembra sul punto d’arenarsi, in una sorta di gioco dell’oca, specie quando gli indizi sembrano portare verso la Casa Bianca.
Giri di denaro, testimonianze misteriose, che fanno capo ad un personaggio chiave denominato Gola profonda, convergono alla fine verso il comitato repubblicano per la rielezione di Nixon.
Quest’ultimo nel frattempo viene rieletto Presidente nel novembre 1972, con largo distacco verso il candidato democratico McGovern.
Il mosaico tuttavia arriva a mettere insieme tutte le sue tessere e Woodward e Bernstein dimostrano che il comitato repubblicano, sostenuto dalla CIA, ha sabotato la campagna elettorale del Partito Democratico.
A maggio del 1974, a inchiesta conclusa, viene messa in stato di accusa la figura di Nixon che arriva alle dimissioni nell’agosto dello stesso anno.
Curiosità.
Il film racconta, con un ritmo incalzante, un intreccio compatto e un ottima messinscena di quello che comunemente conosciamo come lo scandalo Watergate.
Viene evidenziata la sostanza politica del contesto, in un periodo per l’America che ancora risente dell’impegno e dell’imbarazzo della guerra del Vietnam.
Grande successo di critica e di pubblico con otto candidature all’Oscar e quattro vinti: scenografia, sonoro, sceneggiatura e miglior attore non protagonista.
La redazione del Washington Post viene accuratamente preparata in due teatri di posa, con scrivanie identiche a quelle della vera redazione, coperte da materiale fornito dalla testata.
I due protagonisti, prima dell’inizio delle riprese, frequentano la redazione del giornale per meglio identificarsi con il lavoro giornalistico vero e proprio.
La pellicola viene scelta dal National Film Registry come film <di rilevante significato estetico, culturale e storico>.
I Protagonisti.
Bob Woodward è Robert Redford a cui viene l’idea di acquisire i diritti del romanzo <All the President’s Men>, scritto proprio dai due giornalisti, per farci un film con una spesa di circa 5 milioni di $.
Carl Bernstein è Dustin Hoffman che vince il ballottaggio con Al Pacino e dimostra un ottimo affiatamento, non scontato, con Redford.
Hal Holbrook è la <Gola profonda>, Martin Balsam e Jack Warden sono i capi dei due giovani giornalisti, Jane Alexander è la contabile del comitato repubblicano che informa Woodward e Bernstein dei fondi neri manovrati dallo stesso comitato.
Jason Robards, premio Oscar quale miglior attore non protagonista, è Bradlee il direttore del giornale che appoggia incondizionatamente i due protagonisti.
Robards, qualcuno lo ricorda, è il caratteristico interprete di <Cheyenne> in C’era una volta il West di Sergio Leone del 1968.
Tra i protagonisti merita una citazione il regista Alan J.Pakula, ottimo professionista, che collabora con Redford alla messa a punto del film, scrutando per giorni interi il lavoro di redattori e giornalisti.
Pakula, tra le tante pellicole, firma grandi successi come Una squillo per l’ispettore Klute nel 1971, con una grande Jane Fonda, La scelta di Sophie nel 1982, con Meryl Streep, Il rapporto Pelican nel 1993.
Ultimo film di Pakula è L’ombra del diavolo nel 1997, con Harrison Ford e Brad Pitt, dove affronta lo spinoso problema del terrorismo irlandese.
Tutti gli uomini del presidente è un documento determinante per le sorti americane, che denuncia una diffusa corruzione e la clamorosa destituzione dell’uomo più potente del pianeta: il Presidente degli Stati Uniti!