Rievocazione.
Oggi, trent’anni fa, ci lasciava uno degli attori padri della Commedia all’italiana: Ugo Tognazzi.
Un anno che sta per terminare, questo 2020, e che non dimenticheremo tanto facilmente per tutto quello che ha manifestato.
Un anno che da queste colonne abbiamo provato ad alleggerire ricordando vari compleanni o ricorrenze di personaggi dello spettacolo e di relative opere.
Dai 100 anni dalla nascita di Alberto Sordi e di Franca Valeri, ai 90 anni compiuti da tre mostri sacri della cinematografia come Eastwood, Hackman e Connery ed altro.
Il personaggio.
Gassman, Manfredi, Mastroianni, Sordi e Tognazzi, in rigoroso ordine alfabetico, hanno rappresentato, ognuno per le proprie peculiarità, vari spaccati del nostro costume.
Tognazzi, cremonese doc, ha dato quel sarcasmo raffinato e nello stesso tempo quel fare godereccio recitato in diverse produzioni.
Già affermato nel varietà e nella rivista negli anni ’50, popolarissimo in televisione con Raimondo Vianello in <Un, due, tre>, dal 1961 esplode anche nel cinema.
Nella pellicola Il Federale Tognazzi ottiene la sua prima affermazione, diretto magistralmente da Luciano Salce con cui bisserà il successo l’anno seguente con <La voglia matta>.
Sempre più si segnala come attore completo affinando ed alternando le innate doti caricaturali a più complessi ruoli drammatici.
Del resto non è un caso se è stato diretto da grandi maestri quali Risi, Comencini, Germi, Lattuada, Bertolucci, Ferreri, tanto per citarne alcuni.
Tognazzi ha firmato cinque film che non hanno lasciato ricordi memorabili, con una piccola eccezione per <Il fischio al naso> in cui mette alla berlina il sistema sanitario italiano.
Ben altro spessore alcune pellicole come I mostri, In nome del popolo italiano, La stanza del vescovo, Amici miei e La tragedia di un uomo ridicolo con cui Tognazzi vince a Cannes la Palma d’oro per la migliore interpretazione.
Una rappresentazione di grosso spessore Tognazzi la fornisce a teatro a Parigi nel 1986, per la Comédie Francaise, in Sei personaggi in cerca d’autore.
Il ruolo del padre Tognazzi se lo porta dentro, diverso da tutti gli stereotipi pirandelliani di altri interpreti, con naturalezza e forte senso istrionico e recita la commedia in francese!
L’uomo.
Abbiamo detto godereccio, amante della convivialità, appassionato cultore di cucina, Tognazzi s’inventa tornei di tennis nella sua Torvajanica coinvolgendo amici-artisti vari.
Lo scolapasta d’oro è l’ambito premio, chiara parodia della Coppa Davis del tennis professionistico, con cui alla fine si celebrano i vincitori e con la scusa si fanno grandi mangiate.
Ugo Tognazzi, nel suo essere autoironico, ha sempre rivendicato il <<diritto alla cazzata>>.
Prova ne fu lo scherzo a cui si prestò nel 1979, architettato dal giornale satirico <<Il Male>>, quando finge di essere il capo segreto, il grande vecchio, delle Brigate Rosse.
Per edulcorare la farsa, non volendo urtare suscettibilità e fanatismi vari, il giornale satirico nel sottotitolo scrive:<<ricercato anche Vianello da sempre in coppia col grande vecchio>>.
Ugo Tognazzi, tutto da ridere…