Roma, 23 novembre 2018 – Una composizione ardita e dissacrante del pianista compositore viennese Friedrich Gulda, e nel contempo una sorta di antologia della musica occidentale senza le cesure geografiche o di genere: questo in estrema sintesi è quanto offre al pubblico il ‘Concerto per violoncello e orchestra di fiati’, prima parte di uno spettacolo pregevole e tappa dell’encomiabile attività della Stagione dei concerti, presso l’Auditorium ‘Ennio Morricone’ dell’Università ‘Tor Vergata’, divenuta negli anni un appuntamento importante in un quartiere avaro di proposte musicali.
La guida artistica accorta di Luigi Lanzillotta, ha permesso di arricchire il cartellone della Rassegna con molti artisti italiani, alcuni in ascesa altri già collaudati da anni d’attività e dal successo.
La Stagione dei Concerti 2018/19 ospita pianisti come Maurizio Baglini, Giuseppe Albanese, Pierluigi Camicia sul palcoscenico con programmi abitualmente in sodalizio con l’Orchestra Roma Sinfonietta, ospite fissa a Tor Vergata. E ancora il romanticismo di Chopin e Liszt sarà sul palcoscenico con il pianoforte solo di Leonardo Pierdomenico. Nel cartellone sono presenti anche momenti di jazz come in Duke’s Dream, omaggio a Ellington. O la serata di Blues, ballate e canzoni d’autore della Argiria Band. In programma anche il brillante ‘Trouble in Tahiti’ di Leonard Bernstein.
Inoltre, un discreto spazio è riservato a spettacoli più ‘costruiti’ dove la pagina letteraria si incontra con i suoni del proprio tempo, come ne ‘Il Canto di Shakespeare’, viaggio tra musiche e parole del Teatro Rinascimentale Elisabettiano con Pamela Villoresi e l’Ensemble di Musica Antiqua Latina diretto da Giordano Antonelli. Massimo Venturiello, artista eclettico e assai apprezzato, è impegnato in due differenti progetti, una lettura di Dante su musiche di Bach ( di cui ad aprile sarà possibile ascoltare ‘La Passione secondo Giovanni’ nella Chiesa di Santa Agnese di piazza Navona) e il ‘Progetto Archilochus dove la poesia di Giacomo Leopardi si articolerà su pagine di musica contemporanea. In questa carrellata ‘democratica’ c’è anche spazio per il folk con Musica dalle Regioni d’Italia, quest’anno aperto alle ciaramelle di Amatrici, alle improvvisazioni poetiche e poi ai tanti balli popolari del Lazio. Ed è previsto ancora un viaggio nella canzone d’autore, da Gershwin a Luigi Tenco. Chiusura della stagione a maggio con un Oratorio a cinque voci di Stradella dedicato a Santa Editta, regina d’Inghilterra vergine e monaca.
Il ‘Concerto per violoncello e orchestra di fiati’, composto dal viennese Friedrich Gulda nel 1980, ispirandosi al Flauto Magico di Mozart, è un ibrido, una composizione polistilistica in cui è possibile individuare le molte matrici che hanno fornito il pretesto compositivo, dove risonanze rock anni ’80 del I° Movimento si sciolgono nei toni pastorali del secondo, dove i sentori del jazz diventano i suoni ritmati di una banda da operetta. Certo, per esaltare tutto questo occorre un solista capace di cavalcare le onde tumultuose di Gulda, definito ‘il pianista ribelle’ o anche ‘terrorista’, spirito carismatico e geniale che metteva il gioco e la provocazione prima di tutto, che si lasciava andare a scherzi folli e apotropaici, come quando annunziò a tutti la propria morte ‘per vedere l’effetto che fa’ parafrasando una canzoncina dell’epoca. Gianluca Giganti, un artista che ha costruito una carriera importante come primo violoncello dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, del Teatro San Carlo di Napoli, dell’Orchestra Rai di Torino, ben condotto dal direttore Gabriele Bonolis, a capo dell’Orchestra del Conservatorio ‘Nicola Sala’ di Benevento, ha ottenuto lo scopo, impegnandosi con successo nella lunga cadenza, momento centrale e difficilissimo dei cinque della composizione, con imprestati e omaggi da Bach fino al rock che impone poderosi virtuosismi.
Nella seconda parte del programma campeggiano le atmosfere malinconiche e le pennellate espressioniste della ‘Piccola Suite dall’Opera da Tre soldi’ per orchestra di fiati, un’opera di Kurt Weill e Bertold Brecht che porta sul palcoscenico il mondo dei bassifondi con banditi e prostitute nella Germania trasgressiva dello scorcio degli anni ’20 dello scorso secolo.
(foto Mauro Mariani)