Urbino, 21 luglio – Muoversi fra le atmosfere rinascimentali di Urbino, dal 1998 patrimonio dell’umanità, città considerata a misura d’uomo, fra le memorie dell’illuminato duca, immaginandolo nella monumentale sala del Trono, una delle più grandi del mondo antico. Godere le voci di strumenti che danno vita ai suoni dell’epoca, per una decina di giorni fucina di tutto ciò che è musica e che attorno ad essa ruota, alla ricerca delle origini: tutto questo è la promessa che si realizza in questo 48° Festival di Musica Antica. Dal 16 al 26 luglio 2016, i grandi interpreti della musica antica si danno appuntamento nella città del “pittore Divino”, Raffaello Sanzio per un momento di incontro e di confronto, organizzato dalla FIMA (Fondazione Italiana per la Musica Antica). Quest’anno, come ogni anno, è pronto un fitto calendario di impegni, mentre la città come una sovrana fa da nobile sfondo ai concerti del festival e alle lezioni dei corsi di perfezionamento aperti anche ai più piccoli (età compresa tra i 6 e i 16 anni), per i quali è stata creata Urbino Musica Giovani, perché si confrontino attraverso lo studio delle più belle pagine del repertorio antico e barocco. Dieci intensi giorni durante i quali centinaia di musicisti e appassionati giungeranno a Urbino da ogni parte del mondo per frequentare corsi di canto, musica e danza medievali, rinascimentali e barocchi.
E’ un’occasione privilegiata per approfondire la prassi esecutiva antica anche grazie alla magica sinergia che si instaura tra gli allievi dei corsi di perfezionamento, veri e propri laboratori di produzione musicale, in cui l’esperienza della musica viene vissuta in una cornice fuori dal tempo, in un luogo in sintonia con l’epoca del repertorio eseguito.
L’interesse per il Festival che corre verso il 50° anniversario della sua fondazione, oggi con la direzione artistica di Marcello Gatti, gli ha fatto guadagnare il patrocinio della Presidenza della Repubblica ed il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, del Comune di Urbino, della Comunità Montana dell’alto e medio Metauro, dell’ERSU, della Regione Marche, della Provincia di Pesaro e Urbino, del Centro Provinciale Promozione Beni Culturali, e della Commissione Nazionale Italiana UNESCO e promosso dalla Città di Urbino – Assessorato alla Rivoluzione e alla Cultura guidato da Vittorio Sgarbi.
Gli eventi:
Dopo l’apertura sabato 16 luglio presso il Salone Raffaello con “In dulcedine et ardore”, una spigolatura fra le musiche diCaccini, Monteverdi, Rossi, Strozzi, Merula e G. A. Rigatti. dedicata alla contrapposizione fra amor sacro e amor profano con il soprano Lia Serafini, presente a Urbino anche come docente dei Corsi di perfezionamento, una delle specialiste dello stile vocale antico, e l’arpista Maria Cleary, affermata strumentista specializzata nelle arpe storiche e impegnata in un’intensa attività concertistica sia come solista sia come esperta della pratica del basso continuo sull’arpa; dopo aver dedicato la domenica successiva nel programma pomeridiano al virtuosismo e alla potenza espressiva del violinocon musiche di G. Bassano, Th. Baltzar, J. J. Vilsmayr, J. S. Bach, un percorso che va dal rinascimento veneziano alla Germania del Seicento ed oltre, eseguite da Susanne Scholtz, ecco la performance del Concerto Palatino, formato da capiscuola del cornetto e del trombone antico, impegnato in “Un rumore magnifico… musiche del Seicento per cornetto, violino e tromboni” di G. Frescobaldi, G. Gabrieli, P. Lappi, C. Ritter, G. P. Cima, Gio. M. Cesare, J. Stephani, G. Bassano, M. Weckmann, Ludovico da Viadana, N. Corradini, H. Scheidemann.
Ogni giorno, la Rassegna ha presentato richiami e motivi di interesse ,e se il lunedì è stata la volta dell’ attesissima European Union Baroque Orchestra (EUBO) diretta da Lars Ulrik Mortensen, grande clavicembalista e direttore d’orchestra, con un concerto che impagina brani di Händel con altri musicisti coevi, che il compositore tedesco conobbe nei suoi soggiorni londinesi, come J. E. Galliard, W. Babell, G. Sammartini, F. Geminiani. E se martedì ha permesso di assistere alla esibizione del gruppo Accademia Ottoboni(Manuel Granatiero, traversiere; Helena Zemanova, violino; Ayako Matsunaga, violino; Teresa Ceccato, viola; Marco Ceccato, violoncello) con il programma “Be (Classic) or not tobe”(Classic) che mette a confronto le composizioni per flauto e quartetto d’archi di Mozart e Boccherini, mercoledì 20 l’occhio di bue ha illuminato la danza: Evangelina Mascardi (chitarra barocca) e Lincoln Almada( arpa gesuita e percussioni) hanno presentato ”un solo cammino…”, impegnandosi in danze e improvvisazioni dalla Spagna all’America Latina che percorre un itinerario di suoni risalenti ai secoli dei Conquistadores, frammischiati alle musiche tradizionali degli schiavi d’Africa, degli indigeni Guaranì, con lejácaras, le suites, le zarambeques.”Illabirinto armonico d’Arianna” ha come protagonista Luca Guglielmo ed è imperniato sul confronto dialettico tra due compositori tedeschi:Johann Caspar Ferdinand Fischer e Johann Sebastian Bach.
Dopo il recital dedicato al settecento tedesco dal titolo “L’ autunno del Barocco” con Antonio Carrilho al flauto dolce e Enrico Baiano, il fine settimana è occupato dall’Ensemble Profeti della Quinta con il programma“Ego dormio et cor meum vigilat” e l’esibizione dell’Orchestra che ogni anno nasce con i migliori elementi dei corsi impegnata con musiche di J. F. Fasch, C. Tessarini, F. Geminiani. Il programma di quest’anno vuole in particolare ricordare Carlo Tessarini nel 250° anniversario della morte Gli ultimi due giorni del Festival ospiteranno l’ensemble La Reverdie in “Ars cantus mensurabilis – Il trionfo della polifonia in Francia nel XIII secolo”, mentre nella serata finale, l’Ensemble vocale e strumentale FIMA diretto da Alessandro Quarta presenterà il terzo progetto realizzato da docenti e allievi durante il festival, dedicato all’Oratorio romano.
Quest’anno la FIMA partecipa a VOXearlyMUS, un importante progetto europeo di collaborazione Erasmus+ che viene finanziato dalla stessa EU per una durata di tre anni, da settembre 2015 ad agosto 2018. Il progetto intende portare avanti una cooperazione transnazionale nel campo della didattica della vocalità nella musica antica intesa come strumento per rinforzare la qualità dell’istruzione musicale superiore. Nasce dalla collaborazione tra cinque conservatori europei: National University of Music di Bucarest (Romania), Koninklijk Conservatorium de L’Aia (Olanda), “Joseph Haydn” Konservatorium di Eisenstadt (Austria), Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma e il Conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza. Durante l’intera durata del progetto, la FIMA svolgerà, con i suoi esperti, il ruolo di supervisore del lavoro svolto, ma anche di consigliere specialmente su tutte le fasi che segnano il passaggio dallo stato di studente a quello di concertista professionista.