Venti anni fa, moriva Massimo Troisi

Ha terminato la sua opera, “Il Postino”, ed è andato via…  per sempre

Roma, 4 giugno – Era nato il 19 febbraio 1953 a San Giorgio a Cremano, figlio di un ferroviere ed una casalinga, vivendo in 14 in un piccolo appartamento, pieno di umidità. Quell’umidità gli procurò delle febbri reumatiche che a loro volta gli provocarono uno scompenso cardiaco alla valvola mitralica.

Ma questo handicap, anzichè frenarlo, forse fu la molla a spingerlo nella lotta per emergere e regalarci quella sua autoironia,quell’espressione del viso e quella parlata napoletana  che solo un altro grandissimo Maestro ci aveva fatto vivere: il grande Totò,  affermando: “è l’unica lingua che so parlare, a dire il vero”.

Numerosi  i film girati, tutti di successo, a cominciare da “Ricomincio da tre” del 1981. Ma nonostante la fama, il suo stato di salute era sempre in bilico ed egli ne era pienamente consapevole tanto da scrivere ed impersonare personaggi che, prematuramente, morivano quali “No, grazie il caffè mi rende nervoso” arrivando perfino a dare il titolo ad un suo film Tv “Morto Troisi…viva Troisi” del 1982.

Il suo sogno, però, era il film “Il Postino”, in cui Philippe Noiret interpretava il grande  poeta Neruda. Pur lasciando la regia a Michael Radford, egli avrebbe dovuto affrontare l’ideazione e l’interpretazione. Proprio per questo, Trosi era tornato in America dal chirurgo  che l’aveva già operato agli inizi della sua carriera ma nonostante gli avvertimenti, non si risparmiò per completare questa sua opera.

La sera del 4 giugno, terminate le riprese dell’ultima scena del film, come di consueto per tutta la durata delle registrazioni, andò a riposarsi dalle fatiche  a casa della sorella Annamaria, a Ostia, mettendosi a dormire e passando così dal sonno alla morte.

Questa volta, la morte, nelle vesti del postino, aveva bussato … solo una volta.

Troisi è Morto…viva Troisi!

Exit mobile version