XIX edizione del RIFF – Rome Independent Film Festival. Annunciati i vincitori
Miglior Lungometraggio è Havel di Slávek Horák
Roma, 05 dicembre 2020 – Annunciati i vincitori della XIX edizione del RIFF – Rome Independent Film Festival andata interamente online su mymovies.it.
Tutti i film del festival rimangono visibili fino al 10 dicembre. C’è tempo fino al 10 dicembre per votare per il Premio del Pubblico al Miglior Documentario.
Le Sezioni del concorso sono: Lungometraggi, Documentari internazionali, Documentari italiani, Cortometraggi internazionali, Cortometraggi italiani, Cortometraggi d’animazione, Cortometraggi realizzati dagli studenti e le Sezioni per le Sceneggiature e i Soggetti.
LA GIURIA
La giuria chiamata a valutare i lavori finalisti è composta da: Fabrizio Lucci (direttore della fotografia), Anselma Dell’Olio (regista e critica), Lino Guanciale (attore), Lapo Gresleri (critico cinematografico), Patricia Mayorga Marcos (giornalista cilena), Ahmed Ejaz (giornalista Pakistano), Stefano Ratchev (musicista e compositore di colonne sonore per il cinema).
PREMI
Miglior Lungometraggio del RIFF 2020 è Havel di Slávek Horák. Per la giuria: “un film ben riuscito, in cui i rischi di prevedibilità della struttura “biopic” vengono neutralizzati dall’efficacia dello straniamento teatrale con cui vengono trattati alcuni snodi fondamentali della sceneggiatura. L’essere sempre tra due dimensioni è il punto di forza di Havel. Siamo visivamente e piacevolmente spiazzati ogni volta quando veniamo proiettati dalla realtà al palcoscenico di un teatro e alla sua rappresentazione. La scenografia, i costumi, la bravura attoriale, la qualità della scrittura che supera tutte le difficoltà delle biografie firmate e la colonna sonora “czech punk” che riescono a veicolare lo spettatore dentro la storia, donano a questo film un valore aggiunto non indifferente. Per ultimo ma non meno importante l’uso della luce, che sottolinea l’atmosfera di ogni scena e che rende la fotografia di questo lavoro davvero interessante. Che dire di più, una rara biopic che non tende all’agiografia.
Una menzione speciale è andata al film La Fortaleza di Jorge Thielen-Armand perché è “un film fuori dal comune, fotograficamente molto bello e dalla tensione emotiva molto efficace (menzione d’onore alla fortissima colonna sonora). Molto bravo il protagonista, molto interessante il taglio imprevedibile e “rough” sia della drammaturgia che della tecnica di ripresa, soprattutto nelle sequenze di ambientazione selvaggia. Il film sembra una metafora dei problemi attuali del Venezuela attraverso la decadenza del protagonista, anche se questo aspetto non viene fuori di maniera chiara, in quanto la sceneggiatura non è lineare. Si dice che nell’arte “Your life comes in handy.” Questo regista e suo padre protagonista sono riusciti alla grande a restituire il senso di perdita e perdono in un ambiente esotico da realismo magico”.
Il Premio alla Miglior Sceneggiatura di Lungometraggio va a Fred Buscaglione – Una vita al massimo di Gino Clemente “per la capacità di riportare alla luce la parabola ascendente di un astro della musica italiana swing che riuscì già durante la guerra a farsi notare per poi fare esplodere la sua musica in tutti i juke-box d’Italia. La passione per la vita che lo caratterizzò viene alla luce grazie ad una scrittura tanto semplice quanto solare”.
Il Premio alla Miglior Sceneggiatura di Cortometraggio va a Il Vino Cattivo di Gabriele Galligani con la seguente motivazione: “Avevo dodici estati in corpo quando giunse la tredicesima a gridarmi che, in verità, non ne avevo vissuta manco mezza’. Riccio ci porta così nell’estate in cui da bambino diventò ragazzo. Avvolti da un’atmosfera nostalgica, tra scorribande spensierate e voglia di indipendenza, gli eventi di questa storia porteranno Riccio ad avere una maggiore consapevolezza di sé e di chi lo circonda”.
Il Premio al Miglior Soggetto va a Camilla non sta bene di Paola Michelini e Francesca Staasch perchè “Il dettagliatissimo soggetto di Staasch e Michelini affronta di petto un tema tra i più classici della commedia d’autore, svecchiandone con crudezza gli stilemi, e costringendolo a confrontarsi con l’umanità e la società del 2020. Il tutto portato avanti con una padronanza impressionante delle meccaniche comiche, e della definizione psicologica dei personaggi chiamati”.
Il Premio al Miglior Corto d’Animazione va a To the Dusty Sea di Héloïse Ferlay (Francia), perché è “un piccolo capolavoro, curato nei minimi dettagli. Uno stop motion bellissimo, girato con tecniche da film live action. Siamo convinti che questa regista farà parlare di sé”.
Per la sezione dei Cortometraggi realizzati dagli studenti vince Masel Tov Cocktail di Arkadij Khaet & Mickey Paatzsch (Germania), “per la caustica ironia che decostruisce gli stereotipi ed evidenzia il difficile rapporto della popolazione tedesca con il passato nazista, mettendo alla berlina i forti limiti che ancora minano le coscienze collettive e individuali da entrambe le parti in causa, segno del peso di un’eredità troppo difficile da portare”.
Una menzione speciale va a Who Goes There di Astrid Thorvaldsen (Uk). La giuria lo ha considerato “un fantastico corto di genere che merita assolutamente di essere visto. Lavoro egregio degli attori e di tutti i reparti”.
Per la sezione Corti internazionali il Premio al Miglior Corto Internazionale va a Khoonab di Mojtaba Ghasemi (Iran) che vince perché è “un lavoro molto intenso, ben ideato, che propone uno scorcio di attualità reale e brutale raccontato magistralmente. Un omaggio accorato alle donne combattenti , che porta sullo schermo la realtà troppo poco conosciuta dell’attuale guerra in Siria”.
Miglior Corto Italiano è Zheng di Giacomo Sebastiani che vince “perché riesce nel difficile intento di raccontare l’emarginazione dello straniero raccontata dal suo punto di vista, nello specifico l’isolamento e la chiusura della comunità cinese a Torino composta da altre chiusure e aspirazioni singole e collettive a una vita più dignitosa, che parta dal dialogo e l’apertura verso gli altri”.
Una menzione speciale va a Amore Cane di Jordi Penner definito dalla giuria “un corto con tante sorprese che in poco tempo riesce a descrivere una storia complessa e divertente. Interessanti gli attori e lo scenario”.
Il Premio Rai Cinema Channel, del valore di € 3.000, che consiste in un contratto di acquisto dei diritti web e free tv del corto, da parte di Rai Cinema Channel e che darà al corto vincitore visibilità su www.raicinemachannel.it, sui suoi siti partner e, a discrezione dei responsabili delle reti, sui canali RAI va a The Recycling Man di Carlo Ballauri “per l’originalità dei temi trattati, per la scrittura curata nei minimi dettagli, per l’ambientazione in perfetto stile cyberpunk, ma assolutamente credibile, per la fotografia, per gli effetti speciali…. tutti degni di una grande produzione cinematografica. Ma soprattutto per aver osato, riuscendoci”.