La ventunesima edizione di Pirandelliana dal 6 luglio al 6 agosto all’Aventino

Roma, 29 giugno 2017 – Festeggiata da un folto pubblico, presente in tutte le serate all’Aventino, la ventesima edizione di Pirandelliana nell’estate del 2016, torna questa importante manifestazione culturale, grazie al bravissimo Marcello Amici e alla sua affiatata compagnia teatrale.

Quello che Pirandello stima, rispetta e ama di più nel teatro, è il pubblico. Sul palcoscenico potrebbe fare tutto da solo: l’autore, e lo fa. Il regista: basta seguire le sue annotazioni. Lo scenografo? Si fa  bastare un palcoscenico nudo e un po’ di luce, ma il pubblico non si può creare e, allora, che ti fa? Inventa il teatro nel teatro: il pubblico ed io siamo il teatro!  Nell’anno che ricorda i 150 anni della nascita dell’Autore, (con “attualita.it” lo abbiamo ricordato  dell’Almanacco di ieri, giorno della sua nascita) con due commedie scritte cento anni or sono, la Bottega affronta il grottesco della solitudine esistenziale e la capacità di costruire nuovi modi di convivenza con la diversità.

Pirandelliana 2017 (XXI Edizione), dal 6 luglio al 6 agosto,  è una  rassegna di teatro intensa e seducente. Organizzata dalla Compagnia Teatrale La bottega delle maschere, diretta da Marcello Amici, Pirandelliana è stata sempre uno degli eventi di teatro più importanti dell’Estate Romana. Iniziata nel 1997 nel Teatro Romano di Ostia Antica, dal 1999 la manifestazione ha proseguito la sua storia nel Giardino della Basilica di Sant’Alessio all’Aventino, un posto antico e austero, silenzioso, intenso, suggestivo  ed elegante.

La rassegna teatrale presenta due commedie di Luigi Pirandello:

– Cosí è (se vi pare) – in scena il martedì, il giovedì, il sabato

– Pensaci, Giacomino! – in scena il mercoledì, il venerdì e la domenica

COSÍ È (SE VI PARE): Parabola, l’unica che mi sia veramente cara, fu definita da Pirandello la vicenda drammatica tratta dalla sua novella La signora Frola e il signor Ponza, suo genero, proprio per l’insegnamento morale che essa suggerisce: la storia dell’una (la signora Frola) che dice viva la propria figlia creduta morta dal genero e a lui ridata in moglie, ma come fosse un’altra donna, è altrettanto vera quanto la storia dell’altro (il signor Ponza) che afferma sia pazza la suocera, la quale ritiene viva la figlia, mentre è morta da quattro anni e quella che ha con sé è la sua seconda moglie. La stanza della tortura, stavolta, è un salotto provinciale col suo brulicare di conformisti impiegati di prefettura e di signore irragionevoli e benpensanti. Tutti si muovono come marionette e si dilaniano in una innaturale ricerca della verità. Si fanno indagini, ma non esiste né il certificato di morte della figlia della signora Frola, né tantomeno quello di un secondo matrimonio del Ponza. La situazione potrebbe essere chiarita solo dalla diretta interessata: la signora Ponza. Chiamata, la donna rende la situazione ancora più complicata, dichiarando di essere sia la moglie del Ponza, sia la figlia della signora Frola. Commedia limite in ogni senso, delle opere di Pirandello è la più meccanica e crudele, perché la più nitida e coerente, la meno persuasiva e la più sincera. Non è gran filosofia affermare che siamo come gli altri ci vedono, ma non per questo si può stare quieti a pensare che c’è uno che si affanna a persuadere gli altri che noi siamo come ci vede lui. È un capolavoro non per il dettato filosofico, ma perché anticipa, meglio, forse, di Sei personaggi, il nuovo teatro.

PENSACI, GIACOMINO! Agostino Toti, anziano professore di ginnasio, prende moglie per far dispetto al Governo che lo ha tenuto per trentaquattro anni a stecchetto con un misero stipendio. Sposa la giovane Lillina, cui assicura di fare da padre e nient’altro, messa incinta dal suo ex alunno Giacomino Delisi, per obbligare il Governo a continuarle a pagare la pensione, per almeno altri cinquant’anni dopo la sua morte. La moglie giovane potrà continuare a vedere il suo Giacomino. Il professor Toti, però, non deve saperlo, cioè lo sa, ma deve essere come se non lo sapesse! È un tradimento? Agostino Toti l’ha messo nel conto. Le corna gli assicureranno la pace in famiglia. Del resto, il tradito non sarà lui che alla giovane moglie può fare solo da padre, ma il marito che, in realtà, lui non è, non vuole e non può essere. La gente ride e si scandalizza. Giacomino non sopporta più quella situazione paradossale di menage a trois, per cui abbandona Lillina e il piccino e si fidanza per tornare nell’ordine e mettere su casa propria. Il professor Toti, prima con le più tenere preghiere, poi con serie minacce – Pensaci, Giacomino! – l’obbliga a tornare da Lillina e dal suo bambino. Tutta la commedia è una costruzione di una logica assurda, folle, irrazionale, ma in sé coerente, armoniosa  e razionalissima. È il trionfo della spontaneità, della follia, dell’irrazionale. Irrazionale è tale solo in confronto a ciò che si è soliti chiamare ragione. In sé, è ragione, è logica anch’esso. La logica pirandelliana tocca il suo culmine in questo straordinario lavoro in cui si vede un marito forzare l’amante della moglie a tornare alla donna abbandonata e, quel che è più, ad avere ragione di agire così. Mai certa relatività delle costruzioni umane, che di fronte alla ragione e al comune diritto appare, e deve apparire, assurdità e follia, era stata sostenuta con violenza più acerba, più aperta e più lucidamente logica dall’Autore di Maschere nude. La regia ha colto, lavorando alla siciliana, i tratti umoristici della commedia e li ha estesi a quelli ombrosi, sghembi e ironici scovati tra le pieghe della messinscena. È un Pirandello fatto di apparente genuinità popolaresca, ma è sempre il raffinato, ironico e amletico scrittore pieno di rimandi e di sottili allusioni. Commedia morale forse, umoristica e  grottesca certo, con un personaggio che affronta l’ipocrisia del mondo senza la maschera di un ruolo sociale, quello di marito, un ruolo di cui si è liberato subito, dichiarando di non volerlo essere.

Con Marcello AMICI, Marco VINCENZETTI, Anna VARLESE, Tiziana NARCISO, Lorenzo D’AGATA, Umberto QUADRAROLI, Antonino ANZALDI, Giorgia BATTISTONI, Chiara CAROLETTI, Eleonora LIUTI, Davide DE ANGELIS, Francesca DI MEGLIO, Lucilla DI PASQUALE, e Fabio DE HORATIIS , con la regia di Marcello AMICI. (ufficio stampa Valeria Buffoni)

                         

 

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