Sport e Monumento al Rugby
Roma, 30 settembre 2019 – Fine settimana all’insegna di fasti e nefasti sportivi, ma sempre con l’azzurro che colora i cieli italici e mondiali.
Al centro di tutto, il terzo scalino del podio per la Ferrari di Charles Leclerc nel GPF1 di Russia.
Era andata benissimo per la Rossa di Maranello negli ultimi 4 Grand Prix che avevano creato tanto affanno in Germania. In Russia doveva essere la legnata finale destinata a ridurre in modo definitivo la supremazia Mercedes.
Leclerc sul difficile circuito di Sochi aveva riconquistato quella pole position che sta diventando poi un abitudine.
Con il ritrovato (a Singapore) Vettel in terza posizione in partenza ed Hamilton e Bottas rispettivamente in seconda e quarta posizione, fondamentale era , come è regola, ciò che sarebbe accaduto al via.
La Ferrari studia e realizza un gioco di squadra perfetto. Al verde, Leclerc allarga a chiudere HamIlton. Il pilota tedesco non solo lo supera , ma addirittura si porta in prima posizione tirandosi nella scia anche Sainz che, a sua volta, imbottiglia Bottas.
Situazione dopo un chilometro di gara. Le due Ferrari in testa. Hamilton terzo. Bottas, addirittura quinto.
I giochi sono fatti. Si va verso una nuova accoppiata ferrarista. Situazione del Mondiale tutta da rivedere. Niente affatto. Dovrebbe ma non sarà . Un po’ per malasorte, un po’ per le solite inavvedutezze in casa Ferrari.
Per amministrare la corsa, parte la richiesta dalla regia Ferrari di portare Leclerc in testa, come da strategia concordata con i piloti.
Vettel, che sente la vettura rispondere, prende tempo per cercare di staccare le maggiormente le Mercedes prima che lui vada ai Box.
Si rischia qualcosa perché i pneumatici soffrono e così sembra anche la vettura.
Fatto sta che quando Vettel cambia le gomme, il tedesco rientra alle spalle del compagno ma le due Mercedes sono avanti, ma devono fare il cambio gomme.
A questo punto il colpo di scena. La Ferrari di Vettel si spegne improvvisamente. Perché? Che è successo? Prima che la Safety car entri in pista, Hamilton e Bottas fanno in tempo ad effettuare il cambio gomme ed alla fine, quando mancano 22 giri, Leclerc si trova dietro a Bottas, con Vettel ormai fuori gioco. D’incanto – o perche Leclerc ha montato gomme medie come le Mercedes – la Ferrari non ha quella maggior velocità che l’aveva caratterizzata in qualifica e nella prima parte della gara.
Frittata fatta. Ma per essere mangiata dai tedeschi.
A consolare lo sport italiano, però ci hanno pensato l’Atletica Leggera ed il ciclismo.
Nella seconda giornata di gara ai Mondiali di Doha (caldo asfissiante), è arrivata la medaglia di bronzo conquistata nella 50 chilometri di marcia femminile dalla lombarda Eleonora Giorgi. Una gara pazzesca disputata a notte fonda per sfuggire ad una afa da 40 gradi . Per ovviare al problema, gli organizzatori avevano dislocato sul percorso lungomare stazioni di rinfresco una di seguito all’altra, dove cospargersi di acqua minerale il corpo od indossare delle speciali fasciature ghiacciate e spugnarsi.
Le durissime condizioni hanno fatto grande selezione favorendo le cinesi Liang e Li. Forte della propria esperienza di trentenne, la Giorgi è riuscita a tenere duro fin alla fine ed ad assicurare all’Italia la prima medaglia. Sugli scudi molto bene anche altri azzurri. Specialmente nella velocità (come agli europei Jr). Filippo Tortu, infatti dopo aver battuto fior di avversari di tutto il mondo nei vari turni, è approdato alla Finale cosa che non succedeva per un italiano dai tempi di Pavoni a Roma nel 1987.
In finale Tortu è arrivato settimo. Con è stato a vicinissimo all’impresa Marcell Jacob che con 10.20 non è riuscito a qualificarsi.
La staffetta azzurra 4×100 sicuramente può sperare in una medaglia.
Anche Stecchi nel salto con l’asta è stato all’altezza delle proprie possibilità raggiungendo la finale con un terzo balzo a 5.75 m.
Tornando alle medaglie mondiali è dal ciclismo ( sport eroico come la marcia) che continuano a fioccare podi. , sotto un temporale che ha bloccato perfino le riprese televisive,si è disputata un’altra gara drammatica nella prova su strada professionisti.
Sotto il diluvio, ad un a quarantina di Km dall’arrivo dei 256 previsti un gruppetto di arditi ha cercato di prendere il largo. Fra di loro due azzurri Gianni Moscon e Matteo Trentin. Loro alleati due olandesi (Pedersen e Van der Poel) ed uno svizzero, Kung.
La fuga è durata fino al traguardo, ma Moscon si è staccato nell’ultimo strappo
sull’ Oack Beck Climb.
Trentin ha cercato di aspettarlo rallentando nei propri turni al comando, ma era troppo tardi. Senza il punto di riferimento del compagno ha dovuto chinarsi alla volata dello svizzero Kung.
Ma forse la notizia più gloriosa della domenica viene da Frascati dove si è svolta la tradizionale Festa dello Sport nel verde di Villa Torlonia.
Frascati sicuramente è il centro abitato più sportivo d’Italia. Vi si praticano a livello agonistico d’eccellenza almeno 15 sport principali. La società più prestigiosa è senz’altro il Frascati Scherma 54 che vanta nelle sue fila Campioni Olimpici, Mondiali, Europei, Universitari, Militari. Buona parte delle fortune dello sport italiano sono frutto della passione di questo club. Anche lo Sci frascatano, annovera Campioni Olimpici quali Daniela Ceccarelli Medaglia d’oro in Slalom Gigante ai Giochi di Salt Lake City.
Gli altri sport felicemente praticati, sono l’Atletica leggera, la Ginnastica , le Arti Marziali ( in particolare lo Judo a livello azzurro), K ick Boxing, Calcio ,Pallavolo, Basket, Tennis, Nuoto, Pallanuoto, Ciclismo e “dulcis in fundo” il Rugby, importato nel lontano 1949 e che ha visto il XV castellano militare nella serie superiore fino all’avvento del professionismo. Un livello che Frascati non si può permettere, pur continuando l’attività ad ogni livello, fornendo giocatori importanti a tanti club italiani.
Di Frascati è la base della più importante società di rugby femminile.
Fiore all’occhiello del rugby frascatano, (padre di tutti gli altri sport praticati in loco) è Giulio Bisegni, l’azzurro presente ai Mondiali in corso in Giappone cui l’assessore allo sport di Frascati, Claudio Marziale, domani dedicherà un comunicato stampa bene augurale.
Il momento centrale della Festa è stato quando al padiglione “MONUMENTO, DECIDI CO NOI”, hanno cominciato ad affluire dai vari stand, autorità, personaggi e cittadini per indicare e votare il
bozzetto preferito del “MONUMENTO AL RUGBY” che Frascati ha deciso (e finanziato) per la messa in opera di un monumento che verrà innalzato nella Piazza principale.
Gli scultori dello Studio M’ARTE SCULTURA (Fulvio Merolli, ex rugbysta, e Alessia Forconi) hanno esposto cinque ipotesi da sottoporre al voto-referendum.
Il progetto è approvato dal comune ed i fondi e contratti sono già definiti. Frascati sarà presto dunque, il primo centro abitato in Italia ad avere un vero e proprio Monumento al Rugby. Anche Rovigo ha il suo attestato al rugby, ma la sua collocazione non è così importante e centrale.
Per l’occasione, la fondazione dei rugbysti frascatani ed il Comune hanno confermato il via ai lavori per la ristrutturazione dello Stadio di Cocciano. I fondi sono stati reperiti dalla stessa Fondazione tramite Il Credito Sportivo e l’intervento di privati. Tre milioni e mezzo di Euro per una struttura che sarà dotata anche di Albergo e ristorazione in vista di un utilizzo anche in occasione dei
ritiri della Nazionale.
A proposito della Coppa del Mondo. In Giappone si è verificato una sorta di Tsunami rugbystico, il XV nipponico , ha infatti, sconfitto l’Irlanda , Numero 2 del Ranking mondiale per 19-13!. Un evento
considerato impensabile. Un ottimo auspicio per gli azzurri in vista del match contro il Sud Africa previsto per giovedì prossimo.
Questa Italia può farcela davvero.