Per una settimana a Montecarlo ha dominato la scena.
E’ stato primo nelle prove libere. Primo in tutte e tre le sessioni di eliminazione. Primo nella qualificazione finale per la pole position. Ha stabilito il nuovo record del circuito. Assicurandosi la pole position di un circuito cittadino dove è praticamente impossibile superare. Se non capitano guai imprevedibili chi parte in testa arriva in testa.
E così è stato oggi in gara. Anche se il motore della sua Red Bull,attorno al ventesimo giro ha cominciato a tossire e perdere colpi. Daniel ha saputo non perdere la testa. Ed ha compiuto un altro capolavoro. Ha saputo amministrare via audio con il Box le spie d’allarme che si accendevano e spegnevano ed a controllare gli attacchi che la Ferrari di Vettel gli portava.
Controllata questa incognita, tutto il resto è stato gestire il cambio delle gomme. Tutti i primi cinque (Ricciardo,Vettel, Hamilton.Raikkonen e Bottas nell’ordine) hanno adottato la stessa strategia del cambio unico di gomme attorno al ventesimo giro. Tutti sono arrivate con i pneumatici ultrasoft alla canna del gas. Tutti e cinque gli esponenti dei Team più forti (Ferrari, Mercedes e Red Bull) sono arrivati al traguardo nell’ordine di partenza, come previsto.
E’ dal 2009 che la Ferrari in Formula Uno non schiera un pilota italiano. Si trattava di Giancarlo Fisichella che disputò 5 Gran Premi per poi continuare a restare in Ferrari come pilota collaudatore ed ora gareggia nel circuito Endurance sempre su auto Ferrai 456 Italia.
Nella storia della Casa di Maranello sono stati solo 5 i piloti italiani: il mitico Alberto Ascari negli anni 50 – con due titoli iridati ; morto in un incidente occorsogli in allenamento a Monza; Nino Farina 1952; Luigi Musso 1956; Michele Alboreto 1984, deceduto a Dresda in un incidente mentre provava una vettura; Giancarlo Fisichella 2009.
Stranieri tutti gli altri, compresi gli attuali Vettel, tedesco, Raikkonen ,finlandese.
A suggerire queste scelte, logiche di mercato e di valore tecnico-agonistico.
Daniel Ricciardo, però è uno dei tantissimi (milioni) giovani i cui genitori per “trovare fortuna ed opportunità” hanno dovuto lasciare le proprie case e recarsi all’estero. Ma sono italiani forse più di tanti che vivono nel Bel Paese. Si sentono tali anche dopo generazioni spese dal nucleo familiari nei paese che gli hanno accolti ( a volte non favorevolmente)..
Daniel Ricciardo è uno di questi. Si vede dal faccione tipico del Sud, dal simpatico sorriso smagliante, da riccioluti capelli bruni, che suo padre Giuseppe è messinese di Ficarra, che la madre, Grazia Politano, è calabres; e che entrambi da giovinetti hanno seguito i genitori nel loro viaggio della speranza verso l’Australia. Perth, nel Western Australia, dove 29 anni fa Daniele è nato e papà Giuseppe (Joe) si cimentava sulle auto da corsa ed avviava il figlio al Kart.
Oggi, anzi da qualche tempo, Daniele Ricciardo appare il pilota oggettivamente più forte al volante . Bravura e titolo spesso non possono combaciare in uno sport dove decisivo appare il mezzo che si pilota. I Gran Prix si svolgono quasi tutti su circuiti dove motoristica e tecnologia avanzata fanno la differenza. Ed è fatale che grandi gruppi industriali come Petronas-Mercedes e Fiat-Ferrari ( il gruppo austriaco Renault-Red Bull e Toro Rosso appena di un gradino sotto) impongano il loro strapotere e di conseguenza i loro piloti. Ma si gareggi invece su circuiti, magari cittadini, più complicati, ed ecco che le abilità al volante si mostrano importanti e decisive.
Quello di Montecarlo è senza dubbio il più difficile ed impegnativo dove coraggio e perizia fanno la differenza. Un circuito cittadino da percorrere in poco più di un minuto e 10. Con Sali e scendi, curve a gomito, gallerie, giochi di luce, sede stradale in cui due auto ci passano a stento.
Ricciardo, arrivato alle Red Bull imponendosi in tutte le selezioni per giovani piloti, fin dai primi gran premi disputati era riuscito a strabiliare conquistando nel 2015 conquistndo a 24 anni un terzo posto nella graduatoria mondiale. Nel 2015 ha vinto due Gran Prix. Nel 2016 di nuovo terzo assoluto. L’anno scorso ha vinto due volte. Quest’anno già si è imposto in Cina interrompendo il colloquio a due Ferrari-Mercedes.
Se uno riesce ad imporsi con un auto più debole, allora vuol dire che sei più bravo!. Una equazione piuttosto semplice ed immediata..
Tutto ciò per significare che è ora che l’Italiano di Australia Ricciardo stabilisca un italico binomio con la Ferrari.
Daniel è in scadenza di contratto. La Ferrari cerca il sostituto di Raikkonen che attacca il volante al chiodo. Fra le due sponde italiche l’approccio c’è stato. Ma il pilota dice: in chiare lettere:”Dovunque dovessi andare voglio diventare campione del mondo. Non ho interesse a fare il secondo di nessuno.!”
Quel nessuno è Vettel!
Un bel problema per Sergio Marchionne – Presidente della Ferrari ed AD della Fiat – anche lui come Ricciardo “Italiano di paese straniero”, vale a dire Canada dove è giunto da Chieti nel 1966. La maggiore differenza è che Marchionne ha mantenuto la cittadinanza italiana.
Marchionne tiene molto alla Ferrari. Da quando l’anno scorso ha preso ad occuparsene il Cavallino Rosso ha fatto passi da gigante. Si può essere confidenti che nella prossima stagione il Numero Uno della maggiore industria italiana saprà troverà argomenti per fare gareggiare insieme Vettel e Ricciardo e vedere sul podio un binomio dal sapore tutto italiano ; FERRARI- RICCIARDO al suono dell’Inno di Mameli.
Si dice che Ricciardo chieda 15 milioni di Euro. Quanto vale il binomio tutto italiano in Formula Uno la vetrina della fondamentale industria automobilistica mondiale?