Roma, 11.08.2019 – Il Gran Premio di moto Austria sembrava destinato a vivere una nuova pagina all’insegna del predominio di un centauro senza rivali. Un grandissimo motociclista, Marc Marquez, in sella ad una moto, la giapponese Honda, assolutamente all’avanguardia come motore ed allestimento di gara.
Ancora una volta la superiorità del duo Honda-Marquez si era tradotta nell’ennesima pole position. Il pilota romagnolo, Andrea Dovizioso su Ducati, comunque, riesce a conquistare la terza piazza e partire senza grossi handicap.
Come è sua abitudine, il Campione del Mondo in carica, Marquez, si piazza subito in testa per imporre la legge del più forte ed evitare ogni bagarre.
Il gruppone si sgretola sotto i colpi dello spagnolo. Soltanto Dovizioso riesce a non farsi seminare.
La sua rossa Ducati rimane in scia, pronta ad approfittare di ogni minima incertezza della Honda. Intanto, lui, Dovizioso studia il percorso, le curve, le staccate (sue e dello spagnolo) e la resa delle due moto rivali dopo ogni staccata.
Marquez, come abitudine, studia l’unico avversario rimastogli, facendo l’elastico, ossia accelerando e decelerando per verificare la resa della Ducati.
A nove giri dal termine, Dovizioso tenta il sorpasso e … ci riesce con la evidente complicità di Marquez che si vuole assicurare di poter controllare l’italiano.
Per 7 giri la gara vivacchia. Marquez ha stabilito la propria strategia. Andrea sa che l’avversario dispone dei mezzi per attaccarlo quando vuole. È pronto a reagire battendosi corpo a corpo.
A due giri dal termine, inizia il più bel testa a testa motociclistico che si possa ricordare.
Marquez attacca e sorpassa. Dovizioso immediatamente alla curva successiva, incrocia e ripassa. Lo spagnolo, senza soluzione di continuità, ri-incrocia. Dovizioso risponde. Le due moto si equivalgono. Duello mozzafiato e millimetrico alla pari, al limite dei 250 km orari. Terminate la serie delle curve e dei sorpassi e controsorpassi, Marquez sembra uscito vincitore al giro finale; con Dovizioso dietro 6-7 metri. Ma non è finita così. L’italiano aspetta la curva finale per vanificare l’incrocio di Marquez in risposta al sorpasso.
Qui il capolavoro di Andrea.
Per l’ultima staccata attende l’azione di Marquez in curva. Si infila in uno spazio ristrettissimo al limite della collisione. Passa chiudendo la staccata. Ma, invece, di rallentare per iniziare la curva successiva mantiene per un attimo la stessa velocità di Marquez impedendogli l’incrocio.
Lo spagnolo è fregato. È costretto a mantenere la traiettoria di Dovizioso il quale può tranquillamente continuare la propria strada senza più alcuna sorpresa.
Marc Marquez è veramente un grande. Un grande sportivo. È talmente stupefatto della manovra di Dovizioso che, mentre Andrea taglia il traguardo fa impennare la propria Honda per applaudire l’avversario che lo ha saputo battere con merito.
Che spettacolo di puro sport. Roba da ring di pugilato.
Dopo di chè, è gran festa sul circuito austriaco. La Rossa è in festa. Lo spettacolo del tripudio dei meccanici è indimenticabile. Si nota un meccanico attempato, capelli bianchi, che mena pugni sulle schiene ed i torace dei suoi colleghi in segno di giubilo.
Poi è l’Inno di Mameli cantato a squarciagola, ma compunti, a celebrare il primato dello sport azzurro in ogni dove. Specie dove si combinano il talento umano e la genialità tecnica.