Roma, 6 novembre 2022- L’Italia di Francesco Bagnaia riporta la corona iridata della Moto GP in Italia, tredici anni dopo il trionfo di Valentino Rossi.
Nel Gran Premio di Valencia, vanno sul podio lo spagnolo Alex Rins su Suzuki, B. Binder su Ktm e terzo J. Martini su Ducati.
Per Francesco Bagnaia, uno studiato a tavolino, 9 posto in ordine di arrivo ma sufficiente per aggiudicarsi in base ai piazzamenti, il titolo Mondiale in moto GP.
Il campione in carica, il francese Fabio Quartararo detto Diablo, su Yamaha, al secondo posto nel mondiale, giunge 4° al traguardo.
Separati nel duello in classifica da 23 lunghezze, al torinese sarebbero bastati due punti per strappare il titolo nell’ultimo cimento, pur se il francese avesse vinto.
Sussisteva, infatti, una possibilità remotissima che questo potesse accadere.
Perciò in primo luogo era fondamentale che Bagnaia finisse la gara e raccogliesse almeno due punti.
Quartararo, dal canto suo, aveva solo un imperativo, vincere, arrivare secondo non sarebbe bastato in qualsiasi caso.
Tutto, però, può accadere nello sport motoristico (ne sa qualcosa la Ferrari di questa stagione), specie nel motociclismo.
Era fondamentale controllare tutta l’operazione valenciana nei minimi dettagli senza lasciare niente al caso.
Valutare ogni ipotesi e studiare ogni misura.
In primo luogo, cercare con il gioco di squadra, di tenere lontano il franco-siciliano dalla prima piazza mentre ci si adopra per far sì che Bagnaia non arrivi oltre la quattordicesima piazza.
La Ducati ha accompagnato la fantastica rimonta – compiuta da Bagnaia nella stagione – che lo aveva visto partire malissimo, accumulando ben 91 punti di passivo rispetto al rivale – con una serie di vittorie e di piazzamenti sul podio che lo hanno visto portarsi in vantaggio di 23 punti.
Praticamente il ‘Diablo’ avrebbe mantenuto la corona solo se Bagnaia fosse finito sul bagnato, fosse caduto o scivolasse, come è stato per il compagno di squadra Miller (giunto poi terzo) e per Marc Marquez.
È stata perciò una gara di ragioneria.
Memori dagli errori commessi dalla direzione agonistica della Ferrari in Formula Uno – dove ad una superiorità di mezzi tecnici italiana non è corrisposta un altrettanto valida conduzione di gara – il Team Manager Davide Tardozzi ha amministrato la faccenda da abile contabile.
Solo all’inizio Bagnaia si è permesso di rischiare qualcosa rimontando alla partenza dalla ottava posizione (in sicurezza) alla sesta per controllare da presso Quartararo e quindi anche di superarlo infilandosi nella scia del compagno di scuderia Martin.
Al torinese è arrivato immediatamente l’ordine di scuderia: lasciati risorpassare, meglio controllare la situazione da dietro.
E così è stato.
Quartararo in quarta posizione all’inseguimento di Rins, Marquez e Miller (Ducati), mentre Bagnaia se ne è stato tranquillo dietro e senza fare grandi resistenze se qualcuno intendeva superarlo.
Avanti, Marquez, Miller ed Espargaro scivolavano, mentre molto attenti e capaci, si rivelavano il sudafricano Brad Binder (sul podio) e lo spagnolo Oliveira.
Ma soprattutto superlativo era Enea Bastianini (giunto ottavo), prescelto dalla Ducati per far da balia a Bagnaia.
Assicurata la vittoria nelle classifica mondiale di Bagnaia, Bastianini ha ottenuto il via libera per fare la propria gara e difendere il terzo posto nella graduatoria mondiale finale.
En plein azzurro nella chiusura della stagione nella specialità più prestigiosa del motociclismo, la Moto GP, che si conclude all’insegna di un Made in Italy così importante in questo momento per le relazioni internazionali e per il PIL del Bel Paese.