2009 SUMMIT FAO CONTRO LA FAME NEL MONDO

 Dopo la conclusione a Roma del  Summit FAO dove si sono affrontate molte delle più grandi sfide della sicurezza alimentare, il vertice lascia un solo motivo di ottimismo: tutti i paesi hanno deciso di avviare un processo di riforma della Governance alimentare globale.
 

Effettivamente – come spesso accade – ci si aspettava di più: un vertice, da solo, non può risolvere il problema della fame mondiale. La quasi totale assenza dei leader dei paesi ricchi tra cui America e Cina, ha mandato un messaggio di sfiducia già dall’inizio, ed il vertice ha raggiunto pochi apprezzabili risultati: solo obiettivi politici ma pochi soldi, si chiede di rispettare gli impegni economici presi all’ultimo G8..
Il Santo Padre Benedetto XVI, invitato al Summit, nell’indirizzo di saluto ha voluto porre l’attenzione sulla generosa opera della FAO, sintetizzata nel motto Fiat Panis, per lo sviluppo della agricoltura e la sicurezza alimentare, che  rimangono fra gli obiettivi prioritari dell’azione politica internazionale. La comunità internazionale sta affrontando in questi anni una grave crisi economica, e le statistiche testimoniano la drammatica crescita del numero delle persone che soffrono quotidianamente la fame; a ciò concorrono: l’aumento dei prezzi e dei prodotti alimentari, la diminuzione delle disponibilità economiche delle popolazioni più povere, il limitato accesso al mercato e al cibo, tutto ciò, mentre si conferma il dato che la terra può nutrire tranquillamente tutti i suoi abitanti. Sebbene in alcune regioni permangano bassi livelli di produzione agricola, anche a causa di mutamenti climatici, globalmente tale produzione è sufficiente per soddisfare sia la domanda attuale, sia quella prevedibile in futuro; questi dati indicano l’assenza di una relazione di causa-effetto tra la crescita della popolazione e la fame, e ciò è ulteriormente provato dalla deprecabile distruzione di derrate alimentari in funzione del lucro economico. A ciò aggiungasi anche il problema generato dalla sottrazione di terre per la produzione agricola destinate a fini alimentari a vantaggio della realizzazione di biocarburanti. Tale argomento solleva un rilevante problema di natura etica e di priorità, poiché l’alimentazione dovrebbe avere senz’altro la precedenza rispetto ad una delle tante forme possibili per ridurre l’inquinamento terrestre.
Nell’Enciclica Caritas in Veritate Benedetto XVI ha osservato che: “la fame non dipende tanto da scarsità materiale, quanto piuttosto da scarsità di risorse sociali, la più importante delle quali è di natura istituzionale, ovvero manca, un assetto di istituzioni economiche in grado sia di garantire un accesso al cibo e all’acqua regolare e adeguato, sia di fronteggiare le necessità connesse con i bisogni primari e con le emergenze di vere e proprie crisi alimentari. Il problema dell’insicurezza alimentare va affrontato in una prospettiva di lungo periodo, eliminando le cause strutturali che lo provocano e promuovono lo sviluppo agricolo dei Paesi più poveri mediante investimenti in infrastrutture rurali, in sistemi di irrigazione, in trasporti, in organizzazione dei mercati, in formazione e diffusione di tecniche agricole appropriate, capaci cioè di utilizzare al meglio le risorse umane, naturali e socio-economiche maggiormente accessibili a livello locale, in modo da garantire una loro sostenibilità anche nel lungo periodo ..”
Nell’era della mondanizzazione si deve mirare all’eliminazione della fame: l’azione internazionale è chiamata non solo a favorire la crescita economica equilibrata e sostenibile e la stabilità politica, ma anche a ricercare nuovi parametri etici, giuridici ed economici, in grado di ispirare l’attività di cooperazione per costruire un rapporto paritario tra Paesi che si trovano in differenti gradi di sviluppo. Ciò al fine di scongiurare il rischio che il mondo rurale possa essere considerato “in maniera miope“ come una realtà secondaria, ma al contrario favorire l’accesso al mercato internazionale dei prodotti provenienti dalle aree più povere, oggi spesso relegati a spazi limitati.
Il Papa attacca il consumismo lanciando un appello: ci sarebbe da mangiare per tutti ma bisogna “fermare gli sprechi”: la fame è il segno più crudele e concreto della povertà.
In un pianeta Terra popolato da circa otto miliardi di individui ci si augura che l’unica “fame” che possa restare sia quella di … cancellare la piaga della fame…!!!
 
 
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