Tematiche etico-sociali

A 82 anni dal sacrificio, il V. Brigadiere Salvo d’Acquisto è stato riconosciuto Venerabile dalla Chiesa Cattolica

La funzione religiosa, officiata dal Cardinale Semeraro

Roma, 12 marzo 2025 – È stata nella gremita Basilica Papale di San Paolo fuori le mura il luogo deputato ad ospitare S.E. Rev.ma Card. Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, il quale ha officiato la Santa Messa a seguito della promulgazione del decreto con cui il Vice Brigadiere Medaglia d’Oro al Valor Militare “alla memoria” Salvo d’Acquisto è stato riconosciuto venerabile.

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Ad assistere alla preziosa celebrazione, fra gli altri, la Vice Presidente del Senato Senatrice Licia RONZULLI, della Sottosegretario all’Interno Onorevole Wanda FERRO, numerosi altri parlamentari, autorità militari, religiose ed il Comandante Generale dell’Arma, Gen. C.A. Salvatore LUONGO nonché, a fianco del Presidente del Consiglio Regionale Lazio, Antonello Aurigemma, il fratello dell’Eroe, Professore Alessandro d’Acquisto.

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Fra i banchi, appartenenti a tutte le Forze di Polizia e Militari.

Nel corso dell’Omelia, fra l’altro, il Cardinale Semeraro ha detto: “È con tono commosso e confidenziale che affermo che per Salvo d’Acquisto non tarderà ad arrivare il miracolo richiesto per beatificazione tanto è la devozione per questo eroe. Ed è dunque davvero con commozione che vivo insieme con voi questo momento solenne” e poi “È un gesto di carità eroica culmine di una vita autenticamente cristiana”, specificando poi “una virtù della fortezza che dimostrò anche nel servizio militare in Libia e si dimostra nella sua pienezza quando salvò la vita degli ostaggi, che aveva la sua fonte in una vita di Fede e di carità: certe cose non si improvvisano. Giovanni Paolo II, il 26 febbraio 2001, parlando ai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma disse: la storia dell’Arma dimostra che si può raggiungere la Santità attraverso lo svolgimento del proprio dovere”.

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Il Comandante Generale dell’Arma, Salvatore Luongo, prendendo la parola, ha detto “Sentimenti di grande riconoscenza per averci fatto l’onore di officiare questa solenne celebrazione, ma soprattutto per aver sostenuto e promosso il decreto di venerabilità del Servo di Dio, il Vice Brigadiere Salvo D’ACQUISTO. Le sarei anche molto grato se volesse farsi interprete dei nostri profondi sentimenti di riconoscenza presso il Santo Padre, per aver autorizzato la promulgazione del decreto. Mi sia consentito di rivolgere un grato saluto riconoscente al postulatore, agli ordinari militari che si sono succeduti, che hanno creduto nell’emblema e nella fede del nostro eroe, Salvo d’Acquisto. Grazie di cuore”.

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CHI ERA SALVO D’ACQUISTO
Salvo Rosario Antonio D’Acquisto (Napoli, 15 ottobre 1920 fucilato a Torre di Palidoro -Roma- 23 settembre 1943), è stato un Vice Brigadiere dei Carabinieri in servizio alla stazione Carabinieri di Torrimpietra, zona rurale a circa 20 chilometri da Roma, lungo la Via Aurelia, oggi frazione del Comune di Fiumicino.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, un reparto di truppe tedesche dell’SS si accasermò in una vecchia caserma in uso alla Guardia di Finanza, in località Torre di Palidoro, territorio di competenza di Torrimpietra. Il 22 settembre, mentre alcuni tedeschi ispezionavano delle casse di munizioni abbandonate, per imperizia, fecero esplodere una bomba a mano che causò la morte di due soldati ed il ferimento di altri due.
Il comandante tedesco, per non attribuire la responsabilità dell’evento ai suoi uomini, disse che tali morti erano dovute ad un’azione di guerriglia di partigiani, delegando immediate indagini ai Carabinieri e che, se non veniva immediatamente identificato il colpevole, in forza all’ordinanza del feldmaresciallo Kesseiring emessa pochi giorni prima, il mattino successivo avrebbe proceduto alla fucilazione di 20 persone per rappresaglia.
Il mattino successivo, infatti i tedeschi rastrellarono nel paese 22 uomini a caso, facendo loro scavare la buca dinanzi alla Torre di Palidoro, nella quale avrebbero dovuto essere sepolti.
Il Vicebrigadiere Salvo D’Acquisto, comandante della stazione per l’assenza del Maresciallo, riferì al comandante tedesco l’esito delle sue indagini e della casualità del fatto ma questi non accettò la spiegazione, disponendo la fucilazione dei 22 ostaggi.
Visto vano il tentativo di convincere l’ufficiale tedesco su quanto accaduto, Salvo D’Acquisto allora disse al comandante tedesco che l’autore “dell’attentato” era lui ricevendo, per risposta, l’ordine di allontanarsi con altri due prigionieri. Il Vicebrigadiere ribadì che il colpevole era lui e pertanto, avendo identificato l’autore dell’attentato, i prigionieri avrebbero dovuto essere liberati e fucilato il solo autore dell’azione di guerriglia.
L’ufficiale tedesco, pur sapendo che il Vicebrigadiere era innocente, ma avendo un ‘colpevole’ da comunicare ai suoi superiori, ordinò la liberazione dei prigionieri e la fucilazione del Vicebrigadiere Salvo d’Acquisto che, con la sua vita, salvò quella delle 22 vittime designate, riscuotendo anche il rispetto dalle SS, suoi stessi carnefici che, come dichiarato dai sopravvissuti dissero “Il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte.”

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Il corpo della M.O.V.M. alla memoria, Vice Brigadiere Salvo d’Acquisto, venne poi trasferito nel Mausoleo ai caduti di Posillipo.
Il 22 ottobre 1986, la salma, portate a spalla dai Vice Brig del Gruppo Napoli I, dal Mausoleo vennero trasferite alla Caserma Pastrengo (sede del Comando Gruppo Napoli I°) e vegliata dai Vice Brigadieri del Gruppo Na I° e dagli ufficiali della sede.

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Il pomeriggio del 23 ottobre 1986, con gli onori, la M.O.V.M. Alla Memoria Salvo d’Acquisto, dalla caserma Pastrengo, omaggiata da decine di migliaia di cittadini lungo l’itinerario, è stata trasferita alla Chiesa Santa Chiara dove veniva tumulato nella cappellina a sx entrando. La documentazione fotografica è stata fornita dalla M.A.V.M. Generale dei Carabinieri in congedo, Luigi Sementa, all’epoca Comandante di Sezione del Nucleo Investigativo.

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A firma del Generale D. (c) Raffaele Vacca, abbiamo ampiamente scritto sulla M.O.V.M. Salvo d’Acquisto, il cui padre, Generale Giovanni Vacca, fu istruttore alla Scuola Sottufficiali di Salvo d’Acquisto.

Salvo D'Acquisto- foto A.S. CC Reali Firenze
Salvo D’Acquisto- foto A.S. CC Reali Firenze

Molto bello il sonetto scritto dal Colonnello in congedo Francesco d’Agostino che ci piace riproporre

23 settembre 1943. Salvo d’Acquisto
Quant’era bello! La fronte co’ ‘na ciocca,
co’ l’occhi ar mare e’ piedi in de la fossa;
pure ‘n mezzo soriso in su la bocca
e co’ ‘na mano su la banda rossa.
Er nome suo, manco pe’ fallo apposta,
voleva di’: “ Te Salvo, stai sereno”
come ch’a dì: “Qualunque cosa costa;
ce penzo io, che pago un po’ de meno”.
Per rappresaija dovevano mori’
più de venti persone der paese.
Salvo andiede dar tedesco pe’ capi’,
ma quello nun capiva e lui s’arrese.
“So’ er comandante de li carabbinieri”,
ije disse, “e , quanto è vero che c’è Dio,
la bomba che quarcuno ha messo ieri,
beh, quella bomba ce l’ho messa io”.
Er téutone ije dice d’anna’ via,
ije dice de penza’ li fatti suoi.
Salvo resiste e co’ ‘n Ave Maria
scerse er sentiero ch’imboccano l’eroi.
Mo a Palidoro ijanno messo er marmo
Indove l’hanno acciso ne la fossa;
dov’era sceso, cor soriso e carmo,
la mano sempre su la banda rossa.
©FrancescoD’Agostino©DirittiRiservati©

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