Roma, 13 gennaio – Salvo ripensamenti del 90° minuto, venerdì il Consiglio dei Ministri darà il via libera al decreto legislativo della riforma Madia che prevede lo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato facendolo transitare nell’Arma dei Carabinieri, come avevamo previsto e motivato nel nostro articolo del 16 luglio, subito dopo l’approvazione della Camera allo scioglimento del Corpo Forestale.
L’accorpamento risolve contemporaneamente due problemi: la riduzione da 5 a 4 le Forze di Polizia e il problema dell’incremento dell’organico dei Carabinieri, riservando i nuovi arruolamenti solo per la Polizia di Stato e Guardia di Finanza.
Favorevole il Comandante Generale dell’Arma, Tullio Del Sette. “La volontà espressa di unire il Corpo Forestale dello Stato all’Arma dei Carabinieri – ha spiegato – tende a costituire, attraverso l’accorpamento di tutti i reparti impegnati nel settore ambientale, un polo di eccellenza unico per vastità della missione e potenzialità, capace di proporsi come modello internazionale in un futuro in cui l’ambiente dovrà sempre più essere al centro dell’attenzione del mondo”. I forestali, ha assicurato, continueranno “a fare il lavoro svolto finora, mantenendo ogni professionalità e aspettativa col nuovo stato militare”.
Certamente dispiace veder sparire lo storico Corpo Forestale dello Stato ma, il ricollocamento nell’Arma, consente loro di continuare a svolgere la loro specificità operativa svolta anche dai Carabinieri e che si vedrebbero così svincolati da quello specifico servizio.
Nè, d’altra parte, per il Governo deciso a percorrere la strada della riduzione, ci potevano essere altre scelte meno dolorose. Sarebbe infatti impensabile l’accorpamento Polizia-Carabinieri, Polizia-Guardia di Finanza, Polizia-Penitenziaria nè viceversa Carabinieri-Finanzieri che porterebbe l’Arma ad avere un super-organico nè tantomeno la Penitenziaria con la sua attività specifica, seppure svolta fino a quasi 30 anni fa, anche dai Carabinieri che si vedrebbero così “aumentato l’organico” sulla carta ma non sulla sostanza.
Contrari, ovviamente, i sindacalisti forestali che, se militarizzati, perderebbero la loro autonomia e hanno annunciato, per venerdì, un sit-in davanti a Montecitorio.